Emiliano: 'Freno al PD a trazione nordista'
Banda ultralarga scompaiono i fondi al Sud
Il rosario, quello delle "trasfusioni" al Nord di risorse, energie, talenti, e quant'altro possa essere loro utile dal Sud, è senza fine e da tempo - non sapendo cos'altro prendere - persino i malati del Mezzogiorno, nel loro intenso e continuo pellegrinaggio verso i "santuari del dolore", sono funzionali alla sopravvivbenza delle strutture mediche d'eccellenza del Nord Italia.
La denuncia del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parte dal fronte Sanità ma punta diretta alla Segreteria del Partito Democratico. "Un partito a trazione nordista", sottolinea senza mezzi termini, aggiungendo che lo sforzo per "ricucire" e per "mediare" si intensificherà, ma non farà più sconti. In altre parole, come Renzi rivendica un'attenzione più dignitorsa per il Paese dall'Europa, "Beh, anche il Mezzogiorno ha tutto il diritto di rivendicare tanto dal Governo, che continua a martoriarlo e saccheggiarlo - nel senso letterario del termine - quando, invece, dovrebbe rilanciarne tutto il potenziale inespresso.
"Il Paese è piccolo - ha detto Emiliano - e non può correre con una gamba handicappata". L'impressione è che mentre Matteo Renzi continua a suscitare malumori con le concessioni a destra e a manca, per sostenere la sua maggioranza, il segretario del PD pugliese stia lasciando che "il polpo si cucini nella sua stessa acqua", evitando di assumere il ruolo di cipolla ("la mort' du pul'p è la cipodd') e mettendo nel mirino 'a distanza' la stessa segreteria nazionale del partito.
Nel frattempo, quasi a confermare le tesi enunciate e denunciate dal presidente Emiliano, arriva l'ultimo di una lunga serie di ceffoni al Sud: scompaiono dal Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc, l’ex Fas) le risorse destinate alle Regioni di Sud per la banda ultralarga, somme che vanno interamente al Centro Nord. Nonostante la Puglia, oltre a quello che ha già speso con i fondi comunitari, fino al 2020 abbia un fabbisogno di 639 milioni di euro, stimato dallo stesso Ministero dello Sviluppo economico. Secondo quanto è emerso a Roma nel corso della seduta straordinaria della Commissione speciale per l’Agenda Digitale.
L'eco arriva dall'opposizione netta, a questo orientamento sull’uso del fondo Fsc, dell’assessore allo Sviluppo economico pugliese, Loredana Capone, insieme a molte delle Regioni presenti. La posizione della Puglia ha avuto l’effetto di chiedere al governo un ripensamento sulle strategie di utilizzo del fondo Fsc e dunque una nuova istruttoria sulla spartizione delle risorse.
“Quanto è avvenuto è inaccettabile”, ha detto Loredana Capone. “La delibera Cipe 2/2 strettamente richiamata nella bozza di accordo divide le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione con il criterio dell’80% alle Regioni meridionali e del 20% alle altre. Questo criterio non è stato tenuto in considerazione quando dalle parole si è passati ai numeri con le tabelle di ripartizione delle risorse. È in queste tabelle che tutte le Regioni del Sud vengono meno, in contraddizione con la stessa funzione di quei soldi, destinati a garantire la coesione tra territori del Sud e del Nord. Il fabbisogno stimato per la banda ultralarga in Puglia in modo da coprire tutte le aree fino a 100 Megabit al 2020 (come prescritto dall’Ue) è di 639 milioni di euro, ma di tale somma non c’è traccia nella tabella di ripartizione del fondo Fsc presentata oggi. Che fine ha fatto questo fabbisogno? Perché la Puglia come altre Regioni scompare dalla tabella? Quel fabbisogno invece rimane e deve essere coperto, in sintonia con le altre Regioni perché il nostro Paese è unico”.
“Non accettiamo - ha puntualizzato l’assessore salentina - che la somma del fondo Fsc per la Puglia sia pari a zero, solo perché la nostra regione ha le risorse comunitarie del Fesr o del Pon. I fondi comunitari infatti, come è noto, devono essere addizionali e non sostitutivi: altrimenti si impedisce l’uguaglianza e la democrazia dei cittadini in tutto il territorio dello Stato, e si privilegiano solo alcune aree, sostenendo erroneamente che le altre siano state già soddisfatte. Infine la bozza di Protocollo contraddice il concetto dei fondi Fsc che riguardano espressamente le politiche di coesione. Come è possibile dividere i fondi Fsc senza considerare le Regioni della Convergenza che sono quelle che più hanno bisogno dell’obiettivo di coesione?”
“Allora il problema - ha concluso Loredana Capone - è intenderci su un principio di rispetto e di trasparenza. Noi non abbiamo nulla in contrario sulla divisione del fondo tra tutte le Regioni ma vorremmo essere rispettati in relazione al testo dell’accordo e soprattutto alle regole dei fondi comunitari. Chiediamo questo rispetto non solo per noi ma per tutte le Regioni del Sud e abbiamo fatto appello al governo perché la questione sia ripensata”.
Mai come ora, negli ultimi tempi, la partita si gioca più sui problemi concreti e programmatici che sulle strategie elettorali, e gli stessi equilibri elettorali escono dai confini di campanile, per combinarsi a trame interregionali con prospettive internazionali.
A chi gli chiede se sia ormai "l'anti-Renzi" in vista del prossimo Congresso, Emiliano risponde, solo accennando un sorriso sornione. "Lasciamo perdere le candidature, quelle meridionali perdono per definizione"!
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Banda ultralarga, tutto rinviato al 10 feb La Puglia rivendica connessioni…