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Elezioni, Loredana Capone: la Puglia al femminile verso Palazzo Madama
Capone Taranto

Loredana Capone, Presidente del Consiglio Regionale Puglia, prima donna a ricoprire questa carica nei 50anni dell’Ente istituzionale, è in corsa nel Collegio Unico Plurinominale pugliese per lo scranno di Palazzo Madama - Senato della Repubblica nelle imminenti Elezioni Politiche del 25 settembre.

Affaritaliani.it - Puglia l’ha incontrata, tra un appuntamento elettorale e l’altro, tra un’incursione nell’entroterra di Puglia e una passeggiata tra la gente sul lungomare tarantino, quello dell’affaccio familiare su due versanti, proprio come il suo Salento: terra tenace e dolce, in cui il carattere di Loredana Capone si è temprato, al sole e al vento della penisola, che per prima coglie la luce di ogni mattino.

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Si direbbe, la donna delle sfide impossibili. In molti non credevano che da Presidente del Consiglio Regionale avesse accettato una candidatura diciamo ‘poco consona al ruolo istituzionale ricoperto’. E invece, eccola, al fianco di Enrico Letta e di Michele Emiliano a spingere al voto per il Partito Democratico.

E’ molto semplice, le battaglie si combattono dall’interno. Il campo non si abbandona, se non altro per poter continuare ad avere voce in capitolo. Quando si è in una squadra si resta uniti. È così che ho sempre fatto e la mia storia politica lo dimostra. Per cui, quando si lotta si lotta insieme e quando si vince, si vince insieme.

Diversi riscontri indicano che ci sono tutte le condizioni per vincere, il PD ha ottime probabilità di fare un grande risultato. I sondaggi dicono che siamo il primo partito e, d'altra parte, percorriamo e camminiamo dalla mattina alla sera i nostri territori, e la sensazione diffusa è di essere i soli a farlo.

La Puglia può fare la differenza e diventare laboratorio per l'Italia intera e questo è importante per tutti noi che siamo in campo, ma anche e soprattutto per le nostre comunità che, a quel punto, avranno tutto il diritto di essere ben considerate a Roma.

Per questa ragione è fondamentale che il prossimo 25 settembre si vada a votare tutti. Nessun destino è scritto e, soprattutto, abbiamo l'opportunità di tornare a parlare delle vere emergenze del Paese: lavoro, giovani, donne.

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Il programma del Partito Democratico è puntuale rispetto alle proposte e profuma di quei valori che, per troppo tempo, sono stati il rimorchio di slogan populisti, che hanno fatto la fine del cane che si morde la coda. 

Gli italiani non sono stupidi e se li prendi in giro, alla fine se ne accorgono. Come nel caso di tutta la campagna contro l'immigrazione, che nel 2019 alle Elezioni europee fruttò circa il 34% dei consensi. Un eredità che ha voluto mantenere anche Giorgia Meloni.

Solo qualche giorno fa, nel confronto con Enrico Letta, la leader di Fratelli d'Italia invocava un blocco navale: Peccato che il blocco navale - oltre ad essere eticamente, moralmente e umanamente riprovevole - è una bufala elettorale irrealizzabile, perché tutti i Trattati internezionali impediscono di attuarlo, a meno che non si voglia dichiarare guerra a un Paese.

E questo, mentre un barcone con 32 migranti a bordo - da giorni abbandonati nel Mediterraneo - perdeva sei rifugiati siriani, tra cui due bambini. Questo alla faccia dell'umanità e dei valori cristiani, valori ai quali la coalizione di destra sembra volersi continuamente riferire, con i leader che fanno a gara per carpire il consenso cattolico.

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Parliamo di famiglie. Per quelle italiane, da qualche tempo, non sono rose e fiori: tra bollette, rincari, Covid e lavoro che continua a latitare, altro che battaglie. E poi la guerra… Ne usciremo, in qualche modo?

La questione del caro bollette è delicatissima. Ci sono famiglie e imprese che da mesi ormai sono costrette a scegliere se pagare l’affitto o le bollette, e non stiamo parlando di casi isolati ma di migliaia di persone. Condivido pienamente le proposte del Pd: dal tetto al prezzo dell’energia elettrica alla ‘bolletta luce sociale’ per aiutare le famiglie in difficoltà, al raddoppio del credito d’imposta per le imprese per i costi che hanno sostenuto, al piano di risparmio energetico e alla battaglia in Europa, affinché il tetto del prezzo del gas sia uguale per tutti.

Occorrono subito provvedimenti che aiutino con decisione ed efficacia famiglie ed imprese! Ma non bastano i ristori, la politica miope che utilizza miliardi nel brevissimo tempo e lascia debiti alle future generazioni, senza gettare le basi per un cambiamento sostanziale, non serve al nostro Paese.

Il futuro della nostra terra e dei nostri figli è un impegno primario e merita un ragionamento più lucido e approfondito. La Puglia ha fatto già i primi importanti passi, investendo centinaia di milioni di euro sull’efficientamento energetico degli edifici e ora anche sul reddito energetico per gli Isee sotto i 20 mila euro.

Ma è importante anche la legge pugliese sulle Comunità energetiche, la n.45 del 2019, ancora troppo poco attuata, che consente a persone, associazioni, imprese ed enti locali di mettersi insieme e costruire finalmente delle comunità che producono, consumano e condividono energia rinnovabile.

La Puglia da tempo è come una quadriga che con forza e agilità guida la crescita del Mezzogiorno nel campo dell’innovazione, delle opportunità del futuro, dei turismi e della biodiversità agroalimentare. Tutto questo potenziale si trasformerà mai in occasione diffusa per i giovani che continuano ad andar via e per le nostre comunità locali che continuano a spopolarsi?

E' stato fatto un grande lavoro di squadra in questi anni. Abbiamo investito sulla ricerca e l'innovazione; sull'imprendotoria giovanile e le donne con il Bando Nidi - Nuove Iniziative d'Impresa, che ha consentito in Puglia la nascita di oltre 3.000 attività; sulla Cultura, riaprendo luoghi simbolo delle nostre città, chiusi da decenni, e oggi finalmente restaurati: pieni di persone, di idee e di lavoro per tante ragazze e ragazzi, pronti fino ad un minuto prima ad andarsene, perché privi di prospettive; sul Turismo, dove siamo stati la prima regione d'Italia a dotarci di un Piano Strategico triennale per il turismo, prima ancora dello Stato.  

E' stato un cammino lungo e costellato di battaglie, talvolta anche difficilissime. Ricordo, per esempio, quella per la "Banda ultralarga": volevano dare tutti i soldi al Nord e io occupai, praticamente, il Ministero perché fossero ascoltate le ragioni della Puglia, che erano ragioni forti, di necessità e merito. Fortunatamente, devo sottolineare con orgoglio, tutte battaglie vinte.

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Adesso è fondamentale non arretrare di un passo, anzi continuare in questa direzione e migliorare sempre di più. Per farlo, però, abbiamo bisogno di un interlocutore lucido, che non ci metta i bastoni tra le ruote. Come sarebbe con destra al timone del governo. 

La stessa destra che oggi ha congelato 22 miliardi di € disponibili del Fondo di Sviluppo e Coesione, con l'intento evidente - dopo le elezioni - di ridiscutere la ripartizione delle risorse, e questo ovviamente a beneficio del Nord e a danno del Sud. La stessa destra che propone la modifica del Piano per la Ripresa e la Resilienza e l'introduzione dell'Autonomia differenziata. 

Allora, oggi più che mai, è tempo di scegliere: tra chi vuole dare i contentini del momento, aumentando il debito pubblico e portando l’Italia al passato - al rischio bancarotta di Tremonti - e chi, invece, vuole combattere il precariato, eliminare le storture degli stage ripetuti e non retribuiti, invertire la tendenza di andare all’estero per trovare un lavoro giustamente pagato.

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Ad accompagnarla in Salento in uno dei suoi tour elettorali è arrivato anche Il sindaco di Bari e presidente dell’ANCI, Antonio Decaro. Ancora un riconoscimento alla sua indole militante?

Ad Antonio Decaro mi lega un affetto sincero. È stato bello essere al suo fianco, nella traversata elettorale, da un lembo all’altro del Salento. Bello perché quando qualcuno bussa corpo e cuore a casa tua, puoi fargli conoscere scorci di umanità impossibili da spiegare a parole.

Il Sud è davvero il paradiso dell’anima, non è un caso che in tanti, dopo aver girato il mondo, abbiano scelto di venire a viverci. Il vento qui ti scompiglia e consiglia, ti accarezza i capelli, ti riporta ai profumi di un’infanzia che sembra sempre così vicina, anche se gli anni passano. L’odore delle campagne dentro e intorno alle città, delle polpette fritte - quando passi accanto a una casa nel centro storico - prima di scappare da una parte all’altra, del mare che ti si attacca alla pelle. Quel mare che più lo guardi più ti senti figlio del mondo, perché da qui, da questo braccio proteso verso l’orizzonte, il mondo si vede benissimo: dalla riva.

Antonio ha toccato e provato emozioni: il sudore dei floricoltori al mercato di Taviano, che con 35 gradi all’ombra - alle 15 di un venerdì d’inizio settembre - proteggevano fiori e piante con il proprio corpo; la Biblioteca di Comunità che insieme a Giacomo abbiamo immaginato e realizzato all’interno del Palazzo Baronale di Tiggiano dove, credetemi, per ogni passo ti aspettano angoli di inaspettata bellezza; l’energia di Laura e la sua Collepasso, una comunità in rinascita, strettissima intorno al suo entusiasmo; la caparbietà di Alessandra e Marco che continuano a lottare per la dignità della loro Squinzano.

Sono solo alcune delle storie che ci fanno piangere e innamorare, che ci fanno dire che il posto giusto esiste, se le persone che lo abitano sono giuste. E il Salento, la Murgia, la Capitanata e la Puglia tutta, di queste persone sono piene zeppe.

Un pellegrinaggio che la porterà a Palazzo Madama?

È una sfida possibile, molto dipenderà dalla mobilitazione della Puglia sul Partito Democratico. D’altra parte prima di me ci sono due candidati che sono già in lista in collegi eleggibili, per cui è certamente possibile.

(gelormini@gmail.com)

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