PugliaItalia
Galante (M5S) su emissioni Ipa
"L'Ilva uccide Taranto"
La controversa vicenda e presenza dell'Ilva a Taranto continua a produrre tensioni, rassegnazioni e tentativi di reazioni, si direbbe in funzione dei venti che, di volta in volta, spirano sulla città. Venti reali e venti metaforici. Le complicazioni si accumulano e, sedimentandosi, non aiutano certo a dipanare la matassa - alquanto ingrovigliata - del paradosso tutto tarantino: quello di un vero e proprio "bene comune micidiale".
Le preoccupanti dichiarazioni di Alessandro Marescotti, presidente dell’associazione ambientalista Peacelink di Taranto - secondo il quale in occasione dei giorni in cui sulla città soffia un forte vento proveniente da nord-ovest "wind days”n - ingenti quantità di inquinanti organici prodotti dalla combustione dell’ILVA verrebbero trasportati direttamente sulla città, hanno avuto importanti sviluppi.
In merito si è espresso immediatamente il consigliere regionale M5S Marco Galante: “Se la Regione non può intervenire nel tutelare la vita economica dell’ILVA, certamente la stessa è obbligata a tutelare la salute dei cittadini in ragione dei principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente”.
Nei giorni scorsi anche Giorgio Assennato dell’Arpa Puglia ha dichiarato in una nota trasmessa al dipartimento di prevenzione dell’ASL di Taranto che il Servizio Agenti Fisici di Arpa avviserà con 48 ore di anticipo l'Asl locale in occasione dei “wind days”
“E’ paradossale - prosegue il consigliere pentastellato - che l’ARPA abbia fornito sino ad ora le informazione relative ai “wind days” solo all’industria pesante e non ai cittadini ed è paradossale la posizione del Dott. Assennato sulla mancata evidenza scientifica sugli effetti degli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) che sono una miscela composta da diversi microinquinanti organici tra cui il benzo(a)pirene classificato chiaramente dall’Agenzia Internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.), nel gruppo 1 come ‘cancerogeno per l’uomo’”.
Il consigliere tarantino fa esplicito riferimento all’art. 301 del D. Lgs. n. 152 del 2006, in “Attuazione del principio di precauzione”, il quale dispone che: “in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l’ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione”. La stessa ARPA Puglia nella relazione del giugno del 2010 ha dichiarato che il 99% c.a. delle suddette emissioni sono attribuibili all’ ILVA.
“Non c’è più tempo da perdere, ci siamo stancati di ribadirlo e anche i tarantini sono stanchi di chi in nome del profitto continua a seminare morte nella nostra regione. Il movimento 5 stelle - conclude Galante - chiede la chiusura immediata dello stabilimento, e la successiva dismissione degli impianti. Chiediamo alla giunta di avere il coraggio di una nuova visione e di un cambiamento radicale mentre ad Emiliano che in campagna elettorale diceva di aver solo bisogno delle prove che “non fosse possibile ambientalizzare l’ILVA”, chiediamo quali altre prove servano e di avere il coraggio di interrompere quella continuità che c’è stata tra Fitto e Vendola. Il M5S sta dalla parte delle associazioni, dei cittadini e degli operai che per tanti anni a Taranto hanno fatto quello che la classe dirigente non ha fatto: tutelare la salute dei cittadini. Noi del M5S non siamo complici di chi antepone gli interessi economici alla salute degli esseri umani".
(gelormini@affaritaliani.it)