PugliaItalia

Expo A/R rilancia Monti e Colline Daune
Il valore aggiunto delle aree interne

Antonio V. Gelormini

ORSARA DI PUGLIA (Fg) – Il ventesimo Appuntamento con la Daunia, dedicato al percorso ideale di “EXPO A/R”, segna un cambiamento epocale. Venti anni fa, nella prima edizione di questo evento che mette insieme eccellenze e talenti della Capitanata, in pochi immaginavano che temi come la nutrizione, il ritorno alla terra, la cultura del cibo - quale fonte primaria del benessere umano e dello sviluppo sostenibile - si sarebbero imposti come "tema per il pianeta". Non è un caso, dunque, che in un fine settimana d’ottobre, a Orsara di Puglia, siano arrivati giornalisti, intellettuali, artisti, donne e uomini d’arte e di passione da tutta Italia, e perfino dalla Corea.

Peppe Zullo 1
 

“Sono venuti non per celebrare quel cambiamento”, ha dichiarato Peppe Zullo, “ma per comprendere in che modo dargli più slancio, per condividere idee e progetti che continuino a coltivare il futuro, oggi”. Coltivarlo davvero, a partire da luoghi semplici e straordinari come l’orto di Villa Jamele, la Cantina del Paradiso, posti che in questi 20 anni sono diventati “centro”, mentre erano “periferia”.

Un concetto, quest’ultimo, espresso anche dalla coreana Gina Park, chef-giornalista-scrittice, donna dal multiforme ingegno, scesa o salita a Orsara per scoprire il giardino e il progetto di Peppe Zullo, il cuoco-contadino conosciuto all’Expo di Milano. “Sono felice di essere qui”, ha detto Gina Park. “Ero curiosa di capire da dove Peppe riuscisse a trarre tutta la passione e la visione di futuro che ne caratterizza il lavoro”. Confermando l'impegno personale - nel suo ristorante Il papavero a Seul - a servire pasta rigorosamente "al dente", nonostante la clientela spinga per altro. Ormai la contaminazione con l'Italia è un processo inarrestabile.

IL LICEO DELLA TERRA. Secondo il paesologo Franco Arminio, ciò che è stato realizzato a Orsara di Puglia e gli elementi culturali peculiari, ancora intatti, che rendono unici i borghi dei Monti e delle Colline Daune devono essere il motore della strategia nazionale ed europea sullo sviluppo delle aree interne. “Di questo mi sono occupato con Fabrizio Barca”, ha spiegato Arminio. “Qui c’è già il Liceo della Terra, un luogo in cui imparare a disegnare il nuovo umanesimo delle montagne”. O meglio, forse, "dell'entroterra", perchè "Qui è sprecato venire solo a mangiare".

Alle riflessioni di Appuntamento con la Daunia, ha dato il suo contributo Raffaele Piemontese, assessore al Bilancio della Regione Puglia: “Su 13 Bandiere Arancioni assegnate dal Touring Club alla Puglia, 7 sono state conferite ai paesi dei Monti e Colline Daune”, ha ricordato Piemontese. “Dobbiamo dunque partire da un dato - ha aggiunto l’assessore -, quello inerente a una grandissima potenzialità che, in molti casi, è rimasta inespressa”. “Occorre organizzarci, imparare a lavorare insieme e a utilizzare i fondi che l’Europa sta già mettendo a nostra disposizione”. Ed ha precisato: "Tornare alla terra, è soprattutto una scelta di coraggio intellettuale".

IL FUTURO E’ NELLA NOSTRA STORIA. Assieme allo scrittore irpino, ai due giorni organizzati nelle tenute del cuoco che ha rappresentato la Puglia all’Expo di Milano, non sono voluti mancare Fabio Renzi, segretario generale di Symbola; Oscar Buonamano, giornalista e blogger de L’Espresso; Agostino Sevi, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università di Foggia; il sarto e stilista Angelo Inglese; il vicepresidente di Slow Food Puglia, Salvatore Taronno.

Da loro gli stimoli a "Un cambio di paradigma, per educare il consumatore sul valore del cibo e non del prezzo (Taronno); sul valore etico della terra e sul cibo non come energizzante ma come strumento complementare di benessere (Sevi); e sull'Appennino Parco d'Europa, sulla sua capacità di offrire "tracce di resilienza", attraverso la ricchezza larga della sobrietà e le sfide della sostenibilità, attraverso l'attidudine diffusa alla creatività: il mix genuino della Cultura (Renzi).

 

E col cuoco Pietro Zito, del ristorante Antichi Sapori, a Montegrosso - Andria, che cita "l'emozione di passeggiare nell'orto" e ricorda che "l'Expo che punta su Orsara deve servire a far conoscere chi produce cibo genuino", e Toni Santagata, che rinnova il suo canto alla terra dai tempi immemorabili della trasmissione Rai "A come Agricoltura", c’era anche Giuseppe Savino, anima e cervello di VàZapp’ Hub, start up che coniuga agricoltura, innovazione e digitalizzazione.

Un'azione che, tra l'altro. recupera prorpio l'antica tradizione degli "Orti oricellari", quelli che in Toscana coltivavano il pensiero, la dialettica e il confronto d'idee, gli stessi da cui nascerà - in seguito - l'Accedemia della Crusca. Suoi gli spunti per "l'Anfiteatro del grano", "il Vangelo sul tablet" e "la Messa nella vigna", nonchè la raccolta di "Storie a Km. 0, ma a dgnità 1.000"

NELLA CANTINA DEL PARADISO. La prima giornata è andata in scena a Villa Jamele, la tenuta più grande di Peppe Zullo, la seconda è stata ospitata nella Cantina del Paradiso, la cattedrale del vino premiata alla Biennale di Venezia. Il tema al centro della giornata di chiusura è stato “Il Nero di Troia, il vino che racconta la Puglia al mondo”. Durante l’incontro, coordinato da Gaetano Manfredonia, le ‘tracce di futuro’ più interessanti sono state delineate da Luca Gardini, wine expert tra i più apprezzati al mondo, e da Federico Menetto, wine manager che sta mietendo successi nei cinque continenti.  Il Nero di Troia, e con esso il patrimonio vitivinicolo di maggior pregio della Capitanata, approderanno presto in tv e al cinema con un progetto di respiro internazionale.

L’obiettivo è lanciare un brand capace di rendere internazionali le produzioni agroalimentari e l’offerta culturale di un territorio intero, quello che mette insieme mari, monti e pianure, in una parola la Daunia. “Siamo la terra dei matrimoni”, ha spiegato Peppe Zullo. “A Villa Jamele e a Nuova Sala Paradiso ne ho celebrati migliaia in questi anni e continuo a ospitarne in tutte le stagioni, con spose e sposi che vengono anche da molto lontano per sposarsi nella nostra terra e, in un certo modo, con la nostra terra. Stiamo diventando sempre più internazionali, perché l’interesse verso questa terra cresce ogni giorno di più. Ecco, è arrivato il momento di raccogliere i frutti di una lunga stagione di semina per la Capitanata, la Puglia e l’intero Paese”, ha concluso il gran cerimoniere di Appuntamento con la Daunia.

(gelormini@affaritaliani.it)

----------------------

Pubblicato sul tema: Il nuovo umanesimo delle montagne (di F. Arminio)