FS, raddoppio Termoli-Lesina
Come la tela di Penelope
A denunciarlo è il Presidente del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare, Giannicola De Leonardis: “Il raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina, con il superamento di una strozzatura di 32 chilometri appena, che da decenni rappresenta un ostacolo insormontabile per modernizzare i collegamenti lungo la dorsale adriatica - marcando un crescente, vistoso e drammatico divario tra Nord e Sud del Paese - per colpa dell’atteggiamento irresponsabile della Regione Molise si è trasformato in una versione contemporanea della tela di Penelope".
"L’ex Ministro ai Trasporti e Infrastrutture Maurizio Lupi - ricorda De Leonardis - aveva impresso, durante il suo breve insediamento, una decisa accelerazione per la realizzazione di un’opera infrastrutturale di importanza strategica: ritenuta di interesse nazionale. Aveva anche manifestato la volontà di avocare al Governo la decisione finale, in caso di perdurante stallo nel confronto tra la Regione Puglia e la Regione Molise con i vertici di RFI"
"A tal proposito - prosegue il consigliere foggiano - l’approvazione del progetto da parte del Cipe sembrava finalmente annunciare la schiarita tanto attesa e tanto auspicata. Invece, si continuano a registrare le sconsiderate prese di posizione di autorevoli esponenti dell’esecutivo molisano, che insistono per l’inserimento di una variante (per realizzare una galleria naturale e una artificiale), che avrebbe l’effetto di aumentare considerevolmente i costi dell’opera e di dilatare i tempi di realizzazione all’infinito, con relativo, fondato rischio di perdita dei finanziamenti disponibili".
"Da qui l’invito - conclude De Leonardis - alla luce del muro contro muro, che si vuole spacciare per dialogo, ai rappresentanti della Regione Puglia e del Governo nazionale: di uscire dallo stallo prodotto da chi non ha evidentemente alcun interesse e volontà che il progetto si realizzi, e all’interesse generale preferisce una visione miope e schiacciata su calcoli che non hanno nulla a che vedere con argomentazioni pretestuose. Dopo decenni di immobilismo, non possiamo più permetterci di arrenderci e consegnarci all’arretratezza, prigionieri di un eterno presente incapace di diventare futuro”.
(gelormini@affaritaliani.it)