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Expo, Angelo Inglese "l'agri-camiciaio"
Colori naturali e lana di Altamura
A Palazzo Coldiretti, durante la settimana della Puglia ad Expo 2015, il camiciaio dei re d’Inghilterra, Angelo Inglese, pugliese DOC di Ginosa in provincia di Taranto, ha spiegato le ragioni del suo successo e della decisione di restare in Puglia, la ‘musa ispiratrice per le creazioni’.
Ha spiegato i due progetti per la colorazione naturale dei tessuti con la giovane imprenditrice agricola, Serena Minunni di Conversano e per il recupero e l’utilizzo della lana. “Alla crisi dell’Ilva, alla disoccupazione rispondo con la lana di pecora”. Inglese sta portando avanti un progetto di giovani di Altamura per il recupero della lana di pecora che, fino ad ora, è stata regolarmente buttata. “Qui intorno ci sono decine di allevamenti, con migliaia di animali tosati, della cui lana nessuno si interessa”. Ecco allora che scatta l’idea: raccoglierla, filarla su vecchi telai e produrre capi speciali. Giacche, cravatte, sciarpe, perfino cuscini (a loro volta imbottiti di lana di pecora) e coperte”.
Angelo Inglese parla del suo lavoro e sembra tornare bambino. I suoi occhi brillano come quando nonna Annunziata lo teneva sulle ginocchia e lui "giocava" con i tessuti della sartoria di famiglia, fondata nel 1955. E il suo papà gli insegnava il "tocco" che ha poi trasformato questo straordinario artigiano nel camiciaio più famoso del mondo. Un capo griffato Inglese è un´opera d´arte desiderata da reali e ministri.
La sua fama è stata definitivamente consacrata quando il principe William d´Inghilterra gli ha affidato il compito di disegnare la camicia del matrimonio con Kate. Ma gloria e denaro non hanno scalfito la sua passione. Si muove nella sua sartoria come in una chiesa. Studia i tessuti e i particolari dei suoi capi con l´attenzione di chi ha il compito di sgrezzare un diamante.
"Da mia nonna ho ereditato la grande curiosità e la voglia di scommettere sulla qualità", ricorda Angelo, "Di mio ho messo la voglia di trasferire all´estero la vera essenza del made in Italy. Che non può ridursi ad una griffe. Ma deve tradursi in eccellenza. È questo che il mondo si aspetta dagli italiani. E nel campo della moda la qualità per noi resta la scelta vincente".
Qualità per Angelo Inglese significa anche consumarsi gli occhi e le mani per trenta ore su una sola camicia. Raffinarne i dettagli con 25 passaggi a mano. «Siamo gli unici al mondo a curare con questa dedizione i particolari» dice con orgoglio. La sua azienda è composta da un negozio nel cuore della piccola Ginosa, in provincia di Taranto, e da un laboratorio in cui le vecchie Singer sono fedelissime ed insostituibili compagne di Angelo e dei suoi nove collaboratori, tra i quali c´è anche la moglie Graziana, sposata dieci anni fa. Con i suoi sarti, tutti formati sul campo, riesce a produrre solo 4.000 camicie all´anno, 1.500 per il top della gamma.
Una settimana ricca di appuntamenti, cibo giusto, sapori, odori e animazione, cultura, quella della Puglia ad Expo2015 nel Palazzo Coldiretti fino al 26 luglio prossimi. Tra cui la degustazione letteraria con lo scrittore barese, Gianrico Carofiglio.
(gelormini@affaritaliani.it)