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Grande Centro, Udc in fibrillazione. Cera: “Progetto irricevibile”

Bari – Ancora una frenata sul Grande Centro. Il Patto federativo tra alfaniani, Centro Democratico e scudocrociato, al quale lavora il Sottosegretario Massimo Cassano, manda in fibrillazione l’Udc: “Progetto irricevibile perché vuole legittimare manovre di palazzo ancora una volta consumate sulla testa degli elettori”, bolla senza mezzi termini Napoleone Cera, capogruppo dei Popolari in Via Capruzzi, sotto le cui insegne erano confluiti alle Regionali gli uomini di Pierferdinando Casini, scegliendo il tandem con quelli di Bruno Tabacci e Realtà Italia di Giacomo Olivieri. E archiviando il ticket di Area Popolare con il partito del Ministro dell’Interno.

Cera Napoleone
 

Il matrimonio si era consumato in poche ore: i due contraenti, fianco a fianco nel progetto nazionale, si erano ritrovati nel Tacco su fronti opposti e l’Udc, pur senza schierare il proprio simbolo e sotto il logo a forma di cuore della formazione popolare, aveva sostenuto il centrosinistra di Michele Emiliano ed espresso una rappresentanza in Giunta, nella persona del salentino Totò Negro. Tutto da rifare? Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti: Ncd ha abbandonato il tavolo regionale del centrodestra, ha formato un gruppo autonomo nel Consiglio Comunale barese -  garantendo ad Antonio Decaro “un’opposizione collaborativa” – e scoperto le carte in centri importanti come Barletta e Taranto, entrando nelle maggioranze di centrosinistra di Pasquale Cascella ed Ippazio Stefàno, con tanto di deleghe assessorili. Quanto basta per riaprire i giochi e tentare un’ aggregazione trasversale al centro, come testimonia l’accordo federativo firmato a fine febbraio dallo stesso Cassano, insieme al casiniano Ruggeri e a Ninni Borzillo, in quota Centro Democratico.

“Un soggetto in grado di rappresentare le molteplici istanze che provengono dalla tradizione moderata e riformista  ben distinta dalla sinistra, ma che non si ritrova nel populismo fine a se stesso delle forze di destra”, lo descriveva la nota congiunta di qualche settimana fa ma a sparare contro la contestata fusione a freddo sono proprio i rappresentanti dello scudocrociato. “Il centro che sostiene il governo Emiliano è legittimato dal voto popolare e non necessita di contributi extra moenia. Se qualcuno cerca un posto al sole farebbe bene a cercare prima il consenso popolare e poi a dare mano a eventuali progetti federativi, altrimenti si rischia solo di mettere in atto vecchie logiche da capibastone", tuona Cera jr, disattendendo la benedizione a mezzo stampa di Salvatore Ruggeri e corroborando le tesi del modugnese Peppino Longo, vice di Loizzo in Consiglio Regionale e avverso a quello che definisce “il rischio concreto e reale di trovarsi con uno scatolone vuoto, privo di qualsivoglia reale forza contrattuale, da cui resta esclusa la base politica e sociale”.

Da una parte, la possibile perdita di potere contrattuale dei singoli, sulla distanza e attraverso i possibili riverberi che la reunion avrebbe sotto il soffitto ligneo di Via Capruzzi, oltre alla freddezza mostrata finora da Olivieri, che pure figura nel Consiglio Nazionale di Cd. Dall’altra, la necessità di fare rete in vista delle prossime Politiche per superare la soglia di sbarramento. Di mezzo, un turno imminente di Amministrative con il quale pesare uomini e mezzi. Come a Brindisi, terra dell’ex Presidente della Provincia Massimo Ferrarese e nella quale si attendono le mosse dei democrats, per capire se ci sia o meno lo spazio di manovra per riproporre il Laboratorio con il Pd.

(a.bucci1@libero.it)

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