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FdL, Giochi di sponda con Firenze Fiera
Il presidente Luca Bagnoli a Bari

Una visita più operativa che istituzionale. Il presidente di Firenze Fiera, Luca Bagnoli, è arrivato a Bari in Fiera del Levante, per incontrare il suo collega pugliese, Ugo Patroni Griffi. Presenti anche il vicepresidente Lorenzo De Santis e una delegazione fiorentina.

Un incontro che testimonia l'interesse operativo di Firenze Fiera, per la Campionaria barese, che nell'ultimo triennio è riuscita a risollevare le proprie sorti, fino al partenariato pubblico-privato con Bologna Fiere. “Un caso interessante - ha tenuto a dire il presidente Bagnoli - soprattutto in un momento in cui il settore fieristico in evidente affanno. La Fiera del Levante -  ha specificato - è un evento che funziona bene e che ha molte analogie con alcune realtà della nostra Fiera, in particolare con quella dell'artigianato”.

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L'occasione propizia, eventualmente, per i due presidenti di partecipare insieme al piano straordinario per la promozione del Made in Italy, e fare fronte comune per provare ad ottenere finanziamenti che, fino ad ora, sono stati erogati solo alle Fiere del Nord.

L'incontro ha dato ad entrambi i presidenti la possibilità di spiegare le peculiarità delle due Fiere: “La campionaria - ha detto Patroni Griffi - è rimasta una Fiera B to C pura, che vede una concentrazione di pubblico nei due fine settimana e una vasta offerta convegnistica soprattutto durante la mattina dei giorni feriali. Abbiamo molto investito nel recupero degli immobili risalenti agli anni '40 e '50 - ha spiegato - al punto che realizzeremo il primo IMAX meridionale 4K, il terzo in Italia”.

Recupero di immobili e inaugurazioni di nuovi complessi, come il Centro Congressi, sono passaggi fondamentali. “Questo - ha precisato Patroni Griffi - ha creato un flusso finanziario parallelo, che mi permette di ripagare l'enorme ammontare di debiti trovati tre anni fa”.

FdL rifiuti pad
 

La Fiera, al suo insediamento come Presidente, aveva un ammontare di debiti pari a 25 milioni di euro, di cui, come è stato precisato: 15 milioni di debiti con i propri fornitori, 10mln. con gli appaltatori, 'zero' euro in banca. “Non avevamo la possibilità di pagare gli stipendi e avevamo un MOL (margine operativo lordo) negativo di 2 milioni e mezzo all'anno fisiologico, da quattro/cinque anni".

"L'anno scorso abbiamo chiuso con un MOL di -176mila euro, quest'anno chiudo con un MOL pari a +600mila euro", ha aggiunto. "Avevamo 67 dipendenti, un costo del lavoro di 3 milioni e 700mila euro su 4 milioni e 100mila di fatturato dell'attività caratteristica, siamo scesi a 39 dipendenti che non abbiamo licenziato, ma li abbiamo ricollocati nelle economie che abbiamo creato in Fiera, prevedendo sconti sul canone dei padiglioni, a patto che assorbissero i nostri esuberi".

"Questo ha funzionato e sta funzionando. Penso - ha concluso Patroni Griffi - che questa sinergia con Bologna possa essere utile”. L'obiettivo del presidente è quello di aumentare l'utilizzo dei padiglioni per l'attività fieristica-congressuale. “Abbiamo avuto in questi anni un incremento di quasi il 300% delle manifestazioni fra B to B e B to C. C'è voglia nella città di riappropriarsi del territorio”.

Firenze fortezza bastione
 

Dalla considerazioni del numero uno dell'Ente, emerge che nonostante il successo della Fiera, sarà necessario che anche il mondo della politica si renda conto che l'economia delle Fiere è particolare virtuosa. “Innanzitutto i politici dovrebbero comprendere che le Fiere vanno assecondate, che il territorio potrebbe depauperarsi in maniera irrimediabile, qualora i quartieri fieristici dovessero essere cancellati. In secondo luogo che questi quartieri hanno una scarsa redditività e altissimi costi di gestione, per cui sarebbe opportuno ridurre l'incidenza fiscale e permetterci di utilizzare quello che risparmiamo, rispetto alla fiscalità, per investire nel quartiere fieristico. C'è ancora parecchio da fare. Da parte nostra abbiamo messo in moto un meccanismo virtuoso. Spero che anche chi mi succederà voglia e possa continuare su questa strada”.

“A Firenze - ha detto Luca Bagnoli - ci piacerebbe riuscire a costruire qualcosa insieme. In particolare stiamo cercando di realizzare una sorta di collettiva, in cui le Fiere collaborino a realizzare - tutte insieme - ambizioni comuni. Cercare una sinergia che aiuti le Fiere a fare qualcosa insieme e ad andare meglio tutte insieme”.

La Fiera di Firenze che è una S.p.A., con 40 dipendenti e un fatturato pari a 14-15 milioni di euro, dal canto suo ha un vantaggio competitivo importante, rappresentato non solo dal fatto che è a Firenze, ma anche dalla sua vicinanza alla stazione ferroviaria. “Ce la caviamo abbastanza bene - ha spiegato Bagnoli - nella dimensione del "rosso tipico" della Fiera, affittando gli spazi. Abbiamo un solo event realizzato noi: la Fiera dell'Artigianato, che oscilla negli anni mediamente sui 120-130mila visitatori”.

"Siamo dentro una Fortezza del '500 (Fortezza da Basso)", per la quale - ha concluso - la Camera di Commercio di Firenze ha fatto una sostanziale offerta pubblica di acquisto, candidandosi a investire nella proprietà della Fortezza, proponendo che questi denari siano vincolati alla sua ristrutturazione”.

(gelormini@affaritaliani.it)