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FdL 201 - L'intervento del presidente Ugo Patroni Griffi
Il discorso del presidente della Fiera del Levante, Ugo Patroni Griffi, all'inaugurazione della 79° Campionaria
Signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
Onorevoli Ministri,
Sottosegretari,
Onorevoli Parlamentari,
Signori Ambasciatori,
Presidente della Regione,
Signor Sindaco di Bari e della Città Metropolitana,
Delegazioni estere,
Autorità civili, militari e religiose,
Signore e signori,
sono davvero onorato di poterLa accogliere in Fiera in un giorno in cui – dall’altra parte dell’Atlantico e qui a Bari – si celebrano le eccellenze della Puglia.
Il ruolo di questa Fiera è stato ben delineato da chi, figlio di questa terra, ha per ben cinque volte – alcune alla presenza del Capo dello Stato – “dichiarata aperta la Fiera del Levante”.
Di questo gigante io desidero ricordare il pensiero, e onorare la memoria.
Questa Fiera – dichiarava Aldo Moro - è «espressione di un’ansia profonda di giustizia e di progresso».
Da questa Fiera, ricordava, è partita quasi settanta anni fa «la prima pressante, ragionata ed organica richiesta di una politica che (…) offrisse al Mezzogiorno opportunità nuove e rendesse ad esso giustizia».
Qui ancora è stata «sviluppata una politica basata sulla liberalizzazione degli scambi intesa come mezzo per promuovere l’ingresso del Mezzogiorno nell’Europa e nel mondo».
Qui, infine, si sono incontrati mezzogiorno e settentrione nella convinzione che l’incremento dei traffici commerciali avrebbe dato vigore all’economia nazionale.
Questo luogo, dunque, non è solo il simbolo della vitalità dell’economia meridionale, ma è anche l’agorà del dibattito sulla questione meridionale.
Eppure questo luogo così glorioso. Così storicamente importante. Così amato dai pugliesi, era sino a qualche anno fa in uno stato comatoso e di conclamata decozione.
Le cause di una ventennale stagnazione cui è seguito un decennale, lento, declino sono molte. E certamente non è questa l’occasione per enumerarle.
Tra queste, non ultima, l’inadeguatezza dell’Ente pubblico economico. Una giurassica forma giuridica che, nella sua opacità, ha ritardato la presa di coscienza della crisi e l’adozione di un adeguato piano di ristrutturazione.
A questa situazione ha posto rimedio il legislatore regionale imponendo – con una legge approvata senza voti contrari - la separazione tra proprietà, in mano pubblica, e gestione da affidarsi ad una società di capitali, eventualmente costituita nella forma del partenariato pubblico privato.
Il compito a me affidato è stato appunto, ed esplicitamente, quello di adempiere alla legge. Cercando di recuperare, nelle more dell’espletamento della procedura, il principio di continuità aziendale. Evitando la messa in liquidazione dell’Ente e il licenziamento dei suoi dipendenti.
Oggi c’è una concreta possibilità di rilanciare la Fiera del Levante. Per la prima volta dopo un decennio costi e ricavi sono in equilibrio. E la Fiera del Levante ha la possibilità di costituire la pietra d’angolo del primo, importante, gruppo fieristico nazionale.
La concentrazione del sistema fieristico, d’altronde, come emerge dal rapporto della Boston Consulting commissionato dal Governo è la strada maestra per il recupero di concorrenzialità rispetto agli antagonistisistemi francese e tedesco.
Le fiere, intese come società di gestione dei quartieri fieristici, rappresentano economie, specie in fase recessiva, fragili. I ricavi dell’attività fieristica sono, in media, appena sufficienti a coprire i costi di produzione, gli elevati ammortamenti, la gestione finanziaria/straordinaria e le imposte. E in molti casi neanche questi.
Non è facile comprendere l’economia delle fiere. Eppure è necessario che la politica la comprenda. Il sistema fieristico italiano, il 2°in Europa e il 4° nel Mondo, costituisce una infrastruttura essenziale per lo sviluppo delle imprese italiane e per la loro internazionalizzazione. E i risultati anche di Expo 2015 stanno a testimoniarlo.
E quindi il rilancio della Fiera del Levante è funzione del rilancio del sistema fieristico italiano.
La ristrutturazione della Fiera del Levante è frutto di una azione sinergica. A livello locale di un serrato dialogo con i soci fondatori e con la Regione Puglia per la rimozione della cause endogene del declino dell’Ente. A tal proposito devo però anche ringraziare il Ministero del Lavoro, e quindi il sottosegretario Massimo Cassan
A livello nazionale la nostra associazione (AEFI) ha trovato degli interlocutori attenti nel Vice Ministro Calenda - che ha, per inciso,promesso di finanziare la prossima edizione di OASI, la nostra fiera sull’olivo e suoi derivati, nell’ambito del piano straordinario per il madein Italy - e del sottosegretario Zanetti in relazione al regime tributario applicabile alle fiere, in ragione della loro specificità.
Questa attenzione al sistema fieristico fa ben sperare nel rilancio dello stesso. Le rilevazioni statistiche del 2015, in merito a fatturato, espositori e visitatori, mostrano - dopo anni - una modesta, ma significativa, inversione di tendenza.
Rimane solo il problema del reperimento delle risorse per sostenere la ripresa. In tale ambito una opera meritoria la stanno svolgendo le Camere di Commercio. D’altronde si tratta del recepimento di un modello economico circolante. A Parigi il quartiere fieristico Porte de Versailles è stato finanziato per 500 milioni dalla locale camera di commercio. A Firenze, come le è certamente noto signor Sottosegretario, la Camera di commercio ha liquidato il superfluo per investire 70 milioni di euro nell’acquisto della Fortezza da Basso. E anche qui a Bari la Camera di Commercio fa parte della cordata con il gruppo Fiera di Bologna che si è candidata a gestire l’attività fieristica e congressuale, offrendo le risorse – economiche e di know how - necessarie per un rapido recupero di concorrenzialità.
Io sono sicuro che il Governo sosterrà la ripresa del sistema fieristico in generale, e di questa Fiera in particolare. Deludendo chi addirittura si augura che immaginari interventi governativi compromettano la ripresa di questa Fiera in particolare e del sistema fieristico italiano in generale.
Questa è l’ultima Campionaria che mi vedrà su questo palco come Presidente di questo glorioso Ente. Ritengo, infatti, di aver adempiuto all’incarico affidatomi e il mio mandato cesserà con l’approvazione, a breve, del bilancio 2014 e del preconsuntivo 2015.
Mi sia concesso di ringraziare chi ha voluto affidarmi l’onore di presiedere questo Ente, e il privilegio di servire la mia Regione: Michele Emiliano, Antonio Decaro e Sandro Ambrosi che sono sul palco ma anche Nichi Vendola e Francesco Schittulli che vedo in platea.
Ringrazio pubblicamente il mio Consiglio di amministrazione, il Consiglio generale e i revisori, che all’unanimità hanno sostenuto il programma di ristrutturazione. Ma anche e soprattutto i dipendenti della Fiera (e i loro sindacati) che hanno compreso la immensa difficoltà di coniugare il rigore dei conti con il sostentamento, per quanto possibile, dei livelli occupazionali.
In questi anni non mi sono sentito mai solo. E questa consapevolezza mi ha dato la forza di condurre a termine il mandato.
Con questi intendimenti, signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la invito a dichiarare ufficialmente ape