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Emiliano, barra dritta: Reddito
di dignità e legge elettorale
Portare al più presto in aula i disegni di legge sul Reddito di dignità e sulla nuova Legge elettorale, come previsto dal programma di governo: è quanto annunciato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante la riunione di maggioranza, svoltasi a Bari nella sede del Consiglio regionale.
LEGGE ELETTORALE: La maggioranza di centro sinistra ha ribadito la volontà di portare in aula al più presto una nuova proposta di legge elettorale che garantisca la parità di genere. Un punto, quest'ultimo, che per il presidente Emiliano e per tutta la coalizione è fondamentale che si realizzi, tanto da averlo inserito tra le priorità del programma. I consiglieri approfondiranno, nei rispettivi gruppi, i temi legati alla legge elettorale per poi condividerli con presidente e giunta. Sarà cura raccogliere al più presto le osservazioni anche dei gruppi consiliari di opposizione.
REDDITO DI DIGNITÀ (ReD): Il lavoro istruttorio per il ddl sul Reddito di dignità è ultimato. Si può passare adesso alla fase del confronto - in primis con tutte le forze consiliari, di maggioranza e opposizione - propedeutica alla stesura finale del testo di legge.
"Come per tutti i provvedimenti di particolare importanza - ha detto Emiliano - è nostro interesse raccogliere il punto di vista dei consiglieri regionali di tutte le parti politiche. In particolare su un tema sentito come il reddito di dignità ci teniamo ad arrivare in aula con il più alto livello di condivisione possibile".
Il calendario delle consultazioni sarà definito al più presto insieme alle forze politiche, le quali saranno chiamate a esprimere il loro parere e le loro osservazioni sulla proposta. Presentato anche lo schema di partenza del ddl sul Reddito di Dignità intorno al quale si svilupperà il confronto dei prossimi giorni:
La Legge sul Reddito di Dignità in Puglia:
1) È una Legge Quadro che prefigura e giustifica l’introduzione progressiva di un sistema integrato di misure e azioni volte a costruire:
a) una rete per l’attivazione delle persone e dei rispettivi contesti familiari, promuovendo l’inserimento al lavoro, la formazione, l’autoimpiego;
b) una rete per la protezione e l’inclusione delle persone e delle famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale.
2) A questo fine promuove e pone le basi per l’integrazione tra:
a) politiche di contrasto alla povertà e di accesso ai servizi sociali ed educativi, politiche del lavoro e della formazione, politiche industriali e di sostegno alle imprese;
b) soggetti pubblici, privati e del privato sociale.
3) Giustifica e promuove una riforma delle politiche del lavoro e della rete dei centri per l’impiego.
4) Introduce una misura specifica: il reddito di dignità. La realizzazione di questa misura sarà il primo terreno in cui realizzare l’integrazione e la riforma di cui ai punti 2 e 3.
5) Il Reddito di Dignità è coerente con le politiche nazionali di contrasto alla povertà (Legge di Stabilità 2016) e con la strategia europea per l’inclusione attiva.
Le caratteristiche essenziali del Reddito di Dignità (ReD)
• Il ReD tende ad essere universalistico: assegnato a tutte le famiglie con risorse economiche inferiori alla soglia (ISEE < 3000 euro) e in condizioni di fragilità economica e sociale
• Dati i vincoli economici, si partirà dalle categorie in maggiore difficoltà (giovani e giovani coppie con figli minori, disoccupati, famiglie numerose)
• Il ReD si compone di: trasferimento economico +programma di inserimento sociale e lavorativo + accesso a opportunità formative
• Un meccanismo “a sportello” che si compone di:
• Un catalogo per i potenziali beneficiari, che presentano domanda ed esprimono le proprie preferenze rispetto al tirocinio, coerenti con le competenze e le aspirazioni
• Un catalogo per i soggetti ospitanti (soggetti pubblici, privati e del privato sociale), che presentano progetti di tirocinio ed esprimono fabbisogni di competenze e di formazione
• Una piattaforma informatica per la gestione di una procedura completamente dematerializzata, user-friendly, trasparente (piattaforma già operativa)
• Una equipe multiprofessionale, composta da personale dei Comuni (Ambiti territoriali) e dei Centri per l’impiego pubblici, con il compito di valutare le domande, definire il patto individuale, abbinare tirocinante e tirocinio, e monitorare lo svolgimento
• Il trasferimento economico, pari a 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, varia al variare della composizione famigliare (scala di equivalenza ISEE) ma – in una prima fase - non varia al variare del reddito disponibile; successivamente potrà essere commisurato alla differenza tra la soglia e il reddito disponibile.
• Il beneficiario stipula un patto di inserimento con l’ente territoriale. Il Patto è condizione per la fruizione del beneficio. La misura è stabile nel tempo ma evita la trappola della povertà: è sospesa dopo 12 mesi ma può riprendere dopo 6 mesi di interruzione.
• Governance: la misura avrà una forte regia regionale e sarà gestita da equipe multiprofessionali nei territori. L’attuazione del ReD si pone come una occasione unica per definire importanti percorsi di riforma: della rete dei servizi per il lavoro (CPI); di una governance interna capace di integrare in modo efficiente la realizzazione del programma di governo e la gestione dei fondi UE del nuovo ciclo; della concertazione con le parti datoriali e sociali.
La misura sarà finanziata sia con risorse del Bilancio proprio regionale sia con Fondi comunitari (in particolare con il Fondo Sociale Europeo, POR 2014-2020) e si integrerà con le misure di contrasto alla povertà previste nella Leggi di stabilità 2016.
(gelormini@affaritaliani.it)