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Federparchi, l'intervista a Tarantini presidente Parco Nazionale Alta Murgia
L'arrivo in Federparchi di Francesco Tarantini - Parco Nazionale Alta Murgia e Corrado Tarantino - Area Marina Torre Guaceto. L'intervista di Affari a Tarantini
Salgono a quattro i pugliesi nel Consiglio Direttivo di Federparchi, con l’arrivo del presidente del Parco Nazionale Alta Murgia, Francesco Tarantini, e di Corrado Tarantino, presidente del Consorzio di Gestione - Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Anno ad aggiungersi a Michele Lamacchia, presidente del Parco Regionale Murgia Materana e a Rosa Melodia, sindaco di Altamura (Ba).
“Sono grato al Consiglio direttivo di Federparchi che ha votato il mio nome, per l’ingresso dei nuovi consiglieri nella Federazione nazionale dei parchi - ha dichiarato Francesco Tarantini - è una nomina inaspettata e la considero un riconoscimento al lavoro svolto in questo primo anno nel Parco dell’Alta Murgia. Sarò felice di dare un contributo a livello nazionale alle strategie di tutela delle aree protette, che sono alla base di uno sviluppo sostenibile del Paese”.
“Fa piacere - ha aggiunto - che dei tre nuovi consiglieri ben due siano alla guida di parchi pugliesi (il terzo nuovo ingresso è quello di Salvatore Ruiu del Parco Regionale di Tepilora - Nuoro), è un punto di forza notevole anche alla luce dell’istituzione dei parchi Costa Ripagnola e Mar Piccolo”.
“È indispensabile mettere a sistema le aree protette di Puglia, che rappresentano più del 14% del territorio regionale, creando in fretta un sistema parchi pugliese, con l’obiettivo di valorizzarle, rafforzando il dialogo tra i soggetti che ne concorrono alla tutela”.
L'intervista di Affaritaliani.it - Puglia al presidente del Parco dell'Alta Murgia, precedentemente alla guida di legambiente Puglia:
Francesco Tarantini, il suo ingresso nel Consiglio Direttivo di Federparchi conferma una tradizione di lunga data, per la presenza costante di rappresentanti pugliesi in seno a questo organo. Uno di loro, Matteo Fusilli - Parco Nazionale del Gargano ne è stato 14 anni fa anche presidente. Attualmente siete in quattro, insieme a Lamacchia (Murgia Materana), Tarantino (Torre Guaceto) e Melodia (sindaco Altamura). È la volta buona per il sistema Parchi di Puglia di avere finalmente una linea di interventi e una strategia comune?
Ad oggi non esiste ancora un sistema parchi di Puglia, esiste invece una radicata tendenza a lavorare a compartimenti stagni. La nostra regione ha due parchi nazionali, 20 regionali, 3 aree marine protette e 16 riserve naturali, che messi adeguatamente a sistema diverrebbero un fattore enorme di crescita a tutti i livelli, orientato alla sostenibilità. Lo scopo di un sistema parchi è valorizzare nel concreto il patrimonio naturalistico, sociale ed economico rappresentato dall’unione di tutti, coinvolgendo nel processo chi concorre alla gestione dei territori e ne è responsabile a vario titolo della tutela. Per costruirlo è necessario anzitutto aggiornare la legge regionale n. 19 del 1997 sulle aree protette, adeguandola alle normative recenti e rafforzando l’attenzione per le componenti di valore paesaggistico. Conosco chi compone con me il Direttivo di Federparchi e so che l’intento comune è tessere questa fondamentale rete delle aree protette.
Se si guarda alla galassia dei Parchi italiani, e per certi aspetti anche a quelli pugliesi, il quadro che si prospetta è una sorta di patchwork, con situazioni di estrema eccellenza (non tantissime e spesso concentrate nella fascia alta) e una miriade di realtà minori o comunque più modeste, spesso senza adeguate risorse e quasi sempre autoreferenziali, nonché votate a una funzione di arrabattata tutela di un ambiente circoscritto, senza ricadute sugli ambiti territoriali circostanti. Lei arriva da un’articolata esperienza in Legambiente, cosa si può fare per rendere “più produttive” presenza e influenza dei diversi Parchi nei rispettivi contesti locali?
I parchi devono dare anche loro un contributo allo sviluppo economico, passando per le vie della sostenibilità. Sul fronte parchi nazionali una chiave di volta potrebbe essere l’istituzione delle ZEA, le Zone Economiche Ambientali dove sviluppo e natura convivono e si produce una crescita dell’economia compatibile con l’ambiente. Il Parco dell’Alta Murgia sposa appieno l’intento del ministro Costa che punta a realizzarle, prevedendo vantaggi per chi svolge attività imprenditoriali nelle aree protette. Per una presenza più produttiva dei parchi, sia nazionali sia regionali, servono azioni che stabiliscano rapporti solidi con le comunità che vivono al loro interno. Diversamente tutti i progetti intrapresi saranno una sommatoria di iniziative random, forse poco efficaci per una fruizione di rilievo delle aree protette.
La pandemia da Coronavirus ha segnato profondamente le nostre tendenze e le nostre abitudini da modelli fortemente urbanizzati. Da più parti si indicano i contesti ambientali di prossimità, quali primi destinatari di attenzioni e probabili “motori di rilancio”, per una serie di attività turistico-esperienziali. Magari riportando lo sguardo anche verso il potenziale trascurato, e spesso depauperato, delle aree interne e dei loro modelli di vita comunitaria, segnati dalla propensione al mutuo soccorso. Che ruolo possono assumere i Parchi in tale prospettiva?
Il Covid ha rimodulato il vivere quotidiano e portato a galla vecchie e nuove criticità, legate a stili di vita e consumo che non rispondono più alle esigenze di questo tempo e né offrono soluzioni alle emergenze che stiamo affrontiamo. Il potenziale dei parchi per un cambio di rotta concreto non è da sottovalutare. Nelle aree protette si sperimenta un turismo dolce, in linea con quello della scorsa estate che ha privilegiato mete a due passi da casa e aree montane, insostituibili nel favorire un recupero psicofisico e perché permettono di rispettare il distanziamento. Nei parchi si potrebbero sperimentare nuovi modi di vivere, partendo da forme alternative di gestione del territorio, nuovi modelli di organizzazione del lavoro, diversi modi di spostarsi e di concepire gli spazi. Il filo conduttore è la sostenibilità, un principio chiave da considerare al centro delle pratiche sociali e dei comportamenti individuali e collettivi, al momento purtroppo applicato a macchia di leopardo.
Sarà il caso di inserire lo stimolo al lavoro di rete - sia locale che nazionale - nella interconnessione con le realtà europee, in una catena virtuosa di giochi di sponda a lungo raggio, che comprenda i cammini trans-nazionali e le strade tipiche dell’eno-gastronomia?
In questa direzione, uno degli obiettivi che si prefigge il Parco è appunto valorizzare le nostre realtà produttive portandole fuori dai confini regionali. In questo modo raccontiamo il patrimonio gastronomico murgiano fuori dalla Puglia, in quei luoghi dove è centrale un recupero dei sapori che si tramandano da generazioni. Il Parco è stato parte, e continuerà ad esserlo, di vetrine internazionali tra cui la Biennale Cheese, una fiera celebre in tutto il mondo che valorizza le tradizioni locali e promuove metodi di produzione nel rispetto dell’ambiente. Tra i cammini che interessano il nostro Parco si annoverano il Cammino Materano con la via Pauceta, ma anche la via Francigena che lambisce l’Alta Murgia a nord-est.
Pensa ci possa essere un’ulteriore opportunità di sviluppo e di coordinamento produttivo, allargando l’azione sinergica anche tutta un’altra serie di “Parchi” come quelli a tema o quelli archeologici, ma anche quelli eolici e fotovoltaici, i cui insediamenti non risultano avulsi dai contesti paesaggistici in questione?
Ogni parco ha precise finalità istitutive, con specificità che lo distinguono dagli altri e modelli di fruizione che possono ampiamente differire. Tra tutti, il comune denominatore dovrebbe essere l’attuare buone pratiche di gestione dei beni, in parallelo ad azioni innovative orientate alla green society. Nel Parco dell’Alta Murgia le azioni sono volte principalmente a proteggere gli habitat e a mantenere un’integrazione equilibrata tra uomo e natura. Parchi eolici e fotovoltaici non rientrano nel perimetro del nostro Parco, vi rientrano invece numerose aziende green che vogliamo sostenere come previsto dallo strumento delle ZEA.
(gelormini@gmail.com)