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Giustizia inagibile, ai magistrati non piace il DL sospendi-processi
Ai magistrati non piace il decreto legge che sospende a Bari fino al 30 settembre i termini processuali. La nota Laforgia e la risposta del ministro Bonafede.
Non c’è pace per la “giustizia inagibile e sospesa” a Bari. I magistrati insorgono contro il decreto legge che sospende fino al 30 settembre i termini processuali e di prescrizione e i processi penali senza detenuti. Ed lo stesso Procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe a dare il la alla riunione straordinaria del Comitato direttivo dell'Anm: "Vorrei capire se siamo di fronte a trascuratezza, incompetenza o forse malafede. È la Giustizia che fallisce in pieno il suo compito".
"Constatiamo che la problematica barese non è stata risolta. Il decreto legge non risolve, anzi aggrava la situazione", ha dichiarato il segretario dell'Anm, Alcide Maritati.
Un malcontento esplicitato anche sui social dall’avvocato penalista barese Michele Laforgia con una nota indirizzata al ministro della Giustizia dal titolo: “Pensaci Alfonso”.
“S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche”: se non hanno più pane, che mangino brioche - esordisce Laforgia - la frase, tradizionalmente attribuita a Maria Antonietta, potrebbe essere stata pronunciata dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ieri, secondo il nuovo galateo istituzionale del governo del cambiamento, ha trionfalmente annunciato su Facebook la sospensione di tutti i processi penali da svolgere presso il Tribunale di Bari sino al 30 settembre”.
“Nelle settimane scorse - continua Laforgia - magistrati, avvocati e personale amministrativo si erano adattati a tenere le udienze persino sotto le tende, pur di non interrompere un servizio pubblico essenziale dopo l’inagibilità del palazzo di via Nazariantz, nella vana speranza di ottenere una soluzione in tempi brevi. Agli affamati di pane e giustizia il Ministro ha offerto brioche: se i processi non hanno un luogo per essere celebrati, semplicemente non si fanno. Come non averci pensato prima, viene da dire. Una soluzione da estendere al più presto ad altri settori: ad esempio, se le liste d’attesa della sanità pubblica sono troppo lunghe, aboliamole. Sospendiamo i ricoveri per qualche mese, poi si vede. E magari anche nelle scuole: tutti in vacanza per un anno, in attesa di tempi migliori e a costo zero”.
“Non solo - aggiunge ancora il penalista - il Ministro ha annunciato, giocondo, che l’abolizione temporanea del Tribunale di Bari “consentirà di poter smantellare le tensostrutture”, mentre si sta “siglando la convenzione che consentirà il trasferimento degli uffici giudiziari in altro stabile” e sarebbe “in dirittura d’arrivo l’individuazione della soluzione-ponte” da allestire all’esito della ricerca di mercato, sempre in attesa, futura e sempre più incerta, di un nuovo, idoneo e dignitoso palazzo di giustizia. Insomma, avevamo tutti implorato il neo Ministro di non interrompere l’attività giudiziaria, di scongiurare l’ulteriore diaspora degli uffici e delle aule e di individuare contestualmente una soluzione definitiva, magari finanziandola”.
“Il Ministro, mettendoci la faccia, come ha ribadito, ha fatto l’esatto contrario, certificando con decreto legge che il Tribunale di Bari per ora può fare a meno della giustizia penale. Non c’è bisogno di un commissario, ha scritto, “perché ci sono io e lo Stato è presente”. In effetti da Maria Antonietta a Luigi XIV il passo è breve, ma il Ministro dovrebbe sapere – sottolinea Laforgi - che dopo i mesi di sospensione sarà necessario notificare migliaia di avvisi alle parti e ai difensori per fissare nuovamente le udienze, paralizzando a tempo indeterminato i processi. Soprattutto, dovrebbe spiegare perché l’emergenza giustifica la sospensione dei diritti dei cittadini, ma non procedure d’urgenza e finanziamenti straordinari per ripristinare le regole della civile convivenza, che della giustizia penale proprio non può fare a meno”.
“Uno Stato che sospende la giurisdizione ordinaria non è uno Stato. Qualcuno lo spieghi, al Ministro della Giustizia”, conclude amaro Michele Laforgia.
La risposta del ministro arriva a breve, sempre sui social, dal suo profilo Facebook: “Forse c'è qualcuno a cui sarebbe piaciuto vedere ancora celebrare i processi in un tendone, magari anche in piena estate”, esordisce Alfonso Bonafede, “Il decreto col quale abbiamo sospeso i processi a Bari era stato richiesto dalla Commissione permanente, dove siede anche l'Anm e tutte le parti in causa, come primo passo per affrontare l'emergenza, al quale ne sarebbero seguiti altri. Infatti, nei prossimi giorni sarà individuato l'immobile dove saranno trasferiti gli uffici giudiziari di Bari”.
“Sono stati tutti informati passo dopo passo - precisa il ministro Bonafede - addirittura fino al momento prima di recarmi a Palazzo Chigi per presentare il decreto legge in Consiglio dei Ministri. E in quelle telefonate nessuno ha sollevato alcuna perplessità sulla sospensione dei processi”.
“Ora, io ascolto e dialogo con tutti - conclude Alfonso Bonafede - ma la polemica non mi interessa. C'è veramente tanto lavoro da fare sulla Giustizia in Italia e sono concentrato soltanto su quello”.
(gelormini@affaritaliani.it)