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Giunta Emiliano, Lacarra (Pd): ‘L’allargamento è nella logica delle cose’

di Antonio V. Gelormini

L'intervista a Marco Lacarra, Segretario regionale pugliese del Partito Democratico, alla vigilia della formazione della nuova Giunta Emiliano, aperta al M5S

L'intervista a Marco Lacarra, Segretario regionale pugliese del Partito Democratico e deputato in Parlamento, alla vigilia della formazione della nuova Giunta da parte del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

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Segretario Lacarra, quanto le tensioni evidentemente accese nella compagine governativa stanno ripercuotendosi sugli interventi istituzionali pugliesi? Come mai accade o si consente a un ministro di entrare in palese ‘alterco istituzionale’ con uno o più presidenti di Regione, in un momento in cui dovrebbe prevalere il fronte comune, anziché - ancora una volta - i cosiddetti interessi di bottega, siano essi di campanile o di partito?

La questione rapporto con i Cinque Stelle e col Governo è ovviamente al centro di questa fase politica, già di per sé non facile. Michele Emiliano, certo - spesso per difendere idee e posizioni personali - nell’interesse della Puglia, non ha esitato a mettersi di traverso: anche rispetto a comportamenti e scelte di alcuni ministri. Io penso che sulla scuola Emiliano abbia avuto ragione e abbia tuttora ragione. Da sempre sono contrario all'utilizzo di forme di comunicazione dure e decise, ovvero conflittuali. Questo vale ovviamente sia per il ministro che per Emiliano, perché soprattutto in un momento come questo non si può praticare - soltanto come slogan - l'unità e l'abbassamento dei toni, ma bisogna farlo concretamente. Io penso che, al di là di tutto, la scuola è un veicolo di contagio “serio” e credo, quindi, che sia giusto quanto ha fatto e deciso il presidente Emiliano con l'ordinanza tanto vituperata. La stessa che poi ha determinato questa evidente situazione di conflitto istituzionale,

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Il laboratorio Puglia ha prodotto un risultato politico-elettorale per molti aspetti ‘controcorrente’, che ha riconfermato con numeri ‘pesanti’ la presidenza Emiliano. Come stanno influendo i conflitti di corrente del M5S, la cui linea dei cosiddetti ‘pasdaran’ si direbbe conservi - da queste parti - una sorta di ultimo baluardo?

Provo a dirlo senza giri di parole: noi stiano andando incontro all'approvazione di una legge, che varerà il sistema proporzionale. E’ evidente che il Pd non è autosufficiente, che non potrà governare da solo. Ne consegue che, necessariamente, bisognerà trovare degli alleati che - in qualche modo - possano condividere un percorso di governo. Come è già accaduto un anno fa, allorquando facemmo la scelta di costruire un governo col Movimento 5 Stelle. E’ chiaro che in quell'ottica, aprire e avviare un laboratorio politico in Puglia con i pentastellati, ha una logica e anche nun senso politico.

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E’ piuttosto stridente, invece, quello che hanno fatto i 5 Stelle prima: con una candidatura autonoma alla presidenza regionale, e con un attacco violento al governo della prima amministrazione Emiliano. Certo, se noi dovessimo fare le valutazioni sulle persone, dovremmo dire: con Antonella Laricchia non ci sono proprio le condizioni per lavorare insieme. Però, se facciamo un ragionamento per il quale: le persone passano e le idee restano, il Movimento 5 Stelle - è chiaro - che ha dei punti di incontro con noi, che possono essere, come dire, valorizzati; e che possono partire dalla Puglia, come laboratorio politico. Quindi, sì, io sono per l'allargamento.

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Siamo alla vigilia del varo della nuova Giunta regionale, cosa riesce a dirci a proposito delle aspettative del PD ed anche dei probabili sacrifici, che in questi frangenti, di solito sono richiesti al partito che ha ricevuto i maggiori consensi?

Tanto premesso, mi rendo conto - certamente - che quella prospettiva può significare anche una penalizzazione del Partito Democratico. Ma il Partito Democratico sa che, essendo il perno principale della coalizione di centrosinistra in Puglia - e credo che i risultati lo abbiano ampiamente dimostrato - la presenza in Consiglio regionale della "maggioranza della maggioranza", siamo 15 consiglieri su 29, dimostra quanto sia importante il lavoro e l'impegno del Partito democratico e dei suoi rappresentanti.

Quindi, io penso che si debba accettare anche un ridimensionamento in Giunta - che chiaramente non ci fa piacere - ma che, nell'ottica anche di una capacità di essere leader di un progetto, il partito possa accettare. Poi, dovremo essere bravi - con la nostra delegazione in giunta e col lavoro che faremo in Consiglio, come è sempre accaduto - a mantenere quella leadership indiscussa, che la Puglia ci ha assegnato e riconfermato nella stessa coalizione.

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Riusciremo a mantenere la permanenza in zona Arancione, e magari auspicare una tendenza verso il Giallo, oppure il rischio di un cartellino Rosso - data l’ulteriore impennata dei contagi - è una prospettiva maledettamente possibile?

Io non so se riusciremo a mantenere la zona arancione. Credo che su questo bisogna avere un approccio serio e, possibilmente, non contaminato da condizionamenti politici. La vicenda che stiamo vivendo, ovviamente, era ed è imprevedibile; nessuno di noi poteva immaginare gli scenari odierni, e in nessun caso avrebbe pensato possibile la piega presa dagli eventi, invece è accaduto. Nessuno immaginava, se non nei film, che ci potesse essere una pandemia che avrebbe messo letteralmente in ginocchio il mondo intero. E’ chiaro, pertanto, che bisogna abituarsi a valutare l'evolversi della situazione. L'emergenza sanitaria e le conseguenti scelte, ‘step by step’, ci stanno conducendo verso nuove abitudini: come per esempio un sistema flessibile di restringimento e ampliamento delle attività, che saranno collegate alla nostra capacità di frenare la diffusione del virus, anche con comportamenti virtuosi diffusi.

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Non possiamo immaginare che questa cosa possa concretizzarsi in provvedimenti standard, tipo lookdown prolungati; ma al tempo stesso occorre la collaborazione di tutti, nonché una visione comune delle tipologie di difesa, e in caso di recrudescenze - in alcune zone - occorrerà purtroppo chiudere quasi tutto per quindici giorni. Dovremo abituarci a questa sorta di approccio ‘stop and go’, finché non avremo la possibilità di essere tutti vaccinati, cosa che noi auspichiamo possa avvenire prima possibile. Si spera entro marzo, ma più ragionevolmente tra aprile e maggio.

E chiaro che passeremo un Natale diverso: invece di fare le nostre tavolate ‘partecipate’, a cui siamo abituati, le faremo di 4 o 6 persone; staremo con i nostri genitori e con i nostri figli, ci si dovrà abituare: diciamo per un anno, a tale situazione particolare.

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Cosa avrebbero detto e cosa hanno fatto i nostri nonni, quando hanno affrontato la guerra: con situazioni veramente drammatiche nella loro vita, come la sospensione dei diritti, degli interessi, dei divertimenti - e di tutto quello che magari una giovane generazione chiedeva e sperava di ottenere - sospesi per ben 5 lunghi anni. Immaginate che cosa hanno vissuto quelle generazioni! Noi, in fin dei conti, è un anno che stringiamo la cinghia e se tutto va bene sarà, come dire, un anno di pausa. Dopo questa pausa, dovremmo fare in modo che tutti assieme si sia protagonisti e beneficiari del recupero: dal punto di vista sia economico che culturale. Non ultimo, anche da quello della preparazione dei nostri figli, che in questo momento non possono godere appieno di tutta una serie di attenzioni. Compresa una sana e adeguata preparazione scolastica.

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Per chiudere, cosa c’è all’orizzonte del percorso politico di Marco Lacarra?

Cosa c'è all'orizzonte nel mio percorso, sinceramente non è cosa che mi preoccupa molto in questo momento. Sono il Segretario regionale del partito, fra un po’, quando la situazione si normalizzerà dal punto di vista sanitario, ci sarà il Congresso per il rinnovo della segreteria; vedremo cosa succederà.

Io penso di aver svolto il mio ruolo con equilibrio e anche con buoni risultati. Vedremo. Vedremo quale sarà il panorama politico, che ci offrirà il post Covid. Nel contempo, sono un deputato e continuerò a fare questo lavoro e il mio dovere.

Certamente non mi angoscia, come peraltro non è mai successo, il futuro del mio percorso politico. Ora sono teso a lavorare e a provare a dare un contributo, anche alla nostra regione, per venir fuori da questa brutta situazione.

(gelormini@gmail.com)