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Donne in Puglia cercasi
Capo di Stato alle Mauritius
Mentre nella Repubblica delle Mauritius eleggono Ameenah Gurib-Fakim "la prima donna al mondo biologa ed ambientalista", qui in Puglia alle ultime elezioni regionali si registra la totale assenza di donne nelle fila della maggioranza, che si appresta ad assumerne la guida amministrativa.
Assistiamo ancora una volta ad un deficit di democrazia. L’assenza di un genere, anche in un periodo delicato come questo, non può passare in secondo piano. La dimostrazione palese che la strada sia ancora in salita ed è necessario un cambio di paradigma.
“Una società capace di cogliere le opportunità offerte dagli innumerevoli talenti femminili è in grado di guardare avanti, raggiungendo livelli di sviluppo più alti e diffusi, senza escludere le donne dalla possibilità di accedere a risorse, servizi e diritti”. E’ chiaro che, se più della metà della popolazione non è rappresentato nelle istituzioni, questo costituisce un problema assai grave per una democrazia che si basa sulla rappresentanza.
La sottorappresentanza di una categoria maggioritaria di cittadini: le donne, costituisce il segno dei limiti della democrazia reale. Le decisioni, che vengono prese per tutti, in realtà sono prese in assenza di una parte: E la beffa è che la parte assente è maggioritaria, con bisogni, interessi, cultura e punti di vista spesso differenti da chi decide.
Tale deficit di democrazia si fa ancora più grave se si considera il ruolo progressivamente più attivo delle donne nell’economia, nella società, nelle professioni. La composizione per sesso degli organi decisionali può esercitare un impatto determinante sui programmi e sugli interventi da attuare.
L’auspicio è quello che si possa a breve sanare questo deficit, per consentire l'accesso e la partecipazione delle donne alla vita politica ed istituzionale. Per evitare che ci si rivolga all'universo femminile solo per riempire le caselle riservate alle donne dalle norme antidiscriminatorie.
L’assenza delle donne è in contrapposizione con una "politica nuova”, per un “nuovo” governo in Puglia, come in Italia o in Europa, che non sia burocratizzato ma sistemico, fatto di relazioni interpersonali plurime, che permettano lo scambio di esperienze e di contributi a partire da quelli delle donne.
La speranza più riposta è quella di confrontarsi, finalmente, con un governo che non "conceda", ma anzi esorti i giovani e le donne a partecipare e a dare la propria disponibilità al cambiamento. Praticare un’idea di politica, non gerontocrizzata e gerarchizzata, non fluida ed evanescente, ma strutturata come una rete di nodi, in cui tutti si sentano rispettati, considerati e mai emarginati.
Un governo cooperativo ed interattivo, che abbia come unico obiettivo il miglioramento della qualità della vita dei suoi cittadini e delle sue cittadine e non il consolidamento di rendite di posizione tipiche della vecchia politica: insana e per niente etica.
Un governo che conti sui contributi di tutte le rappresentanze, a cui garantire sempre la possibilità di potersi esprimere e rendersi visibili. Un'azione non congiunturale, ma profondamente strutturale, per dare forza alle donne e far crescere il paese. Questa è la politica che mi piacerebbe vivere e veder coltivata in questa nostra regione.
Elvira Tarsitano