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Foggia, vasto intervento antimafia nella scia dell'operazione DecimAzione
Foggia, maxi retata nel prosieguo dell'operazione DecimAzione: blitz contro i clan Sinesi-Francavilla, Moretti-Pellegrino-Lanza e Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe
L’azione odierna delle forze dell’ordine, che a Foggia colpisce quaranta indagati nella maxi-inchiesta antimafia e che ha fatto scattare il blitz diffuso contro i clan Sinesi-Francavilla, Moretti-Pellegrino-Lanza e Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe, è la prosecuzione di un’operazione dal nome biblico: Decim Azione.
La decima, infatti, era la parte del raccolto o del reddito - pagata come tributo - alla classe sacerdotale e poi alla Chiesa o, ancora successivamente, al signore feudale.
Al termine dell’indagine coordinata da un pool della Direzione nazionale antimafia, Dda di Bari e Procura di Foggia e condotta da una task force composta da investigatori Sco, dalle Squadre Mobili di Bari e di Foggia, nonché del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Foggia, sono finiti agli arresti anche Federico Trisciuoglio, storico boss della Società, e Pasquale Moretti, figlio del boss Rocco. Oltre al dipendente del Comune di Foggia, Giuseppe De Stefano, in servizio all’Ufficio ‘Dichiarazione Morte Stato Civile’.
Quest’ultimo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato arrestato con l’accusa di aver fornito ad esponenti del clan Sinesi-Francavilla, i nomi delle persone decedute: “Grazie a queste informazioni - ha spiegato Giuseppe Gatti, magistrato della Direzione nazionale antimafia, che ha partecipato alle indagini - la mafia foggiana ha modificato le estorsioni alle imprese di pompe funebri della città. Al principio la mafia chiedeva alle agenzie di pompe funebri 500 euro al mese, mentre poi i mafiosi hanno iniziato a chiedere 50 euro a funerale. Questo sistema, che ha dato molti più soldi, è stato possibile grazie a questa gola profonda che dava l’elenco aggiornato dei decessi e, così nessuna agenzia di pompe funebri poteva sfuggire al monitoraggio della criminalità organizzata”.
“La mafia foggiana è divenuta il primo nemico dello Stato”, ha sottolineato il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, “Dal 9 agosto 2017, ovvero dal quadruplice omicidio di San Marco in Lamis - ha aggiunto De Raho - la risposta dello Stato è sempre stata più forte: da allora sono state effettuate 60 operazioni antimafia, 400 persone arrestate, decine di tonnellate di droga sequestrate e ben 67 interdittive antimafia”.
“Desidero esprimere il mio compiacimento e il mio plauso per l’ottimo lavoro svolto dalla cosiddetta "Squadra Stato", formata da agenti della Polizia di Stato e militari dell'Arma dei Carabinieri, che in queste ore stanno eseguendo numerose misure cautelari emesse nei confronti di decine di soggetti affiliati e contigui all'organizzazione criminale di matrice mafiosa nota come società foggiana”, ha dichiarato a caldo il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando l’operazione condotta dalle forze dell’ordine a Foggia.
“La vasta operazione di polizia giudiziaria - ha spiegato il Presidente Emiliano - ha interessato un pericoloso sodalizio criminale di stampo mafioso, operante nel territorio foggiano e l’importanza di tale operazione è strettamente correlata ai settori di interesse criminale della mafia foggiana che, come ha ben sottolineato il Procuratore Cafiero De Raho, non si muove solo per la consumazione di reati tradizionalmente mafiosi, ma ha assunto il modello tipico delle organizzazioni mafiose attraverso la gestione di affari e quindi attraverso una articolazione imprenditoriale economico finanziaria”.
“Si tratta - ha concluso Emiliano - di un altro importante passo in avanti nella faticosa azione di contrasto alla criminalità, verso la strada della legalità e della sicurezza”.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Gargano, dall'illegalità diffusa alla cultura della legalità