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Franz Kafka all'Inps, l'odissea dei poveri Cristi

di Mario Pennuzzi

Il grido di aiuto, in perfetto stile kafkiano, di Mario Pennuzzi mette a nudo le frustranti fragilità di un pachiderma nazionale come l'INPS

La crisi di una società moderna diventa evidente quando i cittadini perdono fiducia nella adeguatezza e giustizia delle sue istituzioni. Per questo il legislatore indicò tre principi fondamentali dell’azione amministrativa, l’efficienza, cioè la capacità di dare risposta ai cittadini in tempi adeguati, l’efficacia, ovvero la necessità di dare risposte che soddisfino le richieste, la trasparenza amministrativa che è la fonte della fiducia dei cittadini, perché solo attraverso la trasparenza il cittadino ha consapevolezza della correttezza ed imparzialità dei provvedimenti assunti.

Calvino Pennuzzi

Franz Kafka a suo tempo raccontò una realtà tutta diversa, una società (ormai sul ciglio di un baratro), in cui le istituzioni sono incomprensibili ed ostili per i cittadini. In una breve ma bellissima novella narra di un contadino che si rivolge alle istituzioni per una sua legittima richiesta. Sulla soglia il guardiano lo ferma, lo minaccia, lo intimidisce, gli impone di aspettare, sarà lui a dire al contadino quando potrà passare e la sua richiesta potrà essere ascoltata. Così il contadino trascorre anni dinnanzi a quella porta, ma ogni volta che chiede di entrare il guardiano lo respinge dicendo che ancora non è tempo.

Devo dire che a distanza di un secolo, e pur essendo stato per anni io stesso un funzionario pubblico negli ultimi anni, mi sono sentito nella condizione di quel contadino, avendo dovuto avere rapporti con la sede INPS di Taranto. Racconto la mia storia, ma purtroppo è simile a quella di tanti altri, magari meno attrezzati di me a reagire. Il fatto è che nella mia vita sono stato un lavoratore molto moderno e flessibile, per cui la mia situazione contributiva si presentava molto frastagliata, ed avvicinandosi il limite di età ho valutato di dover scegliere il meccanismo del cumulo per costituire la mia pensione. Consapevole della difficoltà ho avviato la pratica per tempo, circa un anno e mezzo prima della mia messa a riposo, sono stato seguito da un patronato, abbiamo controllato i resoconti dell’INPS, c’era tutto, lavoro dipendente privato, consulenze, insegnamenti, cassa integrazione, periodi da amministratore della città, tutto in ordine, una ricongiunzione complessa ma, con tutte le carte in regola.

kafka giusta

Ero fiducioso ed invece cominciava l’odissea: primo assegno ricevuto solo dopo otto mesi, e poi una pensione che non corrisponde ai calcoli che avevo previsto. Ho sbagliato? Alla fine mi accorgo che una delle voci di calcolo è assente, e che un’altra, calcolata in settimane è tre anni e mezzo inferiore alla realtà dei contributi. La trafila successiva non la racconto è lunga e noiosa. Sono passati tre anni dall’avvio della pratica.

Alla fine già da sei mesi l’INPS ha riconosciuto l’errore ma il ricalcolo del mio assegno non è stato fatto. Non riesco ad avere due informazioni fondamentali, per altro previste dalla legge 241/90 che regola il funzionamento e la trasparenza del pubblico impiego: il nome del responsabile del procedimento che mi riguarda, i tempi di lavorazione della pratica che non possono essere infiniti. Ho scoperto che quelli che erano gli strumenti di facilitazione dell’accesso dei cittadini alla pubblica amministrazione, sportelli, call center, siti internet si sono trasformati nel guardiano del racconto di Kafka, poiché forniscono solo risposte del tipo, “abbiamo ricevuto”, “abbiamo trasmesso”, “è in lavorazione presso”, nulla che faccia riferimento al concreto stato della pratica del cittadino nel frattempo declassato a semplice cliente.

inps 02

Ed allora che può fare un cittadino di fronte a tanta tracotanza? Se ha senso civico deve rendere pubblico (anche attraverso la stampa) il disagio ed il problema per evitare che anche altri vi incorrano. Se ha senso politico deve organizzare se stesso ed altri a reclamare diritti.

Se crede nelle istituzioni deve denunciare alla magistratura i comportamenti omissivi. Se ha perso fiducia chiederà una raccomandazione e smetterà di essere titolare di un diritto diventando davvero un cliente. Se la sua fiducia è del tutto scomparsa cercherà di ungere qualche ruota (nella mancata trasparenza si può annidare la corruzione).

Il Racconto di Kafka si conclude quando il contadino muore ed il guardiano chiude definitivamente quella porta, che era stata creata solo per il suo passaggio. Non è così che deve finire.