G7 Finance: ricchezza,
moneta, risorse e povertà
Forum 'Economia e povertà', l'intervento incisivo dell'Ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, quello di James K. Galbraith e il Manifesto di Bari
“Ai contradittori e spesso arroganti segni del potere, non si può che reagire con la forza mite del potere dei segni”, lo ribadiva con la dolcezza della sana e cristiana provocazione don Tonino Bello e lo ha ricordato Grazia Francescato, concludendo i lavori del Forum “Economia e povertà - Politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile e la salute globale”.
E così mentre i vertici economici dei 7 Grandi Paesi della Terra si blindavano nel Castello Normanno Svevo - di una città che si è sentita respinta e accerchiata - a parlare di moneta e di ricchezza (anche se il presidente di turno, Pier Carlo Padoan, ha dichiarato: “Senza inclusione non c’è crescita”), nell’Oasi Francescana del quartiere Japigia la Regione Puglia ha proposto l’inizio di un cammino di attenzione alle persone, chiamando al confronto economisti e operatori sociali su povertà, disuguaglianze e esodi.
Il contrasto risalta all’obiettivo e segna una tre-giorni attraversata dai primi venti caldi del Mediterraneo e illuminata dal tipico sole di Puglia, che in primavera brilla dei riflessi verdi della campagna, dei riverberi salmastri dei suoi mari e dell’eleganza imponente dei suoi monumenti.
Un appuntamento multidisciplinare, per il Governatore Michele Emiliano, che ha visto confrontarsi studiosi di varie estrazioni con la cittadinanza attiva e la Regione Puglia, che lo ha organizzato con risorse proprie e senza affidarsi ad alcuno sponsor: “Che - ha ricordato lo stesso Emiliano - di certo avrebbe limitato la libertà del dibattito”.
Ospite di spicco James K. Galbraith, già consigliere del presidente USA, Barack Obama, protagonista della Guest Lecture dell’appuntamento francescano a Bari, in cui ha ribadito con decisione: “Non faccio parte della schiera di economisti beneducati e sostenitori che povertà e diseguaglianze sono da affrontare separatamente”.
“Io non sono beneducato - ha precisato - e non credo che la crescita sia un elisir magico. Sono riformista e democratico, e credo che le riforme debbano coinvolgere l’intera società, compresi ricchi e potenti”.
“Finora non si è agito in tal senso - ha sottolineato Galbraith - e abbiamo visto tutti che una delle conseguenze di tale resistenza, purtroppo, è stata quella di mettere a rischio la pace nel mondo. Una pace a rischio anche, forse soprattutto, a causa delle diseguaglianze”.
Galbraith ha poi ripreso, nel suo atteso intervento, anche l’idea di un nuovo New Deal: “Nella nostra agenda di base, la Modest Proposal, abbiamo chiesto un impegno concreto e senza preconcetti per la gestione del debito pubblico. E’ quello che fecero gli inglesi nel dopoguerra, quando decisero di affrontare - in chiave keynesiana - un tasso di disoccupazione che viaggiava oltre il 10%”.
Ed ha indicato: “L’esigenza di una proposta di New Deal anche per l’Africa, che oggi soffre di una crisi di crescita, che porta a intense migrazioni”. E per questo si è detto fiducioso, lodando l’iniziativa del Forum “complementare” al G7 dei Ministri dell’Economia e dei Governatori delle Banche centrali: “Spero che l’Italia e la Puglia vogliano iniziare a mostrare la strada a tutti”.
Ma a segnare con determinazione e incisività il Forum è stato proprio l’Ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, con le sue sferzate sullo sviluppo del Terzo Mondo: “Occorre rendere la società mondiale una società umana”, spostando l’attenzione dalla “ricchezza dei PIL” alla “ricchezza delle persone”.
“Con la globalizzazione - ha detto Abouyoub - sono cresciute le disuguaglianze. L’obiettivo universale, oggi, è lo sviluppo sostenibile. Per questo si guarda all’Italia e al suo progetto sociale con interesse. Dobbiano riuscire a trovare il giusto equilibrio tra ricchezza industriale e povertà condivisa”.
Oltre 20 milioni di esseri umani, in Africa - molti dei quali bambini, secondo l’Avvenire - sono morti nel 2016 a causa della siccità. Un numero doppio di quello dei morti della Prima Guerra Mondiale, bilancio che tutti ricordano con orrore.
“I cambiamenti del clima sono una delle cause delle migrazioni a cui stiamo assistendo”, ha ricordato l’Ambasciatore, “Il Marocco accoglie migranti da tutta l’Africa. Dalla Namibia alla Nigeria, e da tutta la cintura del Sahel. L’Europa non è il territorio più importante per i flussi migratori, nonostante le apparenze. L’immigrazione va da Sud a Sud, e soprattutto a causa del cambiamento climatico”.
Secondo Hassan Abouyoub: “Questa è anche una delle cause maggiori che ingenerano l’instabilità nell’Africa odierna. Fame e povertà in questo continente sussistono perché abbiamo distrutto circa il 40% del potenziale agricolo: la terra è rovinata, dobbiamo riportarla ad essere fertile come era un secolo fa. E’ l’obiettivo indicato a Marrakech qualche tempo fa”.
“L’acqua è quindi il tema comune dei prossimi anni - mi ha detto l’Ambasciatore durante un colloquio a margine del Forum - con l’Italia e con l’Europa abbiamo i medesimi interessi: creare ricchezza omogenea. Perché da noi, come da voi, ci sono sacche di concentrazione di ricchezza e aree diffuse di povertà”.
Importante sarà il coordinamento attorno alle governance. A tal proposito il diplomatico ed economista marocchino dice di guardare con fiducia alle “reciprocità” istituzionali e amministrative con i Paesi europei, a cominciare dall’Italia, a partire “dai nuovi modelli di governance territoriale, con cui mi sento in grande sintonia”.
E con l’acqua l’altro tema cruciale e quello dell’energia. “Come ribadito durante la Cop 22 di Marrakech il Marocco punta ormai, con sempre maggiore decisione, alle fonti di energia verde. Si tratta di una scelta strategica, l’obiettivo prefissatoci è di sostituire le fonti fossili del 42% con quelle rinnovabili entro il 2030 e, sul lungo periodo - nel 2050 - toccare la soglia del 52%. E’ nostra ferma intenzione, infatti, di voler giocare il ruolo che ci compete tra i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, la regione più esposta agli effetti del cambiamento climatico”.
“Sono in Italia da alcuni anni e mi sento di poter confermare - aggiunge Abouyoub - che per sviluppare l’internazionalizzazione delle sue aziende, l’Italia deve guardare al Sud, all’Africa. E, a conti fatti, forse il cancello per l’Africa, con tutto il rispetto e tutta l’umiltà del mondo, può essere rappresentato proprio dal Marocco”.
Ed alla domanda su quali staminali fanno del Marocco un Paese resistente alle bufere integraliste che attraversano i continenti, l’Ambasciatore Hassan Abouyoub ricorda: “Il nostro sistema monocratico, accettato da tutti, e sancito nella Costituzione è una solida ancora. Il Marocco è africano, è arabo, è amazigh (berbero, ndr), ha una dimensione mediterranea, ed è legato all’Europa da cinquecento anni - la prima ambasciata del Marocco in Europa, aperta sul suolo britannico, risale al 1600. Abbiamo rapporti, quindi, di altissimo livello”.
“Lo stesso si può dire anche della Francia, della Spagna e della stessa Italia: “Quando ancora non c’era ‘l’Italia’, intrattenevamo rapporti con le Repubbliche marinare di Venezia e Genova. Il Marocco, insomma, si trova in una situazione obiettivamente diversa rispetto a qualsiasi altro Paese del Sud del Mediterraneo”.
I Numeri della Povertà sono stati descritti da Federico Polidoro dell’Istat, mentre Vito Peragine, Ordinario di Economia Politica all’Università degli Studi di Bari “A. Moro”, ha illustrato una serie di ricerche sull’inizio della diseguaglianza in Italia e nel mondo. Mettendo in evidenza come, per il nostro Paese, “la forbice dei redditi abbia cominciato a aumentare in modo esponenziale dopo la crisi del 93-94, e come sia stata affrontata anche con massicce dosi di privatizzazioni e con il ritiro dello Stato da larga parte dell’economia nazionale”.
Maria Teresa Gattullo ha analizzato le peculiarità dell’Economia di comunione, e delle applicazioni in alcune comunità cattoliche in Italia e in Europa. Mentre, Maria Neira dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha puntato il dito sulla necessità di una riorganizzazione dell’energia in chiave ecologica: “Abbiamo avuto finora 7 milioni di morti prematuri nell’era industriale per l’inquinamento dell’aria. Questo anche a causa della mancanza di energia pulita, sostenibile e occasionale. E’ un problema sanitario prima che ambientale. Così come lo sono le conseguenze delle politiche dei trasporti e della pianificazione urbana”.
Nel succedersi degli interventi, Eduardo Missoni, dell’Università Bocconi di Milano, ha rimarcato come “Sia fondamentale garantire benessere per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Auspicando il ritorno a un multilateralismo tra i Paesi, e una ritrovata centralità della Carta delle Nazioni Unite”. E ancora di “New Deal con un forte intervento economico internazionale per l’Africa”, ha parlato Salvatore Ippolito, della Commissione ONU per i rifugiati.
Barbara Valenzano, capo dipartimento Ambiente della Regione Puglia, è ritornata invece sulla questione del danno sanitario da emissioni industriali, con speciale riferimento “Alle diossine e alla loro correlazione con alcuni tumori", arrivando alla decisiva proposta di "de-carbonizzazione dell’Ilva e la sostituzione del coke con il preridotto e il gas naturale”. E introducendo l’ultima sessione dei lavori, è toccato all’assessore al Welfare, Salvatore Negro, descrivere l’avvio della misura Red, il reddito di dignità pensato dalla Regione: “Uno strumento possibile per dare battaglia alla povertà”.
Le conclusioni della sessione sono state affidate a Grazia Francescato che, dopo il riferimento esortativo di don Tonino Bello, ha invocato una “Riconversione ecologica dell’economia, ripartendo da quanto ha scritto Papa Francesco, uno degli ultimi uomini politici rimasti, nella sua enciclica Laudato Si’ ”.
Il Manifesto di Bari, prodotto alla fine del Forum, “Potrà essere migliorato e implementato da chi lo sottoscriverà successivamente”, ha affermato concludendo Gianmarco Surico, ideatore dell’appuntamento e coordinatore dei lavori.
La benedizione ‘francescana’ da parte dei padroni di casa è stato il sigillo finale e gioioso, che ha accompagnato i sorrisi soddisfatti e beneauguranti dei partecipanti verso il nuovo cammino!
(gelormini@affaritaliani.it)