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‘I Senza Faccia’ la passione
diffusa del teatro spontaneo

Antonio V. Gelormini

Puglia sconosciuta: passione e teatro autoctono di provincia come staminali per la salvaguardia dell'indentità culturale dei territori e per la loro promozione.

Definirsi “Senza Faccia” in un mondo ormai ossessionato dal presenzialismo fotografico e affogato dall’autoreferenzialità dei ‘selfie’ rappresenta, di per sé, un gesto coraggioso e nella fattispecie decisamente controcorrente. Direi al limite della ‘sfacciataggine’.

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Ma in fondo, il nome così incisivo di una compagnia teatrale di paese - nata e cresciuta a Troia (Fg), tra le Colline della Daunia, secondo i canoni della passione spontanea, per la rappresentazione e la caratterizzazione dei rapporti di comunità - può essere letto anche come un omaggio, magari inconsapevole, forse al più grande drammaturgo di tutti tempi, dopo William Shakespeare: Luigi Pirandello e ai suoi “Personaggi in cerca di Autore”, al di là del numero che il copione teatrale originale - da sempre - prevede.

La compagnia, nata nel 2004 da un gruppo di genitori di ragazzi della Scuola Primaria "A. Salandra" di Troia (Fg), l'anno dopo darà il "la" all'esordio del Festival Troia Teatro - una manifestazione che ogni estate accende i riflettori sul ‘fare teatro in strada’, cosa ben diversa dal fare teatro ‘di strada’ - e ispirirà il varo nel 2008 dell'altro sodalizio locale e gruppo di ricerca dialettale "La Melagranata".

L' attività amatoriale 'in vernacolo' de "I Senza Faccia", sin dall'inizio, corre lungo i binari della solidarietà, con il fine benefico di ogni rappresentazione, e della coltivazione dell’amicizia e delle occasioni d’incontro: quelle che ti fanno stare insieme ‘faccia a faccia’ e non nella solitudine plurale dei social-network.

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Quindi, nessuna ambizione a ‘diventare famosi’, firmare autografi o vincere premi prestigiosi, bensì gratificarsi con le vere emozioni che questa bellissima arte può donare. Impegnare il tempo libero per vincere la timidezza, allenare la memoria e l’attenzione, imparare il lavoro di squadra, esercitarsi a usare meglio la voce, imparare a parlare in pubblico, vivere tante vite, mettersi alla prova. E alla fine: “Donare… con il sorriso” a loro volta, in cambio di qualche applauso e dello spontaneo contributo, da parte del pubblico spettatore, per sostenere gli obiettivi benefici di volta in volta proposti.

Una miscellanea indubbiamente vincente, alla luce del successo ripetutamente riscontrato da "I Senza Faccia", per ogni lavoro messo in scena e per la costante evoluzione degli allestimenti teatrali relativi. Anche perchè non è solo per amicizia e spirito di cittadinanza che le piazze dove la compagnia di esibisce si riempiono all'inverosimile: decretando maturi i tempi per percorsi teatrali anche più articolati e tappe di prosceni anche più lontani da quelli all'ombra della Cattedrale di Troia.

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Da sottolineare è il particolare e pregevole lavoro di promozione culturale che la compagnia guidata dal regista non-attore, Nicola Crucinio, cerca di portare avanti con caparbietà ed entusiasmo. Quello finalizzato a una sorta di “rigenerazione della Polis”, con la consapevolezza che la cultura è un diritto non scontato, che va esercitato: proprio come la democrazia. Valori entrambi a cui va garantito un futuro, che non a caso affondano le proprie radici nell’Antica Grecia.

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Una testimonianza della vivacità creativa e partecipativa ancora annidata nei piccoli Comuni del Paese: un patrimonio consolidato, quindi, da salvaguardare e valorizzare, che con "I Senza Faccia", il Festival Troia Teatro e "La Melagranata" fa dell'antica cittadina del Subappennino Dauno il fiore all'occhiello della proposta teatrale di Capitanata.

La conferma, più che tangibile, di quanto sosteneva un altro gigante del teatro tedesco ed europeo, Bertolt Brecht: “Il teatro non può cambiare il mondo, ma può cambiare gli spettatori. Gli spettatori se vogliono possono cambiare il mondo”.

(gelormini@gmail.com)