Emiliano, i rimpasti e la
levata di scudi a sinistra
Attacco concentrico da sinistra sulle mosse e le alleanze pre-elettorali di Emiliano
Tra il braccio di ferro col governo sull'Ilva, gli aumenti delle indennità ai direttori delle Asl, i controversi accordi elettorali trasversali - in vista delle prossime elezioni politiche - Michele Emiliano resta al centro di un fuoco di critiche provenienti dal fronte 'sinistra storica'. Ultimo step, la nomina di Salvatore Ruggieri quale Assessore al Welfare della Regione Puglia.
Ad aprire la raffica di censure il vicepresidente del Consiglio regionale Peppino Longo, che decide di citare Aldo Moro: "Uno Stato non è veramente democratico se non è a servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità. Sono le parole che Aldo Moro pronunciò in Assemblea Plenaria il 13 aprile 1947".
"Parole, insegnamenti ignorati completamente dalla segreteria dell’Udc Puglia - aggiunge Longo - che con la sua inconcludenza, anzi con la sua totale incapacità a concludere qualcosa è riuscita a creare il pasticcio dell’assessorato regionale per eredità dovuta, con Salvatore Ruggeri che subentra al Welfare al compianto cognato Totò Negro".
"Dopo mesi senza alcun direttivo, senza alcuna riunione del Gruppo - rincara Longo - ecco i risultati imbarazzanti che gettano un'ombra, peraltro in un momento delicato, sull’amministrazione della Regione. Personalmente valuterò attentamente queste larghissime ma inutili intese in salsa pugliese e a breve prenderò le mie decisioni. In un panorama politico nazionale e locale così frastagliato e incerto, resto convinto che solo l’unità d’intenti tra forze moderate, progressiste e riformiste avesse potuto ridare quella spinta propulsiva a una condivisione programmatica in grado di rendere concreta l’opera di governo e la necessaria stabilità ai Comuni e alla Regione. Unità d’intenti che dal capogruppo alla segreteria è mancata del tutto”.
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Medesime tonalità da Giuseppe Romano (Liberi e Uguali): "Lo dico con estrema franchezza, mi sento sempre più lontano da questo modo di governare la Puglia e le distanze dal Presidente Emiliano sono ormai ben definite. L’ultima scelta effettuata dal Governatore con il suo mini rimpasto di Giunta, la dice lunga sullo spirito che anima le sue azioni. Al netto dalle persone, si assiste al riproporsi delle contraddizioni di chi ormai ha svilito il ruolo della sinistra e delle forze politiche di governo per meri calcoletti personali".
"Pur di assicurarsi i “numeri” attraverso cui governare la Puglia - aggiunge Romano - Emiliano ha sacrificato una valida professionista come Anna Maria Curcuruto ed ha cancellato il suo “credo” elettorale. I pugliesi non dimenticano, infatti, la sua scelta di candidare tutte donne come capolista. Adesso, invece, la presenza femminile nel suo Esecutivo si è ridotta ad una sola unità".
"E che dire degli sforzi che il suo partito, il PD, sta compiendo a livello nazionale per tentare di trovare una intesa con le altre forze di sinistra: Emiliano se ne frega di tutto e di tutti e rinsalda l’accordo con una forza politica - l’UDC - che viaggia speditamente verso il centro destra. E lo fa ignorando anche le volontà del gruppo consiliare di quel partito".
"Questo 'tirare a campare' di Emiliano non rientra più in alcun modo in ciò che io intendo per impegno politico al servizio dei cittadini", sottolinea Romano, "Ecco perché ritengo che occorra una profonda riflessione per capire se ci sono ancora le condizioni per sostenere questo governo regionale, anche alla luce delle mancate risposte ai problemi in cui si dibattono i cittadini".
"Emiliano, insomma, è sempre più lontano dai pugliesi e sempre più rintanato nel suo fortino. Ma questa scelta - conclude Romano - oltre a determinare la sua fine politica, certamente non mi vedrà al suo fianco, soprattutto se non saranno lanciati chiari messaggi di immediata inversione di rotta".
Altrettanto dure posizione e Dichiarazioni del consigliere regionale di Sinistra Italiana Mino Borraccino: "La nomina di Ruggeri ad assessore è uno schiaffo alle donne pugliesi. Si ristabilisca l’equilibrio tra i sessi in Giunta. La conferma giunta nella serata di ieri della nomina di Salvatore Ruggeri ad assessore al Welfare della Regione Puglia, al posto del compianto Totò Negro, conferma tutti i nostri dubbi e le nostre riserve su una operazione politica certamente discutibile dal momento che viene cooptato nella squadra di governo, dall’esterno, il tesoriere nazionale e segretario regionale dell’UDC, partito che sarà schierato nella coalizione di centrodestra alle imminenti elezioni politiche".
"A tutto questo deve aggiungersi il fatto - continua Borraccino - che per far posto al nuovo assessore è stata rimossa Anna Maria Curcuruto, ex assessora ai Lavori Pubblici, lasciando in Giunta una sola donna, Loredana Capone. Si tratta evidentemente di un tradimento grave delle aspettative e delle giuste rivendicazioni di tutto il mondo femminile pugliese che si vede sostanzialmente estromesso dal governo della regione, dal momento che la Giunta diviene sempre più ‘un locale per soli uomini’. Ci appare evidente, a questo proposito, l’inopportunità politica di limitare la presenza delle donne in Giunta, dal momento che in tal modo si sconfessano anni di battaglie civili e sociali condotte soprattutto dalla sinistra per garantire la giusta rappresentanza di ambo i sessi nelle istituzioni".
"Ma sotto altro profilo invitiamo il Presidente Michele Emiliano a riconsiderare la sua scelta anche perché la nuova composizione del governo regionale potrebbe essere illegittima. Come noto, infatti, l’ordinamento giuridico sia comunitario che nazionale impone la necessità di adoperarsi per assicurare la parità di genere nella composizione degli organismi esecutivi, e lo stesso Statuto della Puglia, all’articolo 6, prevede che ‘la Regione garantisce in ogni campo dell’attività politica (...) il principio della parità tra i sessi’ e ‘promuove parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive e pubbliche, allo scopo di favorire l’equilibrio della presenza fra generi’."
"Come noto - precisa ancora Borraccino - essendoci il vincolo statutariamente previsto di un massimo di due assessori esterni e non essendo stata eletta alcuna donna nella maggioranza a sostegno di Michele Emiliano, è evidente che la parità di genere nella Giunta regionale non potrebbe mai essere raggiunta, ma per salvaguardare almeno un equilibrio tra la rappresentanza maschile e la rappresentanza femminile nell’esecutivo, riteniamo necessario che i due assessori esterni siano individuati tra figure femminili, altrimenti si andrebbe a ledere un principio divenuto ormai irrinunciabile. A meno che Michele Emiliano non voglia far credere che, all’esterno del Consiglio Regionale, nella società pugliese, non vi sia neanche una donna, al di là di Loredana Capone, in grado di svolgere l’incarico di assessora. Sarebbe davvero un’offesa clamorosa e irricevibile per tutto il mondo femminile pugliese".
"Per questo - conclude Borraccino - nel rispetto delle prerogative del Presidente Emiliano in ordine alla scelta che vorrà fare, chiediamo a gran voce che venga ristabilito l’equilibrio di genere in Giunta, con la revoca dell’incarico a Salvatore Ruggeri e con l’individuazione, al suo posto, di una donna. Ogni altra scelta sarebbe, ai nostri occhi, politicamente incomprensibile, oltre che probabilmente viziata da illegittimità".
Più favorevole il commento del consigliere regionale salentino Mario Pendinelli: "La nomina del senatore Salvatore Ruggeri, a cui auguro di cuore buon lavoro, conferma il ruolo centrale della Provincia di Lecce nel Governo regionale. Lecce costituisce, infatti, la seconda provincia di Puglia e il presidente Emiliano ne ha dato dimostrazione con questo gesto di attenzione e di riconoscimento".
"Questa nomina ha però anche un valore che va ben oltre il mero fattore territoriale - prosegue Pendinelli - e segna un punto di carattere politico: alla vigilia delle politiche 2018, in un diverso contesto in cui si muove l’Unione di Centro, questa nomina è anche l’annuncio di una strategia politica di carattere nazionale".
"Non a caso - conclude Pendinelli - il neo assessore ipotizza, come unica chance di governo, un accordo tra il Partito Democratico e Forza Italia, e lo fa dalla posizione di dirigente nazionale U.D.C., partito oramai ponte tra queste due forze politiche. Ritengo che questa nuova situazione apra anche a livello regionale nuovi scenari per le prospettive politiche del nostro territorio".
Altro fronte sensibile e ricco di polemiche l'apertura di Emiliano all'ex sindaco di Bari, e suo avversario storico, Simeone Di Cagno Abbrescia. Sul tema torna Mino Borraccino (Sinistra Italiana): "E’ davvero sconcertante la notizia di un accordo politico, in vista delle prossime scadenze elettorali, tra il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’ex sindaco di Bari ed ex parlamentare di centrodestra, Simeone Di Cagno Abbrescia, sancito nel corso di una iniziativa pubblica svoltasi nel foyer del Teatro Petruzzelli nei giorni scorsi".
"E quel che davvero appare inaccettabile è che questo accordo prevedrebbe anche la nomina di Di Cagno Abbrescia nel Consiglio di amministrazione di Acquedotto Pugliese, come candidamente prefigurato da sua moglie in alcune incaute dichiarazioni pubblicate dalla stampa locale. Al di là del fatto che questa fuga di notizie possa aver sostanzialmente precluso tale possibilità, quel che inquieta è il metodo che Michele Emiliano continua ad adottare nella sua gestione del potere fine a se stesso, sancendo accordi trasversali e trasformistici con pezzi rilevanti di centrodestra, cui affidare anche delicati incarichi istituzionali e di sottogoverno soprattutto nelle società partecipate della Regione Puglia".
"La casistica è ormai smisurata: - inclza Borraccino - mezzo centrodestra barese ha traslocato armi e bagagli a sostegno dell’attuale governatore, ricevendo in cambio riconoscimenti politici e nomine. Ora, però, con il patto sancito al Teatro Petruzzelli con Di Cagno Abbrescia, Michele Emiliano supera ogni limite, imbarcando addirittura l’ex sindaco di Forza Italia della città di Bari, nella convinzione (condivisa dai due ex avversari, divenuti oggi, evidentemente, sodali) che non esiste più alcuna differenza tra destra e sinistra, e che tutto può mischiarsi in una indistinta melassa fatta di accordicchi di potere funzionali a garantire le carriere politiche di entrambi".
"Tutto questo va oltre ogni immaginazione e si spiega solo con il fatto che Emiliano sia ormai consapevole di aver perso gran parte di quella credibilità politica che gli aveva consentito di affermarsi nettamente alle elezioni del 2015, dovendo compensare - conclude Mino Borraccino - in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, i consensi che continua a perdere soprattutto a sinistra con pezzi di centrodestra disponibili a sancire con lui patti poco utili per le sorti della Puglia".
(gelormini@affaritaliani.it)