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Emiliano, comunque la fa
la sbaglia. Ma è così?...
Chi lo conosce bene sa che sta facendo sul serio. Quelle nomine ai tre assessori grillini rimarranno operative a lungo. Ritirarle dopo le prime scontate resistenze del M5S non solo sarebbe segno di poca coerenza, ma indebolirebbe l'intero assetto del nuovo esecutivo regionale.
Paradossalmente, la giunta appena nata - di primo acchito - dà l'impressione di risultare decisamente più compatta nell’attuale formazione "incompleta". Un po' come quando, nel calcio, si gioca meglio in 10 che in 11, e spesso si riesce anche a vincere.
L'approccio verso il M5S, da parte di Michele Emiliano, è fortemente teso "ad includere", per non lasciare al "sinedrio" grillino la "pilatesca" e redditizia posizione della “denuncia a distanza” e della messa a frutto del malcontento più o meno diffuso.
Il neo presidente l'aveva fatto notare sin dalle prime ore della sua elezione: un partito, che è andato vicino ad essere il primo partito in Puglia, non può essere considerato – e tanto meno considerarsi - una minoranza. Per cui: "Bisogna metterci la faccia. Assumere le responsabilità che l'elettorato ha indicato. Non tirare le mani indietro e ‘lavorare la massa’. Le mani devono 'infarinarsi', se si vuole produrre cambiamento e non 'lavarsele', rimanendo nel limbo della neutralità accusatoria. Magari con la voglia di essere determinanti e condizionare dallo scranno presidenziale i lavori del Consiglio regionale".
In definitiva, Emiliano auspica che il Movimento di Grillo gli dia una mano nel non facile lavoro di incisione e recisione della ragnatela, che apparati e logiche da partito, inevitabilmente, hanno già cominciato a tessere per contenere, fino ad immobilizzarle, le prevedibili “smanie da spallata” di un protagonista della politica - non solo pugliese - difficile da gestire.
Completamente fuori registro anche l'analisi sul processo di selezione e indicazione dei nuovi assessori, venuti fuori dalla consultazione del cosiddetto popolo delle sagre. Chi ha scelto di dare indicazioni via e-mail sulle cariche da assegnare e a chi, lo ha fatto sulla base di una rosa di dieci nomi prescelti dallo stesso Emiliano.
Un gesto di responsabilità che - al di là della condivisione o meno delle modalità procedurali - andrebbe riconosciuto all’ancora Segretario del PD regionale, e che gli è valsa la levata di scudi dei notabili del partito e degli ex consiglieri rieletti, a partire da Sergio Blasi, il più suffragato della tornata elettorale di fine maggio, legittimato a rivendicare più attenzione verso l’elettorato che lo sostiene.
Ancora per un po’ le grilline continueranno ad essere convocate. Formalmente, dato che i decreti di nomina sono stati firmati, risultano anche nel sito della Regione Puglia nei lori rispettivi dicasteri.
Se Emiliano caverà il ragno dal buco non è dato sapere. Intanto, la situazione darà al presidente la possibilità di invitarle a concretizzare le loro “opposizioni”, ogni qualvolta avanzeranno critiche e contestazioni, auspicando l’assunzione di funzione ed avendo il coraggio di proporre e determinare gli indirizzi dei comparti relativi ai loro assessorati.
Beppe Grillo, che ha capito subito dove andava a parare la mossa di Michele Emiliano, gli ha dato del “Satanasso”. La certificazione, manco tanto subliminale, che il Michelone questa volta potrebbe averci insertato!
(gelormini@affaritaliani.it)