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'La Voce della Storia' a
Pasquale Cordasco - Uniba

di Gaetano di Thiène Scatigna Minghetti

  Assediata da ogni parte, minata sino alle sue radici identitarie, minacciata addirittura di espulsione dai curricula e dai programmi di studio degli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, la Storia, talvolta, si prende la rivincita, denuncia la prepotenza della propria vitalità e la sbatte in faccia, letteralmente, ai suoi detrattori, che si annidano per una non so quale innata vocazione negli ambienti ministeriali che dovrebbero, altrimenti, avere come mission la salvaguardia della civiltà dei nostri Padri, quella che alimenta di sé l’essenza stessa dell’Occidente ellenico, latino e cristiano. 

   La sera di sabato 21 novembre, appena trascorso, ha fornito nerbo a una performance in cui  la storia è stata e, in questa precisa circostanza, si è fatta protagonista; una manifestazione misurata, sì, ma davvero molto significativa, durante la quale si è registrata una nutrita partecipazione di pubblico per assegnare l’annuale premio dell’Associazione Onlus di Umanesimo della Pietra per la Storia che, nell’edizione di questo 2015, ha visto assegnare allo studioso Pasquale Cordasco, docente presso l’Università degli Studi di Bari, il multiplo d’arte in bronzo, La Voce della Storia, che una giuria “popolare”,  in assoluto anonimato, come sempre e da Statuto, ha decretato di attribuire allo studioso, originario della popolosa città di Andria, nota in Italia e nel mondo per l’ottagono imperiale di Federico II di Svevia, lo STUPOR MUNDICastel del Monte.

Umanesimo della Pietra
 

 

   L’imponente palazzo ducale di Martina Franca, che è stato nei secoli passati la magnificente abitazione dei Caracciolo Pisquizi o del Leone  - è stato costruito dal duca Petracone V, nel 1668 -  quella sera ha sfoggiato la sua facies più brillante e carezzevole, la sua veste più accattivante e fascinosa, proponendo di sé non soltanto gli affreschi di Domenico Antonio Carella, l’allievo di Francesco Solimena -“l’Abate Ciccio”, come viene altrimenti identificato-,  che zampillano scintillanti nel loro caldo pigmento mediterraneo, ma anche alcuni strepitosi pezzi della collezione del duca di Martina,  Placido dSangro, provenienti dalla Villa della Floridiana, in Napoli,  discendente dei  feudatari Caracciolo, temporaneamente esposti in mostra nella teoria delle sale del piano nobile di questa doviziosa residenza aristocratica dalle inusuali raffinatezze architettoniche e di pittura.

 

   Pasquale Cordasco: tra le ricerche più intriganti dello studioso pugliese vanno poste all’attenzione degli storici e degli appassionati di storia, in modo particolare, numerose edizioni critiche di documenti  presenti nel  Codice Diplomatico Pugliese e nell’articolata raccolta delle Chartae Latinae Antiquiores che fanno da pèndant ad alcune approfondite indagini su carte e documenti afferenti l’età sveva e angioina,conservati nell’Archivio Arcivescovile di Trani. Ad essi si affiancano pure alcuni saggi sul notariato e sulle strutture giudiziarie del Mezzogiorno d’Italia e sugli usi cronologici seguiti, di consueto, nei documenti privati dell’epoca  prenormanna e su diversi aspetti, non ancora conosciuti, della documentazione pugliese.

 

   Uno studioso di tutto rispetto, quindi, che ha fatto da apripista in campi inesplorati e sulle cui orme si sono posti altri ricercatori che hanno attinto dai suoi lavori “ a piene mani”, come ha rilevato l’Accademico dei Lincei, Cosimo Damiano Fonseca, che ha tracciato, con finezza esclusiva e attenta riflessione, un profilo scientifico e critico di Cordasco al quale aveva in precedenza rivolto il saluto dell’Amministrazione Comunale di Martina Franca, l’Assessore alle Attività Culturali, Antonio Scialpi.

 

   All’inizio della cerimonia di proclamazione del vincitore del premio ha preso altresì la parola il direttore del Gruppo Umanesimo della Pietra, Domenico Blasi, che ha illustrato, sia pure brevemente, le finalità sociali e culturali, lato sensu, che sostanziano sempre di più, nel divenire temporale negli anni, l’esistenza di questo singolare riconoscimento ad un ricercatore che affronti studi con accurata acribia la documentazione storica pugliese, in particolare e, quindi, meridionale, in generale.