PugliaItalia
Fornaci, discariche e veleni
La Puglia calda di Silvestri
Caldo. Fa caldo. Fa molto caldo!
“Me fece male a chepa” recita un verso di una canzone di Daniele Silvestri, che parla di un viaggio in Puglia. Da Chieuti a Santa Maria di Leuca 436 kilometri (dato google maps) di meraviglie, di campagna e di mare, di colline e di pianura, di roccia durissima e di zolle odorose.
Quattrocentotrentasei chilometri di diversità, paesaggi che si susseguono e si sovrappongono in suggestive dissolvenze, sapientemente mixate, colline, pianura, mare, mare, mare, Gargano, Daunia, Salento, Murgia, Messapia, trulli, masserie, casolari, case bianche e addensate attorno a campanili svettanti, cattedrali, castelli, pagliai, jazzi, muretti a secco, mezzane, carrubi, perastri, ginestre, ulivi, ulivi, ulivi. Profumo d’origano, rosmarino, basilico, menta, citronella, finocchietto, rucola.
E poi, silenzi. Silenzi che parlano direttamente al cuore e all’anima, colori, dal verde delle vigne e degli uliveti al blu del mare, dal rosso della terra al bianco della pietra, dal giallo del sole all’accecante intensità della luce che qui sembra avere un colore.
Diversità architettoniche e culturali, dialetti e tradizioni differenti, alimenti e pietanze talmente variegate da rendere impossibile ogni tipo di classificazione, il tutto unito da una unica trama: una bellezza sfavillante ed ontologica.
“Così proseguo in questo viaggio in questa Puglia infinita e inizio inevitabilmente a ripensare alla vita, non ho la forza di soffocare i pensieri” (sempre Daniele Silvestri).
Appunto: i pensieri, quelli che ti tormentano quando rifletti sul fatto che a causa della cupidigia di alcuni, abbastanza pochi ad onor del vero, la bellezza possa essere sfregiata, vilipesa, mortificata, stuprata, dilaniata, distrutta.
Sono notizie di questi giorni l’allarme circa la discarica nella cava dei veleni di Trani o l’incendio della Fornace dei veleni di Troia, due città che dovrebbero rappresentare uno dei tandem esemplari della bellezza Pugliese, due città con due cattedrali da sbalordire anche un cinese che sia venuto in Italia solo per vedere il Colosseo.
Trani e Troia due situazioni senza speranza, due ferite gravi inferte all’integrità del territorio pugliese, decine e decine di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, oggi per giunta fumanti a causa di incendi non si sa quanto dovuti al caso o alla mano di qualche “priso” in-cosciente.
Troia e Trani due storie ormai passate nel dimenticatoio anche dei para ambientalisti occasionali, quelli che a seconda delle occasioni e delle amministrazioni che governano diventano o irriducibili difensori dell’ambiente o distratti cultori di ecologia in generale, pronti ad ogni compromesso e persino propensi a disboscare, cementificare e magari anche ad inquinare in talune situazioni (campi fotovoltaici e torri eoliche comprese).
Insomma degli ambientalisti a fasi alterne che, senza alcuna vergogna, possono costituirsi parte civile contro gli inquinatori di turno, nel caso specifico, salvo poi assecondare ogni sfregio alla integrità dell’ambiente e del territorio solo perché l’impresa e la speculazione si aggettiva con un termine di moda come per esempio: sostenibile.
Vi sono delle parole magiche che funzionano come degli incantesimi. Un’altra è: economia di scala e quindi tra sostenibilità, vantaggio di scala e “interesse comune” si continua in maniera imperterrita a degradare l’indegradabile, si continua a violare quanto di più sacro ed inviolabile ci sia al mondo: la propria terra, la propria casa.
Trani e Troia due gemme rilucenti di fulgida bellezza e di storia ultramillenaria, ferite da due discariche che in questi giorni hanno rischiato di bruciare con potenziali esalazioni tossiche e brutte conseguenze sulla salubrità dell’aria e sulla ricaduta dei miasmi su ogni cosa circostante.
E pensare che a Troia la società proprietaria della fornace ha ottenuto, dal Tribunale di Lucera, dopo la prescrizione tombale di tutti gli “identificati” colpevoli, il dissequestro dello stabilimento per procedere alle opere di bonifica; naturalmente, fino ad oggi non un solo metro quadro di territorio è stato oggetto di tale bonifica.
Per Trani identico discorso: se i cittadini onesti sperano che qualcuno inizi le operazioni di bonifica o che finalmente, anche alla luce della nuova legge sui reati ecologici tipo “disastro ambientale”, qualcuno paghi per le “imprese pregresse” è fantascienza.
Eppure, sarebbero bastati “pochi grammi di coraggio” (sempre citando Daniele Silvestri) da parte di cittadini tranquilli e ben pensanti per evitare tali disastri o almeno fare in modo che ai colpevoli venisse comminata una giusta pena. Invece, mentre le discariche continuano a fumare, i suddetti, come tutti sanno, continuano bellamente a godersi le ricchezze accumulate a danno del territorio e della salute di tutti, fumando anch’essi, ma lunghi e preziosi sigari Avana lungo i bordi delle loro cristalline piscine private.
Trani e Troia due storie conosciute, due crimini scoperti ed identificati, ma quanti di questi crimini a danno della bellezza pugliese sono stati commessi e restano tutt’oggi sconosciuti e impuniti?
Purtroppo il coraggio è una virtù inaugurale, senza coraggio non si inaugurano cose nuove e per ora ad iniziare nuove cose sono solo quelli che badano ai propri esclusivi interessi, compresi i sigari, e non al “bene comune”.
…E dopo Brindisi, Ostuni, Monopoli volano via rischiosamente in bilico tra sabbia e fantasia, mi piacerebbe stendere la mano e salutandole lasciare la mia angoscia scivolare piano. Niente da fare, c'è qualcosa dentro che spinge e che fa male e invece niente, niente, da fare, c'è qualcosa dentro che spinge e mi costringe ad urlare: ' Me fece mele a chepa'. (citazione da Daniele Silvestri).
Caldo. Fa caldo. Fa molto caldo!