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I Riti della Passione: il Crocifisso miracoloso di Pietro Frasa a Troia (Fg)

Riti della Settimana Santa: la processione del Crocifisso miracoloso della Cattedrale di Troia (Fg).

di Giovanni Aquilino

In Puglia la Settimana Sanata presenta un catalogo di manifestazioni ed eventi vario e numeroso quest’anno tuttavia, si arricchisce di un evento particolarissimo: la processione del Crocifisso miracoloso della Cattedrale di Troia.

Il crocifisso scolpito da Pietro Frasa  nei primi anni del ‘700, un’opera a dire poco unica nel suo genere, esce in processione solo il venerdì santo degli anni giubilari, dunque, ogni 25 anni.

Quest’anno, dopo un quarto di secolo, il Crocifisso tornerà a sfilare lungo le strette strade del centro storico di Troia, tra due ali di folla ed una moltitudine di pellegrini giunti da ogni dove ed immersi in un silenzio surreale. Infatti, l’immanenza di questo Cristo in croce insanguinato, scorticato, ferito, lazzaro, grondante sudore e sangue da ogni centimetro del suo corpo e del suo volto dal quale nel contempo traspare una “dolce sofferenza” è una esperienza da vivere, è una emozione da provare.

In questo Crocifisso, una croce di legno massiccio alta più di tre metri che regge una statua di Cristo altrettanto monumentale di circa due metri, si fondono arte e spiritualità in un connubio indissolubile difficile da trovare in tante alte rappresentazioni sparse per il mondo.


 

Lo sguardo del Cristo pare si rivolga ad ognuno dei presenti non per implorare aiuto, ma per stimolare condivisione, il suo volto livido e scavato pur nella sofferenza esprime una mitezza non umana, ma stupefacentemente divina. I lineamenti del volto, anche se segnati dal dolore, conservano i tratti di una struggente e delicata bellezza. Insomma, una sorta di miracolo di “divina umanità” intagliata nel legno. 

Il crocifisso pesantissimo trasportato a spalla da gruppi di 12 portatori procede lentamente occupando quasi tutta la luce del corso principale della città Dauna creando una sorta di clima sospeso. 

Un tempo e uno spazio indefinito che, incorniciato dal fascino del borgo antico, crea una realtà fuori dalla realtà, quasi a rivivere il vero Calvario di Cristo, con un trasporto ed una partecipazione emotiva che raramente si riesce a riprodurre anche in manifestazioni altrettanto intense.

Un evento che si ripete ogni venticinque anni e che trasuda devozione e fede vera, una partecipazione sentita e sincera, sottolineata delle struggenti note dal complesso bandistico cittadino che a stento rompe il silenzio di questo Golgota che si rinnova triste e commovente come non mai al passaggio di un monumentale cristo che dondolando lentamente procede verso un esito previsto quanto doloroso.

Sarà stato questo speciale clima di altissima spiritualità a suggestionare diverse centinaia di persone: fedeli, religiosi, autorità civili e militari che al termine della processione del venerdì santo del 1933 (anno straordinario di uscita del crocifisso in processione) assistettero al miracolo che si parò davanti ai loro occhi. Infatti, come viene riportato dalle cronache dell’epoca, dalla mano sinistra del Cristo crocifisso issato sulla gradinata della Cattedrale davanti alla porta di bronzo di Oderisio da Benevento (1119) si vide cadere un “effluvio scintillante” che in tantissimi osservarono stupefatti. 


 

A “certificare” un tale evento “soprannaturale” ci sono le testimonianze scritte e giurate di decine di persone e persino di un carabiniere che, svolgendo il servizio di scorta d’onore al crocifisso in processione, ebbe la prontezza di raccogliere lo scintillio nel cappello della sua alta uniforme.

La processione del Venerdì Santo a Troia si compone anche dei complessi statuari che rappresentano i sacri misteri opera di intagliatori “gardenesi” nonché della bellissima statua della Madonna Addolorata di Giacomo Colombo, eccellente scultore napoletano del ‘700.

Insomma, una processione e una mostra di opere rare in movimento, un connubio di fede e di arte, un intreccio di spiritualità e bellezza che non avviene tutti i giorni, ma solo in occasione del giubileo.

Un accenno alla mattina del venerdì per assistere alla processione più conosciuta e frequentata quella delle “Catene”: si tratta di cinque incappucciati a piedi scalzi che trascinano pesanti fasci di catene legate alle caviglie in processione visitano i sepolcri allestiti nelle diverse chiese.

Esultate turbe del cielo e gioite abitanti della terra questi riti tanto tristi quanto ineluttabili, infatti, precedono la resurrezione del Cristo la domenica di Pasqua rivissuta e partecipata a Troia, con una ennesima suggestiva processione detta del “Bacio” ovvero l’incontro della Madonna e del Salvatore Risorto.

La processione vede il suo culmine sotto i ricami di pietra del magnifico Rosone della Cattedrale e come non mancare ad un tale stringente susseguirsi di eventi con l’aggiunta della celebrazione giubilare, arte chiama arte, devozione chiama fede, tradizione chiama storia, il tutto sulle prime balze delle colline Daune da giovedì 17 a domenica 20 aprile.