PugliaItalia

Fòcara di Monteroni (Le)
L'incendio è doloso

Valentina Perrone

Non sempre dove il fuoco brucia non resta traccia di quel che c'era. A volte, proprio nel punto in cui le fiamme ardono e lasciano il loro segno devastante, da lì il nuovo riesce a prender vita, e si tinge di quel buono fatto di cose belle e inaspettate, a conferma che l'umanità è ancora in grado di restituire colore a ciò che essa stessa è capace di annerire.

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Tutto accade a Monteroni di Lecce, nel cuore del Salento, in questi giorni pronto ad onorare, nel pieno della tradizione cristiana del posto, Sant'Antonio Abate sulla scia della tradizione di Novoli e del falò maestoso realizzato in suo onore.

Peccato però che la notte scorsa un incendio doloso ha distrutto la fòcara di Monteroni, la montagna di legna realizzata giorno dopo giorno dai volontari del posto e la cui accensione era in programma per il 31 gennaio prossimo.

Tanta l'indignazione dei monteronesi esplosa soprattutto sui social, per un gesto insulso e senza alcuna motivazione fondante in grado di appagare, anche solo marginalmente, la sete di comprensione che in molti hanno avvertito dinnanzi al triste accaduto.

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Poi, sempre sui social, in brevissimo tempo, la rabbia e l'indignazione hanno lasciato il posto ad uno dei sentimenti più belli che l'animo umano è in grado di provare. Lo spirito di solidarietà ha avuto la meglio, propagandosi a vista d'occhio sui vari gruppi locali, dando vita a un vortice meraviglioso fatto di amore per la propria terra condito da una grandiosa voglia di ri-fare. In poche ore una catena di solidarietà tra cittadini, associazioni e attività commerciali del posto ha avviato una vera e propria raccolta fondi da destinare al rifacimento del falò, organizzando, al tempo stesso e sempre sul web, gruppi di volontari che nelle prossime ore provvederanno a ricostruire la tanto amata montagna di legna.

Tanti i salvadanai per la ”Focara 2016” posizionati sui banconi delle piccole botteghe e poi postati sui social, con innumerevoli inviti alle ”donazioni” che - tanto fanno sapere i monteronesi - sembrano già confermare le aspettative, così come dimostrano, al tempo stesso, che esiste pur sempre, in fondo all'anima, quella luce buona capace di convincere che l'agire dell'uomo è ancora in grado di generare sorrisi.