Fabio Vacchi: "Le sembianze antropomorfe della musica"
di Fabio Vacchi *
Non è certo la musica da film che ha sconfitto la musica di avanguardia. Poi quale avanguardia? Quella di 50 anni fa? Da tempo Boulez non rappresentava alcuna avanguardia, ma solo un forte agglomerato di potere.
Non ha molto senso contrapporre in modo manicheo Boulez a Morricone: l'ideologia assoluta contro il mercato assoluto. La ricerca sta da tutt'altra parte, dove la musica sta assumendo sembianze antropomorfe, senza per questo perdere la sua specificità.
Che significa esprimere contenuti musicali alti, e direzionati alla comunicazione emotiva, seguendo le leggi della psicoacustica, della fisiologica della percezione, restituendo a chi ascolta il messaggio che la musica d'arte da sempre trasmette, e in uno stile che sia specchio della nostra contemporaneità.
Su questa strada i compositori che ricercano una comunicazione con i corpi, l'unica possibile per arrivare alle menti, sono supportati dagli studi delle scienze neuronali, che negli anni recenti hanno cominciato a smentire su base scientifica tanti assunti estetici delle musiche "radicali".
Si spera che prima o poi anche i critici "militanti" escano dall'ignoranza scientifica che li tiene sospesi fra estetica crociana ed estremismo ideologico radicalista.
Caro Giandomenico Vaccari, tu lo sai che la musica d'arte non è morta con Boulez...e non è mai nata con Morricone.
* Compositore contemporaneo.
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Le opere di Fabio Vacchi sono state e sono eseguite in tutto il mondo, commissionate e dirette da Claudio Abbado, Luciano Berio, Myung-Whun Chung, Daniel Harding, sir Neville Marriner, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Antonio Pappano, Riccardo Chailly.
Per il Teatro Petruzzelli di Bari, ha scritto un'opera su libretto di Amos Oz (da Lo stesso mare). Ha anche composto le colonne sonore dei film "Il mestiere delle armi" e "I cento chiodi", entrambi di Ermanno Olmi e "Gabrielle" di Patrice Chereau.