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Francesco Monteleone
"La fisica dell'amore"
di Francesco Monteleone
Scrivere un libro sull’Amore è stata una fatica pazzesca.
Ho trascorso qualche centinaio di ore a leggere testi di ogni epoca, di vari generi, facili o difficili, con entusiasmo o controvoglia. Attaccato alla sedia, mangiando in piedi e senza stoviglie quel che rimaneva giorno per giorno di spese fatte a capocchia in un supermercato, lavorando e guadagnando solamente per poter pagare la locazione e risparmiando su tutto il resto, pregando la madonna del Carmelo che finisse presto il lunghissimo caldo dell’estate e ingannando la solitudine col karaoke dei neo-melodici napoletani (che sono i veri fenomenologi dell’amore) alla fine ho visto il miracolo: i pensieri sono diventati parole, frasi, paragrafi, capitoli. L’editore barese Alessio Rega, sempre con il sorriso e tanta incoscienza giovanile, lo ha giudicato, accettato, corretto, impaginato e fatto stampare.
In questa ultima settimana sono andato in libreria a vedere dove avrebbe potuto sistemare un posticino il testo. Così è successo il secondo miracoletto: ho sentito 4 ragazzi che discutevano su Heidegger come se fosse Messi, Amy Winehouse, Brad Pitt, Roberto Bolle o simili celebrità, insomma si contendevano i significati del controverso maestro con competenza, curiosità, ardore e tanta tantissima ironia. E non è finita. Due giorni dopo, avendo comprato un dvd introvabile (non vi dico di quale regista altrimenti mi ricoverate a geriatria) per festeggiare cercavo uno spacciatore di birra Peroni quando ho sentito per strada, in Via Melo, dei ragazzi che parlavano ad alta voce di Platone (e non poteva essere una omonimia perché nessuno altro si chiama così da 15 secoli, nemmeno in Brasile). Pazzesco! Mi è sembrato che la filosofia fosse tornata di moda tra la gente comune, come è stato nel passato e come dovrebbe essere nel presente. Forse mi illudo, ma ho preso questi segni come un buon auspicio. Il mio libro è questo: il racconto popolare, senza false pretese, dell’Amore pensato e descritto da molti importanti filosofi.
Ma perché si fa una operazione così lunga, piena di dubbi, tanto faticosa? Per guadagnare? Non si guadagna nulla. Per diventare famosi? Sarebbe una stupida follia. Per dimostrare il proprio talento letterario? In Italia ci sono pochissimi lettori e il mercato editoriale è manipolato da affaristi. Infine, sono stati scritti così tanti libri belli da autori geniali che se dovessero chiudere stasera tutte le tipografie del mondo, l’umanità avrebbe da leggere per 5 secoli senza morire di noia. Ho l’impressione che di questi tempi i giardinieri possano essere più utili dei letterati. Eppure c’è una ragione per la quale si scrive un libro.
E' la stessa ragione per la quale la natura fa sbocciare un fiore o piove su una terra arsa dal sole o una mamma partorisce sotto le bombe. La natura ci insegna a prenderci cura degli altri senza esitazioni e ognuno lo fa a modo suo, con il proprio talento.
"La fisica dell’amore” da oggi è a Bari nelle librerie Laterza, Roma, Feltrinelli e ‘Paideia’ di Modugno. Si può trovare nelle librerie di tutta Italia o ordinare sul sito della casa editrice Flaneur.