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‘Gran Berlino’ il breviario di viaggio sentimentale di Waldemaro Morgese

Antonio V. Gelormini

'Gran Berlino' Germania dolce e amara: il breviario sentimentale di Waldemaro Morgese, edito da Radici Future Produzioni, con postfazione di Domenico Mugnolo.

A definire così ‘Gran Berlino’, il prezioso volumetto edito da Radici Future Produzioni 2019, è lo stesso autore, Waldemaro Morgese, che in un certo modo ne delinea anche i caratteri dell’originale “compagno/manuale di viaggio”, per noi, allorquando descrive il ‘suo’ passe-partout introspettivo per l’affascinante capitale tedesca: un libretto di Abraham Yehoshua ‘Antisemitismo e sionismo. Una discussione’, Edizioni Einaudi 2004.

Berlino Gran

“Gran Berlino” più che una guida è davvero un breviario da leggere, rileggere e consultare: per tener vivi curiosità e interesse nella scoperta di questo suggestivo forziere di cultura, innovazione, storia e modernità, che fanno di questa città - cantata e decantata da artisti d’ogni sorta - un vero e proprio santuario laico ed europeo della bellezza.

Come Damiel e Cassiel, i due angeli de ‘Il cielo sopra Berlino’ dì Wim Wenders, Waldemaro Morgese (che col regista tedesco condivide specularmente passione cinefila e caratteri delle iniziali) insieme alla sua compagna di viaggio, Angela Redavid, indicano, suggeriscono e spesso svelano al lettore/visitatore - con molta discrezione - una Berlino alquanto nascosta o in genere ‘tralasciata’ dalle tradizionali guide turistiche.

Un percorso binario, che mette in evidenza il destino ‘duplice’ della città che più di tutte riassume e riflette il carattere identitario della stessa Germania: l’ellisse con due fuochi al centro dell’Europa. Gioia e dolore, croce e delizia del Vecchio Continente, in cui la sua persistente dicotomia diventa esaltazione e orgoglioso slancio nazionalista: nel senso più nobile del termine.

Waldemaro Morgese

Due Germanie, due Berlino, due facce dello stesso popolo. Amaro e dolce, mostruosità e bellezza, amore e crudeltà - apprezzabilmente descritti in due pagine anch’esse binarie 11 e 22, presumo inconsapevolmente ma significativamente appropriate - che raccontano e descrivono la cohabitation della grande musica, della grande filosofia, della grande letteratura e della grande arte, con le mostruosità aberranti e deformi dell’orrore più devastante.

Con le parole di George Steiner, l’autore ricorda come: “Adesso sappiamo che un uomo può leggere Goethe o Rilke a sera, può suonare Bach e Schubert, e quindi, il mattino dopo, recarsi al proprio lavoro ad Auschwitz”.

In altre parole, la narrazione senza tempo e senza canoni dell’espressionismo germanico, nell'indomabile fermento volitivo: riassumibile nella fenice anch’essa bicefala - che accorpa la tradizione greca e quella egizia - capace di risorgere, ogni volta più attraente, dalle proprie ceneri o dalle profondità fluviali o marine più infime.

berlino natale

Nei suggerimenti discreti di Morgese, però, c’è anche la descrizione di una potenza economico-industriale, in cui l’esaltazione del Welfare è da sempre la spina dorsale di un Paese caparbio, che si ostina a trasformare la ricchezza ‘diffusa’ in benessere per ciascun cittadino.

Berlino spazi societa civile

Una serie di itinerari, di passeggiate e di esperienze in grado di far cogliere, fino in fondo, il carattere travolgente di una “Berlino, città in divenire”, che coltivando l’esercizio della memoria, prova a farne un antidoto efficace contro i fantasmi del passato e il rifiorire di mal-sopite spinte totalitarie.

Berlino Futurium

Fermenti virtuosi che prendono forma nel mosaico museale senza pari, che Berlino può vantare e coordinare in una rete culturale cittadina, segnata da innovazione e proiezione tecnologica avanzata. Rinforzato da un sistema bibliotecario ricchissimo, altamente fruibile, sostenibile e all’avanguardia, nonché da un patrimonio e da una cultura cinematografici di raffinata e diffusa competenza.

berlin

Il tutto in una sorta di ‘Esprit de géométrie’ della Germania, che esplode nella proposta architettonica variegata all’insegna del ‘Futuro nelle radici’, di cui Waldemaro Morgese si fa cantore raro e autoctono, dato che come ricorda Domenico Mugnolo, nella sua postfazione, “Il numero di resoconti di viaggiatori italiani in Germania è numericamente irrilevante, rispetto a quello di viaggiatori tedeschi in Italia”.

(gelormini@gmail.com)