Grumo (Ba), niente messa in suffragio del boss. La lettera di Cacucci
A Grumo Appula (Ba) Questore e Vescovo bloccano la messa che don Michele Delle Foglie voleva celebrare per il boss Rocco Sollecito
Il Questore e il Vescovo bloccano lui e la messa che aveva annunciato in suffragio del boss Rocco Sollecito, ucciso in Canada in un agguato mafioso alcuni mesi fa, ma don Michele Delle Foglie - con un comunicato affisso all'ingresso della chiesa di Grumo Appula (Ba) - annuncia che la celebrazione è stata "revocata" su richiesta della famiglia Sollecito.
Molto dura la nota che l'Arcivescovo di Bari-Bitonto, Mons. Francesco Cacucci, ha inviato al prelato per imporgli - dopo la diffida giunta dal Questore di Bari - il divieto di celebrare la messa annunciata con tanto di manifesto a lutto dallo stesso parroco.
Il sindaco di Grumo Appula, Michele D'Atri, da tempo ne chiede l'allontanamento dalla città, provocando la reazione del Vescovo Metropolita, che sottolinea come i provvedimenti disciplinari nei confronti di un parroco "non competano al sindaco".
Ma il sindaco non demorde e diffonde una dichiarazione che svela retroscena inquietanti sull'imbarazzante iniziativa del parroco: "Credo - sottolinea il primo cittadino - che su don Michele Delle Foglie ci sia un profilo di incompatibilità col territorio, per via dell’attività imprenditoriale della famiglia che sta tentando di aprire da anni il più grande impianto di compostaggio della regione in contrasto con il volere dell’Amministrazione comunale".
A tal proposito, si registra l'intervento del legale difensore della famiglia Delle Foglie, l'avvocato Francesco Paolo Sisto, che parla di "dichiarazioni da parte del primo cittadino inaccettabili e strumentali". Mentre Don Michele annuncia che farà "Giungere un appello a Papa Francesco, affinché mi riceva come il padre accoglie un figlio nel dolore".
E se da da un lato, dalla Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Lumia (Pd) ribadisce che "Bisogna evitare che attorno a figure del genere si continuino ad alimentare forme di ammirazione tipiche della cultura mafiosa", da un altro abbiamo Vittorio Sgarbi, che si schiera a favore di don Michele e definisce l'iniziativa del Questore e vescovo "un atto di bullismo".