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Alfred, il foggiano Russo nell'Ing-team
L'App scartata in Italia spopola a Londra
Mentre il ministro Dario Franceschini prova a far rientrare cervelli, competenze ed esperienze italiane, innestandole con altrettanta qualità internazionale, per dare nuovo impulso ai siti museali e archeologici del Bel Paese, torna agli onori della cronaca la vicenda di un gruppo di giovani ingegneri che raccolgono in Gran Bretagna gli allori negati loro in Italia. Tra loro un foggiano, Nicola Russo, oggi alla guida del progetto "Alfred Smar Home"

Secondo il Sole 24 Ore solo nel 2014 più di 100.000 italiani sono andati a cercare fortuna all’estero. La Germania e la Gran Bretagna si sono rivelate le due mete più gettonate di questa diaspora. Nel Belpaese investire sui giovani è praticamente impossibile, i dati sulla disoccupazione giovanile forniti dall’Istat parlano chiaro: il tasso di disoccupazione degli under 24 è del 44% e nell’ultimo anno si sono registrati 40.000 occupati in meno. I nostri giovani dunque scelgono di emigrare, ma sono pochi quelli che riescono a trovare un lavoro stabile e redditizio, tanti invece resistono strenuamente cimentandosi in lavori umili e faticosi: alzi la mano chi non ha almeno un amico che è finito a Londra a fare il lavapiatti o magari il cameriere.
C’è chi invece in Italia voleva restare e provare a costruire qualcosa, ma è stato costretto a partire, come Nicola Russo, un giovanissimo ingegnere informatico originario di Foggia. Nicola classe ’90 insieme al collega Michele Galli ha inventato Alfred, un maggiordomo virtuale che mediante un app, è capace di gestire tutti gli elettrodomestici della casa, impostare i termostati delle caldaie, annaffiare le piante, oltre a rendicontare e risparmiare più energia possibile. Anche in Italia abbiamo dei potenziali Steve Jobs in casa, ma spesso non sappiamo riconoscerli: i giovani ingegneri dell’Università di Roma Tre, infatti, hanno inizialmente cercato qualcuno che investisse nel loro talento, ottenendo soltanto secchi rifiuti: “Ci siamo rivolti ad un acceleratore di start up romano, ci hanno detto che non eravamo pronti e che sparavamo a casaccio”, ci racconta divertito Nicola Russo.
Il team italiano ha deciso allora di allargarsi, accogliendo al suo interno altri ingegneri, e di trasferirsi a Londra dove a febbraio è nata la BrainDrain Solutions Ltd (letteralmente Fuga di Cervelli). Nella city il talento dei giovani ingegneri viene immediatamente notato e apprezzato, tanto che Nicola e soci ottengono un grosso finanziamento dalla John Lewis plc, storica azienda inglese con un fatturato lordo annuo di oltre 10 miliardi di sterline e migliaia di negozi in tutto il Regno Unito. Oggi Nicola Russo è il Ceo della BrainDrain Solutions Ltd e dal suo ufficio nella centralissima Victoria Station, dove lavora insieme al suo team per ultimare e commercializzare la sua creatura, ci racconta la sua avventura.
Cos’è Alfred Smart Home e come funziona?
Alfred è il maggiordomo che tutti vorrebbero. Si tratta di un’applicazione web e mobile per la gestione di case ed edifici commerciali. Alfred integra i dispositivi per la smart home (come termostati, lampadine, prese elettriche, videocamere ecc..) multimarca attualmente disponibili sul mercato permettendo all’utente di controllarli da una singola dashboard . Tuttavia, ciò che fa di Alfred Smart Home un prodotto unico, non è il controllo dei device bensì la gestione automatica della casa e l’analisi dei consumi. Il nostro cervello in cloud è in grado di gestire gli ambienti (senza l’interazione dell’utente) seguendo comportamenti “cost-driven” e “comfort-driven”, ovvero cercando di spendere meno energia possibile e/o basandosi sulle passate impostazioni settate dall’utente. Inoltre, Alfred, memorizza gli stati e i consumi dei device per poi mostrarli attraverso grafici e indici, permettendo così all’utente di fare un’analisi dei costi puntuale e quindi di comprendere esattamente come spende i soldi della bolletta.

Come è nato Alfred?
Alfred nasce tra i banchi dell’università di Roma Tre, dove io e Michele Galli (probabilmente il miglior ingegnere che abbia mai conosciuto) ragionando sui nuovi trend di mercato ci siamo resi conto che il mercato della “Smart Home & Building” era, tra i mercati emergenti, il più promettente. Inizialmente abbiamo pensato di produrre hardware (una nostra linea di smart home device) per poi fare pivot (competere con grandi case quali Google o Philips era praticamente un suicidio) e solo dopo realizzare che la smart home ha un grande problema: immaginate di avere 4 o 5 dispositivi diversi in casa. Oltre a non comunicare tra loro (ogni brand ha il suo protocollo) per poterli controllare dovete aprire l’app di Philips, poi quella di Nest, poi quella di Sonos e così via, ma questa non è smart home! E’ nata così l’idea di un’app per controllarli tutti. Ovviamente ci siamo subito resi conto che non potevamo fare tutto da soli. Abbiamo coinvolto così Silvia Di Nardo e Giuseppe Matrella (due nostri colleghi ing. Informatici con cui abbiamo condiviso il percorso universitario), Fabrizio Pera (senior iOS developer), Adam Lamkharbech e Lorenzo Perniciaro (due visual designer studenti della RUFA Roma), Marco Matera (al tempo laureando in Economia e Business Management in Londra) e Ryan Battles (esperto in marketing e brand, titolare della GrayJam LTD). Inizialmente abbiamo cercato un investimento in Italia ma siamo stati scartati da un acceleratore romano che ci ritenne “non pronti”. Ma non ci siamo scoraggiati affatto, continuando in “bootstrapping” ad investire in prima persona sul progetto. Pensa che ho lasciato il mio lavoro e accantonato i miei studi per la laurea magistrale per potermi dedicare al cento per cento al progetto. Dopo alcuni mesi la decisione: cercare un’occasione all’estero. L’occasione si chiamava bando per l’acceleratore JLab by John Lewis a Londra. Abbiamo avuto il merito di crederci e provarci così siamo stati selezionati e premiati come “best pitch”. Il 17 Febbraio 2015 è nata la BrainDrain Solutions LTD (letteralmente fuga di cervelli).
Quanto si riuscirà a risparmiare sui consumi grazie alla vostra app?
Dipende dalla costituzione della casa, ma in generale possiamo affermare che gestendo correttamente la temperatura (riscaldamento e raffreddamento) e utilizzando correttamente e nelle giuste fasce orarie gli elettrodomestici, possiamo tagliare di un terzo le bollette. Alfred farà tutto ciò in automatico e l’utente non dovrà preoccuparsi di nulla.
Quanto costerà una volta sul mercato?
Attualmente il pricing è in fase di studio e stiamo anche valutando la possibilità di fornire gratuitamente il servizio per il mercato B2C (Business To Consumer, ovvero le applicazioni eBusiness dedicate ai privati), spostando le revenue sul B2B (Business to Business, ovvero le transazioni commerciali elettroniche tra imprese) principalmente attraverso “white label” con terze parti.
Come sarà la casa del futuro?
La mia visione di casa del futuro è di un ambiente che interagisce vocalmente con chi ci abita, auto-regolandosi in base alle abitudini degli stessi senza sprecare un briciolo di energia. L’auto-sostenibilità sarà sicuramente un punto focale e i pannelli solari giocheranno un ruolo fondamentale. La sicurezza non sarà più un problema e probabilmente non sentiremo più parlare di incidenti dovuti a fughe di gas o incendi.
Perché il vostro progetto è stato finanziato a Londra e non in Italia?
Questa è una bella domanda.. (ride divertito. n.d.r) come ho già detto abbiamo concorso per un acceleratore romano dopo aver vinto il premio di Miglior Business presso l’incubatore iLab LUISS, ma siamo stati scartati perché non ritenuti “pronti” dall’acceleratore ad esso associato. Mi è stato persino detto che “sparavamo a caso” in relazione al nostro modello di business dagli analisti dell’acceleratore. Inoltre, probabilmente a causa della concezione (arretrata) della smart home, concepita come “troppo futuristica” ci consigliarono di “riprovarci in futuro”. Qui negli UK il mercato è decisamente più pronto (e grande in termini di dimensione), e inoltre si sa, il made in Italy fa fortuna fuori dal “Belpaese”. Abbiamo trovato professionisti che fin da subito hanno creduto in noi, investendo cash per poter entrare come shareholders nella nostra company.

Come ti mantieni in una città costosa come Londra?
Principalmente grazie a due persone splendide: i miei genitori, che mi sostengono in questa avventura. Nonostante il finanziamento, il team ha deciso all’unanimità di non percepire stipendio, tranne un piccolo rimborso spese per sostenere i costi dei trasporti qui a Londra, per poter investire tutto nella crescita del prodotto.
Cosa ti manca dell’Italia?
Sicuramente il cibo e il clima, ma infondo qui a Londra si vive davvero bene.
Qual è la tua giornata tipo nella capitale inglese?
Sveglia presto e in ufficio dal lunedì al sabato a lavorare alla crescita della nostra azienda. Non c’è niente di più stimolante che vedere la “propria creatura” cambiare in meglio e crescere giorno dopo giorno. Ovviamente non può mancare una pinta di birra nel pub di turno dopo le 19:00!
Sei soddisfatto di te stesso?
Molto. Mi sento un artista, che giorno dopo giorno grazie all’aiuto dei miei soci, costruisce qualcosa che potrà davvero rendere la vita più semplice e fare del bene all’ambiente.
Qual è il tuo sogno nel cassetto e dove credi di poter arrivare?
Il mio sogno è lavorare alla Smart City. Realizzare città nelle quali sia semplice e rapido accedere ai servizi, città auto-sostenibili e con un impatto ambientale quasi nullo, dove i rifiuti come plastica, vetro e alluminio vengono monetizzati dai cittadini e dove non vi sono sprechi di energia elettrica o di acqua. La città del futuro insomma, un futuro a mio modo di vedere non troppo lontano.
(tratto da www.theteller.it)