L'impressione è che con l'avvicinarsi del pronunciamento del CSM sulla richiesta di procedimento disciplinare verso il magistrato Michele Emiliano - impegnato in politica e iscritto al PD - avanzata a suo tempo dalla Cassazione su input del Ministero di GG.GG., si intensifichino le manovre da prma Repubblica, per creare il classico clima di pressione e auspicarne una sorta di condizionamento.
Il botta e risposta tra Michele Emiliano e Fabrizio Cicchitto ha animato le agenzie nelle ultime ore: "Giustamente dal suo punto di vista Michele Emiliano evoca la costituzione cubana - ha sottolineato in una nota Fabrizio Cicchitto (Ncd). Egli sostiene l'eliminazione totale degli stipendi dei politici, ma si tiene ben stretto quello di magistrato. Comunque lasciamo stare Fidel, perché ci troviamo di fronte ad una versione pugliese di Maduro. Chissà quale altre sorprese ci riserva il congresso del PD".
Immediata la replica del Governatore pugliese: "Nonostante la lunga esperienza istituzionale l'On.Cicchitto questa volta ha detto una sciocchezza. Dal 2003 non percepisco alcuno stipendio da magistrato - ha ribadito Emiliano - avendo deciso, pur non essendovi obbligato, di mettermi in aspettativa rinunciando allo stipendio e senza richiedere sino ad oggi alcuna progressione di carriera cui pure avrei avuto diritto. Siccome Cicchitto è uomo d'onore mi aspetto le sue scuse".
Rassicurante la controreplica dello stesso Cicchitto: “Voglio assicurare il simpatico e vulcanico presidente della Regione Puglia in corsa per diventare segretario del Pd che non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello che egli fosse titolare contemporaneamente di due stipendi - quello di magistrato e quello di sindaco o di presidente della Regione - per la contraddizione che non lo consente".
"Mi riferivo invece al fatto - continua Cicchitto - che egli ha mantenuto lo status di magistrato come garanzia per un futuro incerto per lui come per tutti. E il presidente Emiliano mi darà atto che questo status di leader di un partito politico come coordinatore regionale e in futuro come gli auguro di segretario del Pd è fortemente contestato come dimostra anche l’intervista della presidente della Commissione Giustizia Ferranti. Ed è in discussione al CSM. La mia contestazione è partita dalla sua affermazione fondata sulla sua evocazione della costituzione cubana: “Io sono per l’eliminazione totale degli stipendi per i politici”.
E proprio sull'intervista di Donatella Ferranti (PD) era intervenuto il deputato pugliese del Partito Democratico, Dario Ginefra: "Nella lunga intervista concessa l'on. Ferrante si avventura in una distinzione tra il suo ruolo di magistrato e parlamentare non iscritta al PD e quello di Michele Emiliano, magistrato e candidato alla segreteria del PD. Rilevo che fino ad ora questa questione fosse sfuggita alla sensibilità della collega, come pure forse le era sfuggita nella scorsa legislatura mentre esercitava il ruolo di capogruppo in Commissione Giustizia del PD".
"Quello che vorrei capire - insiste Ginefra - è perché, se ritiene il problema così grave da impedire ad Emiliano di candidarsi alla segreteria, non abbia fatto discutere e votare nella Commissione di cui è Presidente, il progetto di legge sul tema già approvato dal Senato. Agitare questioni di principio solo per contrastare una legittima candidatura non mi sembra un modo serio per affrontare il congresso".
(gelormini@affaritaliani.it)