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Geologi da tutto il mondo a Bari: la scomparsa del Mediterraneo
Bari ospita il Congresso Nazionale Congiunto Società Geologica Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia.
E’ tutto pronto a Bari per ospitare il Congresso Nazionale Congiunto Società Geologica Italiana e Società Italiana di Mineralogia e Petrologia. Un grande evento, il più prestigioso ed importante per le Geoscienze. Ben 630 conferenze, 1000 geologi, 1200 temi di ricerca.
Tutto il mondo delle GeoScienze sarà a Bari dal 2 al 5 Settembre! Oltre 70 ricercatori illustreranno lavori inediti sui terremoti e le faglie attive, altri 30 invece con ricerche sul territorio. E’ il mondo della ricerca che parlerà.
Apertura congressuale Lunedì 2 Settembre - alle ore 17 - al Campus Universitario – con : Christopher Jackson, comunicatore BBC, Özlem Adiyaman Lopes, "Senior Manager" dell' "International Geoscience and Geoparks programme of UNESCO", Luigi Bignami, divulgatore scientifico e giornalista Focus TV, Emilio Casalini, giornalista e conduttore programma RAI.
Incontri aperti alla stampa anche con Javier Hernández Molina dell’Andalusian Earth Sciences Institute (Spagna), l’inglese Karen Hudson-Edwards dell’Università di Exeter, Cornovaglia (Regno Unito) che mostrerà pratiche minerarie sostenibili e l’italiana Elisabetta Erba dell’Università di Milano, paleontologa internazionale.
Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4. Aula Magna.
Alle ore 18 e 30 Cerimonia Inaugurale. Interverranno, tra gli altri: Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana, Paolo Mazzoleni, Presidente della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV, Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Marco Amanti dell’ISPRA, Francesca Salvi di ENI, Massimiliano Moscatelli del CNR, Fausto Ferraccioli dell’OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica di Trieste. Stefano Bronzini, Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Giuseppe Mastronuzzi, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.
La presidenza del Congresso di Bari sarà tutta al femminile con la guida di Luisa Sabato per la Società Geologica Italiana e Emanuela Schingaro per la Società Italiana di Mineralogia e Petrologia.
Alla cerimonia inaugurale interverranno anche Elda Perlino - Assessore al Clima, alla Transizione Ecologica del Comune di Bari, Serena Triggiani, Assessore all’Ambiente della Regione Puglia.
Fino al 5 Settembre, 1000 geologi – 1200 presentazioni orali e poster – 53 sessioni: Geology for a sustainable management of our Planet, il Congresso Nazionale Congiunto della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia. Le ricerche spazieranno dalla missione in Antartide, ai terremoti, dai vulcani, allo studio dei minerali, dalle microplastiche all’evoluzione della crosta terrestre, con più di 20 campi di ricerca.
Ricerche scientifiche su cambiamenti climatici, evoluzione della Terra, ambienti naturali e sostenibilità, rischi geologici, e altro ancora, sismologia, vulcanologia, 8 geo – escursioni.
“E’ tutto pronto. Sarà Bari ad ospitare il Congresso Nazionale congiunto della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia. Ben 1200 comunicazioni, tre sessioni plenarie durante le quali importanti scienziati di livello internazionale illustreranno anche alla stampa, i risultati di studi scientifici che verranno presentati per la prima volta. Ci saranno 53 sessioni, 1000 geologi, 3 giorni di conferenze, 8 geo – escursioni. Cerimonia Inaugurale del Congresso il 2 Settembre, conferenze dal 3 al 5 Settembre, conferenze, workshop. La Società Geologica Italiana omaggerà Maria Bianca Cita Sironi, importante scienziata scomparsa, di recente, all’età di 99 anni
“Geology for a sustainable management of our Planet" è il titolo del Congresso congiunto del 2024, esattamente il 93esimo Congresso Nazionale. che torna a Bari dopo 30 anni. Con ogni probabilità è l’evento più importante nelle geoscienze con la presenza del mondo accademico, degli Enti di ricerca, delle istituzioni. Il titolo intende sottolineare il concetto che le Geoscienze ricoprono un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La Società Geologica Italiana è stata fondata a Bologna il 29 Settembre del 1881. È la più antica e rappresentativa associazione scientifica italiana nel campo delle geoscienze e si adopera per il progresso, la promozione e la diffusione delle conoscenze geologiche nei loro aspetti teorici e applicativi. Attualmente, la Società Geologica Italiana, conta circa 1500 soci in Italia e all'estero, 13 sezioni attive ed un Centro di Documentazione presso il Centro di Geotecnologie dell'Università di Siena.
A Bari, sarà un grande evento con più eventi nell’evento stesso. Con importanti divulgatori e studiosi internazionali. Ben 1200 le comunicazioni i cui risultati verranno illustrati in anteprima alla stampa e spaziano su ben 20 temi, spaziando dalle bio - geoscienze, al clima o ancora al patrimonio geologico e culturale all’evoluzione del Pianeta Terra, dalla Geochimica, alla cartografia Geologica o ancora dalla Geomorfologia alle applicazioni Industriali in Mineralogia, Petrografia e Geochimica, dalla Mineralogia ai Rischi Naturali, dalla Vulcanologia alla Sismologia. Al Congresso di Bari illustreremo le ultime ricerche nel campo delle geoscienze ed anche sui cambiamenti climatici”. Lo ha annunciato Rodolfo Carosi, Presidente della Società Geologica Italiana.
“'Geology for a sustainable management of our Planet' è il grande evento con 630 conferenze. Un Congresso Nazionale congiunto che vede insieme la Società Geologica Italiana, la più antica associazione nel panorama scientifico nazionale, fondata da Quintino Sella nel 1881 e la Società Italiana di Mineralogia e Petrologia con i suoi 84 anni di grande storia, in quanto fondata nel 1940, che attualmente annovera più di 500 soci in prevalenza italiani - ha affermato Paolo Mazzoleni, Presidente della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia - ma provenienti anche da paesi europei e extra-europei".
"Tra le comunicazioni previste, tutte di elevato valore scientifico, si segnalano tre conferenze plenarie tenute da Javier Hernández Molina dell’Andalusian Earth Sciences Institute (Spagna) su alcuni modelli di importanti sistemi sedimentari marini profondi, da Karen Hudson-Edwards dell’Università di Exeter, Cornovaglia (Regno Unito) sulle pratiche minerarie sostenibili e Elisabetta Erba dell’Università di Milano, sulla evoluzione della biosfera marina in relazione ai cambiamenti climatici del passato. Una serie di eventi organizzati nell’ambito del congresso (dalla cerimonia di apertura dedicata alla divulgazione delle geoscienze, ai workshop tematici, alle 8 geo-escursioni previste) amplierà ulteriormente la gamma dei temi previsti dall’articolato programma congressuale”.
Lo studio sulle alghe e la biosfera marina. A Bari i risultati. Per gli esperti si rischia l’estinzione del 10 - 20% della biodiversità attuale.
“Stiamo studiando le alghe coccolitofore mesozoiche fossili, la biosfera marina, i sedimenti marini. Un periodo che spazia dai 240 ai 66 milioni di anni fa per comprendere l’evoluzione dei cambiamenti climatici di oggi. La preoccupazione maggiore riguarda la velocità di adattamento del Sistema Terra in tempi brevissimi - ha dichiarato Elisabetta Erba, paleontologa internazionale, docente dell’Università di Milano, accademico dei Lincei - ordini di grandezza più rapidi rispetto a quelli verificatisi (con successo) in natura nel passato lontano. Questa differenza potrebbe risultare fatale per molti ecosistemi.
Tra le principali preoccupazioni rientra la perdita di specie, con la possibilità che molti organismi non riescano ad adattarsi ad un clima surriscaldato, con estinzioni previste che potrebbero interessare fino al 10-20% della biodiversità attuale”.
Giovedì - 5 Settembre - ore 14 e 30 - Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4. Aula Magna. Elisabetta Erba, paleontologa di fama internazionale, Università di Milano, accademico dei Lincei – illustrerà gli importanti risultati dalla ricerca sul nannoplancton della biosfera marina per comprendere l’evoluzione dei cambiamenti climatici. A margine del briefing sarà possibile intervistare l’importante paleontologa.
Martedì 3 Settembre – ore 14 e 30 - Javier Hernández Molina dell’Andalusian Earth Sciences Institute (Spagna) - briefing aperto alla Stampa. Il ricercatore spagnolo illustrerà, per la prima volta, in anteprima, importanti studi che si stanno conducendo sui fondali oceanici.
Mercoledi - 4 Settembre - ore 14 e 30 Karen Hudson-Edwards dell’Università di Exeter, Cornovaglia (Regno Unito), illustrerà studi, risultati, ostacoli e opportunità nel campo dell’estrazione mineraria nel Mondo! Sempre con l’ausilio di immagini! Mercoledì 4 Settembre – ore 14 e 30 - Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4. Aula Magna. A margine del briefing sarà possibile intervistare la Hudson.
L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale illustrerà aggiornamenti sul progetto CARG, fondamentale per la conoscenza del territorio.
A Bari ci sarà anche l’ISPRA con ben 30 contributi scientifici presentati dai ricercatori ISPRA, Università ed Enti di ricerca per illustrare le nuove conoscenze acquisite grazie alla realizzazione della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 - Progetto CARG. Briefing dei ricercatori, aperto alla stampa – ricerche sul dissesto idrogeologico e non solo – Martedì 3 Settembre – Aula c – Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4. Aula Magna, dalle ore 8 e 30.
Oltre 70 ricercatori e ricercatrici presenteranno lavori inediti sullo studio delle faglie attive. Saranno presentati contributi importanti. I numerosi lavori scientifici descriveranno strutture di particolare interesse tra le quali il sistema di faglie del Matese centrale e settentrionale, la faglia del Mt. Morrone, la faglia Alto Tiberina, l'area del pesarese coinvolta nella sequenza sismica offshore del 2022, ma anche il quadro sismotettonico associato al terremoto di Mw 6.8 che ha colpito duramente la provincia di Al Haouz in Marocco il giorno 8 settembre 2023. In questo ambito sarà descritta l'area del sud-est della Francia, e la minaccia per infrastrutture come le linee ferroviarie che, nel territorio italiano, si estendono per centinaia di chilometri attraversando, potenzialmente, distinti contesti tettonici con complesse caratteristiche strutturali. A tale riguardo Briefing dei ricercatori, aperto alla stampa – ricerche sui terremoti e faglie – Martedì 3 Settembre – Aula B – Campus Universitario "Ernesto Quagliarello", in Via Edoardo Orabona n. 4. Aula Magna, dalle ore 8 e 30.
Martedì 3 Settembre alle ore 11 intervento di Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV!.
Nel Mediterraneo, a causa delle microplastiche potrebbero essere a rischio i policheti del genere Sabellaria definiti “ingegneri del mare”, fondamentali per l’ecosistema. I risultati delle ricerche scientifiche verranno illustrati a Bari, al Congresso Nazionale Congiunto Società Geologica Italiana – Società Italiana di Mineralogia e Petrologia.
Nicoletta Mancin (docente Università di Pavia - Dipartimento Scienze della Terra e dell’Ambiente): “Al Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, dell’Università di Pavia con i geologi, ecologi, biologi delle Università di Bari e Urbino stiamo studiando gli effetti delle microplastiche sugli anellidi policheti del genere Sabellaria. Questi piccoli organismi, definiti “ingegneri del mare”, costruiscono delle barriere arenacee lungo la costa, agglutinando granelli di sabbia. Invece della sabbia ora trovano microplastica. L’esistenza di tali organismi è fondamentale per l’ecosistema. Purtroppo oggi, al posto dei granelli di sabbia questi policheti trovano sempre più microplastica, che entra nelle loro strutture e che causa loro stress ossidativo, con un probabile effetto domino su tutto l’ecosistema marino costiero: un impatto che è ancora da conoscere”.
“Al Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, dell’Università di Pavia con i geologi, ecologi, biologi delle Università di Bari e Urbino stiamo studiando gli effetti delle microplastiche sugli anellidi policheti del genere Sabellaria. Questi piccoli organismi, definiti “ingegneri del mare”, costruiscono delle barriere arenacee lungo la costa, agglutinando granelli di sabbia. Il loro ruolo ecosistemico è fondamentale perchè queste barriere naturali mitigano l’erosione costiera e offrono habitat per tantissime specie marine. Purtroppo oggi, al posto dei granelli di sabbia questi policheti trovano sempre più microplastica, che entra nelle loro strutture e che causa loro stress ossidativo, con un probabile effetto domino su tutto l’ecosistema marino costiero: un impatto che è ancora da conoscere”. Lo ha dichiarato Nicoletta Mancin, docente del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia.
“L’inquinamento da plastica è un problema globale che affligge l’intero Pianeta: praticamente non vi è luogo al mondo dove non sia stata trovata della plastica ed il Mediterraneo è stato recentemente definito una “zuppa di plastica”. Purtroppo la plastica una volta dispersa nell’ambiente si degrada in particelle sempre più piccole - ha concluso la Mancin - formando microplastiche e nanoplastiche e diventando un nemico subdolo e nascosto. Tutti gli ecosistemi terrestri e marini sono afflitti da questa piaga, ma soprattutto l’ambiente costiero è quello che sta pagando il prezzo il più alto, perché rappresenta il punto dove la plastica, per lo più attraverso i fiumi e gli scarichi urbani, entra in mare. Il nostro bel paese si trova al centro del Mediterraneo con un territorio costiero molto esteso ed in futuro l’inquinamento da plastica potrebbe portare a problemi molto seri, in termini economici e di salute.
Durante il congresso nazionale della Società Geologica Italia, i ricercatori di diverse università italiane e centri di ricerca si confronteranno per capire le cause, gli effetti e le possibili soluzioni all’inquinamento da plastica.
I risultati che stanno emergendo dalla biocostruzione di Torre Mileto (Gargano, Puglia), la più grande del Mediterraneo, mostrano che tante più microplastiche sono presenti nei sedimenti tante più vengono accumulate in queste strutture arenacee, con abbondanze assolute del tutto equivalenti. Questo può apparire come un vantaggio, perché la biocostruzione in questo modo agisce da trappola semipermanente per le microplastiche, rallentandone la dispersione verso il largo. Tuttavia questo è un beneficio effimero, perché i risultati di questa ricerca stanno anche evidenziando che le microplastiche causano un certo danno fisiologico ai piccoli policheti, sebbene non si conosce ancora se questo danno, alla lunga, può portare conseguenze nella loro capacità di biocostruire”.
(gelormini@gmail.com)