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Ferrovie Sud Est: un'idrovora!
Scoperchiato vaso di Pandora
L'alta velocità nelle Ferrovie Sud-Est era il motore dei soli stipendi dei dirigenti, dei compensi per consulenze e delle indennità "nepotiste" per la "gestione di archivi", ma soprattutto per l'Amministratore Unico, Luigi Fiorillo, alla testa dell'azienda dal 2004 al 2015 (13,7 milioni di euro percepiti).
Inclemente e allarmante la relazione del commissario delle Ferrovie Sud Est, Andrea Viero, consegnata al Ministero dei Trasporti, che mette in evidenza anche come il tutto avvenisse "senza che il socio o il collegio sindacale - riporta Viero nella sua relazione - assumessero alcuna determinazione".
Tra i primi ad intervenire su Twitter è stato Matteo Renzi: "Sulla vicenda squallida di Ferrovie Sud Est andremo fino in fondo. Abbiamo commissariato. E faremo pulizia totale. Il Sud cambia verso".
Mentre il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio conferma: "Alle Ferrovie Sud Est sono già stati revocati incarichi e ridotti i costi". E anche lui su twitter preannuncia: "Presto il piano industriale", ricordando che nella società ci sono anche "tanti lavoratori per bene", oltre a ribadire: "Il Sud #cambiaverso".
Ad aprire commenti e reazioni, in Puglia, è il Consigliere regionale del PD, Sergio Blasi: “Dal giugno del 2014, quando ancora ci trovavamo al termine della precedente legislatura, ho cominciato una azione di pubblica denuncia della squallida situazione delle Ferrovie Sud Est, coniugandola con la proposta di una infrastruttura rinnovata, la cui missione fosse migliorare la sostenibilità e l’efficienza dei trasporti in Puglia. All’epoca nessuno osava sollevare il coperchio di quello che in molti sapevano essere un vaso di Pandora. Perfino la giunta regionale della Puglia, nella passata legislatura, era stata respinta dal ministero di Incalza quando aveva chiesto una due diligence per vederci chiaro".
"Quando poi, finalmente, l’attenzione dei media locali e nazionali si è fermata sulle inefficienze dell’azienda - prosegue Blasi - la più volte reclamata sostituzione dei vertici di quella azienda è diventata inevitabile. Un risultato ottenuto anche ‘grazie’ alle inchieste della magistratura che hanno smosso le acque stagnanti al ministero delle infrastrutture, e hanno permesso l’ingresso di uomini nuovi in stanze prima inaccessibili a chiunque non rientrasse nel ‘giro’."
"Così abbiamo superato, è bene ricordarlo, l’indignazione espressa da chi avrebbe preferito che le cose restassero com’erano, di chi parlava di ‘responsabilità del governo e non del management’, di debiti dovuti alle mancate erogazioni da Roma – e non certo a consulenze o appalti per servizi inutili – e, in un estremo e grottesco ricorso a un campanilismo senza senso, protestava per la nomina di un commissario ‘del Nord’. Noi invece abbiamo accolto il commissario ministeriale Viero, che ha cominciato a fare chiarezza dove prima regnava solo lo squallore".
"Oggi il risanamento delle Sud Est, che deve essere prima morale e poi contabile, è cominciato", conclude Blasi, "E forse ci vorrà del tempo prima che treni efficienti e veloci arrivino a servire degnamente i cittadini del Salento e i turisti. Ma penso di poter dire che il nostro battagliare senza fermarci davanti alle porte chiuse e il nostro procedere in direzione ostinata e contraria rispetto ai tanti nemici della trasparenza ha cominciato a portare qualche risultato”.
Parla di Vaso di Pandora scoperchiato, invece, il Consigliere regionale del Gruppo consiliare Noi a Sinistra, Guglielmo Minervini: “E’ vero che il tempo è galantuomo. Perché alla fine il vaso di Pandora è stato scoperchiato. Delrio fa finalmente quello che andava fatto e che tutti i suoi predecessori non hanno voluto fare".
"Ricordo come fosse ieri quando consegnammo il “libro nero sulla sud est” nella mani del super ministro Passera. Fummo tra i primi a sentire il puzzo di malaffare nell'azienda che tutti consideravano la zona franca del bengodi. Speravamo, col presidente Vendola, nella libertà di manovra del super ministro tecnico, affrancato da tutti i vecchi legami consociativi".
"E, invece, anche lui sprofondò - ricorda Minervini - nella palude dei poteri trasversali occulti e palesi, che avevano da sempre blindato le sorti della Sud Est. La nostra richiesta di commissariamento non fu accolta, l’amministratore rimase imperturbato al suo posto e, anzi, anni dopo fu premiato rinnovandogli l’incarico. Intanto lo spreco proseguiva allegro e impudico. Fino a oggi".
"L’operazione verità arriva con almeno quattro-cinque anni di ritardo e alcune centinaia di milioni di euro di ulteriore buco. Alla società di revisione selezionata dalla Regione fu persino impedito l’accesso agli atti".
E poi aggiunge: "Lo ricordo quel gioco di melina, con cui riuscirono a far abortire la nostra verifica gestionale e contabile, grazie a protezioni di ogni sorta. Il muro di gomma di quel potere oscuro non tollerava sguardi intrusi, nemmeno quello della Regione, di fatto potenziale proprietaria dell’azienda".
"Eppure, in questo desolante deserto dell’etica pubblica, si scorge un germoglio ed è la convinzione del commissario, pienamente condivisibile, della possibilità di risanamento. Anche in una condizione così estrema, la Ferrovia Sud Est può rinascere".
"La Sud Est, alleggerita dal suo gravame corruttivo - precisa Minervini - è nelle condizioni di giungere nel giro di pochissimo tempo, due-tre anni sostiene il commissario, al risanamento finanziario e, dunque, un recupero pieno della sua missione aziendale. E’ possibile immaginare che anche la Sud Est possa diventare un’azienda sana e qualificata nel sistema del trasporto pubblico regionale".
"I cittadini del sud est barese, della linea ionica e del Salento chiedono a gran voce ormai un servizio automobilistico efficiente e il rilancio del trasporto ferroviario secondo modelli di una moderna metropolitana di linea. Realizzarlo conferirebbe alla qualità della vita e alla qualità dello sviluppo della Puglia una marcia in più”.
"Ma non ho capito allora e continuo a non capire come una società a capitale interamente pubblico, derivante direttamente dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti e poi dalla Regione Puglia attraverso il contratto di servizio appena ricordato, abbia potuto agire per così tanti anni senza alcuna verifica e controllo da parte delle autorità preposte, a ogni livello, rappresentando una sorta di zona franca dove è stato possibile andare oltre qualsiasi soglia di decenza e decoro. In attesa che vengano adesso accertate in ogni sede responsabilità penali e civili, l’auspicio è che con la Sud Est si sia raggiunto un punto di non ritorno: e che ogni centesimo di risorse pubbliche, di soldi della collettività, venga rendicontato e controllato, per salvare la società dal dissesto e per dovere e rispetto nei confronti dei cittadini, più volte vittime di una storia inquietante ed emblematica, nella quale sono in tanti, troppi a diversi interrogare e fornire spiegazioni su quanto fatto e non fatto”.
“Monta la rabbia - scrive Caracciolo - nell’apprendere come montagne di denaro pubblico siano stati utilizzate ad uso e consumo di approfittatori e personaggi senza scrupoli. A pagare come sempre è la collettività: rivolgo il mio pensiero e tutta la mia solidarietà ai moltissimi pendolari che ogni giorno sono costretti a raggiungere il proprio luogo di lavoro in condizioni impietose. Leggendo dei comportamenti ignobili che hanno offeso la Puglia mi viene in mente proprio il sacrificio dei pendolari che utilizzano il trasporto pubblico per guadagnare con onestà il proprio stipendio”.
“Per questo - continua Filippo Caracciolo - bisogna agire con rigore e chiarezza. Più volte da Presidente della V Commissione Trasporti nel corso delle audizioni sulle Ferrovie Sud-Est abbiamo dovuto rilevare con i colleghi consiglieri regionali le criticità della più grande rete di trasporto pubblico in Puglia. Insieme all’accertamento delle responsabilità abbiamo l’obbligo di salvaguardare i posti di lavoro messi a rischio da anni di gestione malsana. Abbiamo davanti l’occasione per rigenerare un pezzo importante del trasporto pubblico: l’impegno della politica e delle istituzioni deve essere di ridare dignità ai cittadini pugliesi che tutti i giorni usufruiscono del servizio di trasporto pubblico”.
(gelormini@affaritaliani.it)