PugliaItalia
"Reddito di dignità" per un welfare
locale da difensivo a progressivo
Il disegno di legge che introduce il Reddito di dignità ha iniziato il suo percorso nelle commissioni consiliari. Ad illustrare il provvedimento, nella seduta congiunta della III e VI commissione, presieduta da Alfonsino Pisicchio e Pino Romano, è stato il presidente della Giunta regionale Michele Emiliano.
“Il Reddito di Dignità (ReD) - ha detto il presidente Emiliano - mette insieme e riorganizza gli interventi di contrasto alla povertà. E dunque mira ad uscire dal ginepraio di prassi e normative locali diverse che non consentono ai cittadini di orientarsi e accedere a questi servizi se non grazie all'accompagnamento dei servizi sociali che non in tutte le città si attua alla stessa maniera".

"ReD - ha precisato Emiliano - rappresenta una possibilità, attraverso l'acquisizione di nuove competenze professionali, di rientrare nel mondo del lavoro e tenta di evitare le derive di una formazione professionale che favorisce più i formatori che i destinatari”.
Il tentativo è la razionalizzazione dell'esistente, prevedendo anche meccanismi che utilizzino sistemi per l'esdebitamento delle famiglie che si trovano in una condizione di collasso finanziario: “Dobbiamo lanciare - ha aggiunto il presidente - un modello nel quale anche le nuove funzioni derivanti dal ridisegno delle province in materia di lavoro consentano di adottare una strategia unica di contrasto alla povertà. Qui non parliamo solo di semplice assistenza, ma di un progetto che mira ad attaccare la crisi dal basso. Sappiamo bene che la povertà si contrasta attraverso la ripresa dello sviluppo economico, ma noi vogliamo occuparci anche di ciò che accade nel frattempo alle fasce più deboli”.
“ReD - ha detto Emiliano - risente anche delle positive esperienze già sperimentate dalla regione Puglia negli anni passati. E si apre a chi oggi non ha un legame nel mondo del lavoro, è scollegato dai sistema di welfare dei comuni o comunque esposto alle scelte di singoli amministratori o ai budget dei singoli comuni. Questo sistema mira a ridurre le disuguaglianze, anche su base territoriale, omologando gli aiuti. Non è assistenzialismo, altrimenti non potremmo utilizzare le forme di finanziamento che stiamo attivando attraverso il Fondo sociale europeo e il bilancio ordinario. Non è nemmeno una forma di sfruttamento, come qualcuno sostiene: il fatto che il reddito di dignità sia connesso a prestazioni sociali, non connota queste ultime come attività lavorative bensì intende dare valore a gesti di rilevanza sociale”.

Emiliano ha parlato di questo progetto anche con il presidente dell’Albania Edi Rama che aveva varato un sistema molto simile nel suo Paese: “Lui mi ha consegnato l’indirizzo di far dirigere questa misura in primo luogo ai capo-famiglia donna, nel senso non certo di discriminare gli uomini, ci mancherebbe, ma di fare molta attenzione nell’individuare all’interno del nucleo la figura di maggiore responsabilità cui affidare le risorse”.
Più in generale, ha ribadito il presidente della regione, il fine è connettere queste tessere ad un puzzle molto più ampio costituito da tutte le politiche di welfare regionale: “Questo strumento non va visto come una monade, ma deve inserirsi in una rivoluzione del welfare locale che da difensivo diviene progressivo. Parliamo di una misura universale, nella consapevolezza che quando una comunità è coesa riesce ad affrontare il previsto e l’imprevisto con equilibrio, evitando i fenomeni di degrado e di dissoluzione di legami comunitari”.
“Questa non è una concessione. Quando nel 2004 diventai sindaco era in vigore un contributo sociale, ovvero una quota che ogni famiglia riceveva a Natale. Poi, negli anni successivi, costruimmo un sistema di protezione sociale che non prevedeva più contributi a pioggia, ma vera assistenza alle famiglie in stato di bisogno. Stiamo portando oggi a livello legislativo questa e molte altre esperienze acquisite sul campo per connetterle a tutte le altre attività di governo”.
“La controffensiva della regione contro la povertà non consiste solo in attività di welfare - ha concluso Emiliano - ma anche in una strategia di attacco alla crisi. Non stiamo sottraendo per il ReD nulla alle iniziative per il sostegno alle imprese o alla produzione. Finalmente, per la prima volta, avviamo un processo non frammentario e universalistico di contrasto alla povertà. Se sapremo come Paese e come Regione uscire dalla crisi anche attraverso l'altra strada, quella della ripresa economica, la strategia di ReD si incrocerà in maniera positiva e senza alcun contrasto”.

“Il disegno di legge è stato incardinato. Adesso il nostro impegno è avviare un iter rapido perché tale provvedimento è una grande opportunità per quelle famiglie pugliesi che vivono un forte momento di disagio”. Lo dichiara il Consigliere de ‘La Puglia con Emiliano’, Alfonso Pisicchio che, in qualità di presidente della VI commissione consiliare, ha coordinato con il collega della III commissione Pino Romano, i lavori dell’audizione congiunta sul Reddito di dignità. La misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale è stata illustrata dal presidente della Giunta regionale Michele Emiliano.
“Stiamo creando le basi - dice Pisicchio - per un rafforzamento di un sistema integrato di servizi e azioni tesi ai bisogni dei cittadini attraverso non un semplice sussidio di assistenza, ma attraverso una concreta possibilità di inclusione nel tessuto produttivo e sociale. Siamo d’accordo con il presidente Emiliano quando nella sua introduzione ha posto l’accento sull’universalità che caratterizza questo provvedimento cercando di renderlo il più possibile immediato e funzionale ai reali bisogni dei cittadini e delle famiglie in condizioni di disagio economico-sociale”.
“La finalità condivisa – aggiunge il consigliere – è di evitare procedure farraginose e poco trasparenti nell’erogazione di questa sistema”. A conclusione dei lavori il presidente Pisicchio ha calendarizzato i prossimi appuntamenti per l’esame del disegno di legge. Le commissioni si riuniranno congiuntamente il prossimo 13 gennaio per iniziare l’audizione delle organizzazioni sindacali e delle parti sociali che hanno chiesto di essere audite. “Ciascuno - è l’auspicio di Pisicchio - dovrà dare il proprio contributo perché Red è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire”.

"Oggi si chiama Reddito di dignità, ieri Cantieri di Cittadinanza e altri nomi fantasiosi. Fermo restando che il contrasto a ogni forma di povertà è un dovere per qualsiasi istituzione, a maggior ragione per una regionale, conoscere cosa hanno prodotto le misure finanziate, in modo anche cospicuo, nel decennio passato vendoliano è - per i consiglieri regionali di Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo e Francesco Ventola - propedeutico per procedere all’esame della legge regionale".
Per questo hanno posto al presidente della Regione, Michele Emiliano, presente in Commissione per l’inizio dell’iter legislativo del provvedimento, interrogativi tesi a conoscere i risultati degli anni passati, definita "una sorta di resoconto di come sono stati spesi i soldi pubblici in iniziative similari che avevano lo stesso obiettivo: non assistere le famiglie povere, ma mettere un componente nelle condizioni di inserirsi nel mercato del lavoro".
“A questo scopo - ha sostenuto il consigliere Ventola - non era sufficiente rimpinguare i capitoli di spesa che sono già previsti, penso ai tirocini. Anche perché il governo nazionale si sta muovendo nella stessa direzione, nella legge di Stabilità un analogo provvedimento dovrebbe essere previsto e si rivolge esattamente alle stesse famiglie alle quali fa riferimento la legge regionale che porta la firma di Emiliano”.
Per il presidente del gruppo, Zullo, si tratta, invece, di una risposta “parziale e assistenziale” che tampona più che risolvere le reali situazioni di povertà alle quali una Regione dovrebbe rispondere con provvedimenti più organici e strutturali. “Snellire la burocrazia e ridurre la tassazione, possono sembrare non contrastare direttamente la povertà - ha concluso Zullo - ma, invece, sono provvedimenti che agevolando le imprese e le famiglie, riescono a garantire una migliore dignità non solo ai lavoratori che non perdono la propria fonte di sostentamento, ma anche ai pugliesi che alleggeriti dai balzelli insopportabili possono affrontare meglio il vivere quotidiano”.
(gelormini@affaritaliani.it)