Con un interessante dibttito sul ruolo dell'informazione e il Mezzogiorno, nel corso della VI edizione del "Premio Maglio" ad Alezio, sono stati assegnati i riconoscimenti a Giorgia Salicandro del "Quotidiano di Puglia", al giornalista Toni Capuozzo - Premio alla carriera, al direttore Giuseppe De Tomaso per i 130 anni de "La Gazzetta del Mezzogiorno", a Lory Larva e Alessandro Romano (targa di merito) per i loro servizi sulla Civiltà Messapica (ndr).
Da Gianni Brera ad Antonio Maglio: un’altra serata salentina a parlare di uomini, storie e terre e del filo del buon giornalismo che cerca di tenerli insieme. Nel tempo della rivoluzione elettronica che informatizza ma forse non informa, che mette insieme i “contatti” ma rischia di disgregare gli uomini.
“Le notizie - dice Toni Capuozzo - grande inviato del TG5 sulle mille frontiere del mondo - non puoi delocalizzarle nei Paesi dell’Est, non puoi confezionarle in capannoni di terre lontane.
Devi cercarle con curiosità e fatica, usando un buon paio di scarpe e poi scriverle con cura, con attenzione, con rispetto. Le notizie non sono prodotti da supermercato, sono il frutto di un mestiere bello e difficile.
Il giornalista è e deve restare l’artigiano dell’informazione”.
Lo diceva anche un altro grande di questa terra, don Tonino Bello, quando invitata a preferire “il gusto dello scavo alla tentazione della superficialità”. Gli ha fatto eco "don"
Giacinto Urso, austero patriarca del Premio Maglio, ricordando che “Tonino” al quale Il Comune, per volontà del sindaco
Vincenzo Romano, ha voluto intitolare il largo antistante il
Museo Messapico, aveva tra le sue molte virtù anche
la “carità della parola”.
E sì, perché la rivoluzione digitale ha sequestrato quasi tutte le fondamentali domande alle quali deve rispondere un cronista: chi, cosa, come, quando e dove. Ne è rimasta una: il perché. Il buon giornalismo sarà salvato, potrà essere salvato, dal perché cioè dalla capacità di soddisfare i tanti e inquietanti interrogativi di questo tempo impetuosamente nuovo.
Lo aveva capito Tonino Maglio, giramondo con il Salento nel cuore. Ricordarlo, farne memoria non è operazione del passato, ma averlo come compagno di strada anche nella Puglia e nel Sud di oggi. Con i suoi problemi e le sue virtù.
Un Mezzogiorno che vuole uscire dalla cultura del lamento - come hanno riaffermato i direttori De Tomaso e Scamardella - e che vuole vedere riconosciuti anche nel giornalismo i diritti e la dignità di chi svolge la professione con competenza e rigore, come hanno ricordato il segretario della FNSI,
Raffaele Lorusso e il presidente del CNOG
Nicola Marini.
Una serata salentina, condotta e voluta con tenacia da Adelmo Gaetani che di Antonio Maglio fu collega ed amico, che ha ricordato che il giornalismo e passione per l‘uomo e l’informazione un diritto, in un sistema dei media che tende a proporla come merce.
Valentino Losito - Presidente Ordine dei Giornalisti - Puglia
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