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Francesco e i Patriarchi a Bari:
'Medio Oriente, su di te sia pace!'
Il Papa e i Patriarchi a Bari per un evento senza precedenti: riaffermare la "sinodalità" nell'interesse e tutela del Medio Oriente e delle radici cristiane
Francesco torna in Puglia nella scia dei Papi che, all'inizio dello scorso millennio, erano soliti indire concili sinodali in questa terra-finestra verso Est e il Medio Oriente, per rimediare al vulnus 'scismatico' del Concilio di Costantinopoli del 1054, e rilanciare un cammino di pace e ritrovata unità, nel segno comune di San Nicola.
Ed allora tutti "Pellegrini a Bari", esorta Papa Francesco, la città dell'incontro e dell'accoglienza o - come l'ha definita Kirill Patriarca della Chiesa Ortodossa Russa - la città della mediazione, dove "la Madonna Odegitria - Santa Madre di Dio - mostra la via, mentre il venerato Vescovo di Myra, diventato Santo di Bari , esorta a contemplare l'orizzonte, con la mente e il cuore rivolti al Medio Orente: crocevia di civiltà e culla delle religioni monoteiste".
"Perchè là dove i cristiani sono sempre stati - ricorda il Santo Padre - là in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime. E perchè nel silenzio di tanti e nella complicità di molti, devastazioni e fughe sono ormai prassi quotidiana, ma il Medio Oriente senza i cristiani non sarebbe Medio Oriente".
Da questa finestra verso Est e il Medio Oriente - rappresentata magnificamente nella sua essenzialità sullo sfondo absidale del palco cerimoniale di largo Giannella sul lngomare barese - si è levata la preghiera corale, patriarcale e popolare, per implorare con le parole del Salmo 122 (cantico di Sion) - nel ritmo melodico di neumi su un immaginario rigo musicale - 2,2,2,3,4: "su di te sia pace" Gerusalemme! "Città santa amata da Dio e ferita dagli uomini", ha sottolineato Papa Francesco.
Una liturgia della preghiera che ha visto riuniti i Patriarchi prima nella cripta con le reliquie di San Nicola, per l'accensione della lampada uniflamma. La lampada a forma di barca con due ancore a prua e a poppa, che rappresenta la Chiesa, con San Nicola che reca sulle spalle due coppe rappresentanti l’una la Chiesa d’Oriente e l’altra la Chiesa d’Occidente con scritta, in greco e in latino, la preghiera di Gesù al Padre, prima di morire: “che siano uno”. Queste coppe sono alimentate da oli differenti, per testimoniare la diversità di riti di cui si compone la Chiesa. In pratica, la ricchezza della Chiesa per tener viva la fiamma unitaria della speranza.
Quindi, tutti insieme sull'ecumenico "bus della Pace", per dar corpo al cammino comunitario e fraterno della "sinodalità", che rende "senza precedenti" questo appuntamento ecumenico, nel capoluogo pugliese, delle chiese patriarcali.
Una serie interminabile di messaggi tra le righe e di segni metaforici, per sancire la sacralità dell'evento: dalla stessa lampada uniflamma alla finestra orientata tra l'Odegitria e il Santo moresco; dal Vangelo di Matteo - apostolo nelle terre del regno di Saba - alla data del 7 luglio che segna la nascita a nuova vita di Atenagora, il Patriarca di Costantinopoli a cui si deve la ripresa del dialogo tra le chiese, con la sua apertura a Paolo VI.
Dal tavolo circolare nella Basilica nicolaiana, posizionato nel transetto: cuore dell'incrocio dei bracci greco-latini della chiesa, fino all'incedere dello stesso Francesco, che cluadicando riproduce - incosapevolmente - l'andatura del Santo quando esce in processione per le vie di Bari Vecchia.
Cinque le Chiese patriarcali che si ritrovano a Bari: quelle di Alessandria, Roma, Costantinopoli, Antiochia e Gerusalemme; cinque le lingue utilizzate - latino, greco, arabo, inglese e francese - per divulgare e condividere la Preghiera per la Pace; cinque gli elementi naturali che hanno accompagnato il percorso fatto insieme verso la preghiera come Ceractori di Pace: Il sole per dargli luce, il vento per assicurargli la forza della spinta, il mare per facilitarne diramazioni e collegamenti, la terra con l'olio per tener vivo il fuoco della speranza e il sorriso quale balsamo e chiave preziosa per ogni dialogo e confronto.
Molto simbolico anche il quadro finale del momento cruciale della giornata: quando il Papa e i Patriarchi sono tornati sul sagrato della Basilica di San Nicola, per la lettura affidata a Francesco del documento finale: articolato, risoluto, severo e nel contempo esortativo, nonché caparbiamente alla ricerca di speranza.
Francesco aveva accanto a destra Bartolomeo di Costantinopoli, col suo pastorale che dava l'idea di una spada, e a sinistra Tawadros II - Patriarca della Chiesa copto-ortodossa di Alessandria, che aveva in mano la croce copta con la sua forma di chiave, e nella sua sintesi rappresentativa più evidente dava l'impressione di essere tra Pietro e Paolo - che in lui stesso si immedesimavano - facendo assumere al messaggio in lettura una forza e un peso decisamente più significativi. Ancor più, perchè accompagnati da frequenti cenni di assenso degli stessi Patriarchi e dagli altri.
"In Medio Oriente, come altrove, Cristo ci invita a rimettere la spada nel fodero", leggeva il Pontefice, "Il vero peccato è l'incoerenza tra fede e vita praticata, che oscura lo spirito. Le fede dei semplici è diffusa nel Medio Oriente. Incontro e unità vanno insistentemente cercati, senza la paura delle diversità. Per cui, l'arte dell'incontro prevalga sulle dtrategie dello scontro. E le urla di guerra si trasformino in canti di pace".
Come in un 'crescendo con fuoco' è quindi arrivata la raffica dei 'Basta!': "Basta con i tornaconti di pochi sulla pelle di molti. Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli. Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente. Basta usare il Medio Orente per profitti estranei al Medio Oriente. Il mondo dell'energia cessi di essere misura dell'economia dei popoli".
Prologo incisivo ed efficace al finale con emozione: "La speranza ha il volto dei bambini. Asciugando le loro lacrime, il mondo troverà la dignità!", ha ribadito tra gli appluasi dei fedeli rapiti e in comunione col consesso sinodale, "Il Medio Oriente non sia più un arco teso di guerra, ma Arca di Pace. Allora ripetiamo tutti insieme l'auspicio biblico: Su di te sia Pace!". E il coro dei fedeli fedeli è partito come un mantra, mentre i ragazzi mettevano in volo le colombe.
(gelormini@gmail.com)