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PugliaItalia
Il futuro dell'ex-Ilva dopo la sentenza della Cgue. Prove di dialogo
Ex Ilva Taranto

La V Commissione Regione Puglia, su iniziativa del suo presidente, Michele Mazzarano, ha messo insieme tutte le parti convolte nella complessa gestione del futuro dell’ex-Ilva: l’azienda, in gestione commissariale per nomina dell’attuale governo, l’esecutivo regionale, i consiglieri regionali , le rappresentanze sindacali nonché gli enti preposti alla protezione dell’ambiente e della salute: Arpa, Aress e Dipartimento prevenzione Asl Taranto.

Un primo passo per l’apertura di un dialogo, nonostante le evidenti divergenze emerse durante la seduta di Commissione. Mazzarano ha ritenuto necessario questo confronto in sede consiliare alla luce della sentenza della Corte di Giustizia europea, uno “spartiacque”, lo ha definito, che stabilisce senza margini di dubbio che l’inquinamento include sia danni all’ambiente sia danni alla salute, esplicitando la necessità di inserire la valutazione di impatto sanitario nel procedimento amministrativo per il rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale. 

Le criticità ambientali e sanitarie di Taranto e la condizione di vulnerabilità della popolazione sono state tracciate dal direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Taranto, Michele Conversano, e la responsabile dell’area Epidemiologia e Care Intelligence dell’Aress, Lucia Bisceglia.

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Il direttore genarle di Arpa Puglia, Vito Bruno, ha anche descritto tutte le azioni portate avanti dall’agenzia dal 2017, anche nella predisposizione dello studio che, portato davanti al tribunale di Milano, è stato alla base del rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea.

Il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, nominato quattro mesi fa e precedentemente direttore della Divisione tecnica e operativa dell’Ilva, ha elencato punto per punto tutto ciò che è stato fatto negli anni per ridurre le emissioni inquinanti, coprendo i parchi minerari e introducendo tecnologie avanzate di contenimento degli inquinati ai camini. Interventi, è stato fatto notare da più parti, che si sarebbero dovuti concludere entro il 2015 e che invece sono arrivati solo in tempi recenti.

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Ma il punto fondamentale evidenziato dal commissario ha riguardato la decisione di produrre la Vis, valutazione di impatto sanitario, rispetto alla quale l’azienda prima del commissariamento aveva fatto opposizione. La Vis prodotta riguarda una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio, ma se ne sta preparando un’altra commisurata alla produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Questa Vis, ha detto Quaranta, sarà valutata dall’Istituti superiore di sanità, “Acciaierie ha dimostrato di essere per tutti gli inquinanti al di sotto dei tetti stabiliti dalle linee guida e sono in discesa".

"Poi - ha aggiunto - cambiare i livelli di accettabilità fa parte delle scelte politiche. Noi ci atteniamo alle linee guida”. E a tal proposito ha ammesso che dal 2020 c'è stato certamente un incremento di emissioni di benzene, ma con una serie di interventi si sta ottenendo una riduzione dei valori di inquinamento. Su un punto ha insistito, fino a chiedere ad Arpa e al governo regionale un accertamento: non è dimostrato che le emissioni siano tutte attribuibili all’ex-Ilva.  

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L’approccio del commissario non è piaciuto al presidente della Regione, Michele Emiliano, che ha stigmatizzato l’incapacità di 'cambiare paradigma': “E’ evidente - ha detto Emiliano - che se la posizione è quella della limitazione del danno, senza tenere in considerazione il conclamato principio di precauzione, vuol dire che non si vuole trovare una soluzione, superare la contrapposizione tra produzione e occupazione e salute delle persone”.

Emiliano, tornando sull’argomento, è andato poi oltre: “Se noi, con la nostra legislazione di valutazione preventiva del danno sanitario, siamo all’avanguardia e se la normativa Europa oggi riconosce che è questo l’approccio corretto, non ha senso proporre l’esempio di altri impianti che fanno peggio dell’Ilva perché potrebbero essere concorrenti sleali. Possiamo invece chiedere che anche quegli impianti si adeguino. Intanto noi lo avremo già fatto, e quindi saremo più competitivi”.

La contrapposizione lavoro-salute non poteva non emergere in modo particolarmente stridente dalle parole dei rappresentanti sindacali. Anni di cassa integrazione che umiliano generazioni intere, rischi sanitari che riguardano in primo luogo i lavoratori. E quindi la richiesta di interventi straordinari di “risarcimento del danno” a questi lavoratori. E poi il nuovo piano industriale, con i più volte citati progetti di decarbonizzazione che “noi non abbiamo ancora visto”. 

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I consiglieri regionali intervenuti - Renato Perrini (FdI), Massimiliano Di Cuia (FI), Massimiliano Stellato (Iv) Antonio Scalera (La puglia domani), Vincenzo Di Gregorio (Pd), Marco Galante (M5s), hanno plaudito - da posizioni diverse -  all’iniziativa del presidente Mazzarano, riconoscendo il merito di aver creato un luogo di discussione e la possibilità, per la prima volta, di avere un’interlocuzione con una delegazione di Adi, espressione dell’attuale governo Meloni.

E se per gli esponenti della maggioranza “Ciò che è stato fatto non basta e bisogna cambiare prospettiva”, la positività del dialogo anche con il ministro Adolfo Urso è stata rilevata anche dall’esecutivo regionale. La seduta si è conclusa con qualche punto fermo: il bando che il commissario sta predisponendo è un bando di vendita, nel bando saranno inserite le istanze presentate dalle istituzioni a tutela dell’ambiente e della salute attraverso la decarbonizzazione.

Infine sarà previsto un periodo prolungato di monitoraggio per la verifica del rispetto da parte dell’acquirente degli impegni assunti. E con qualche dubbio irrisolto. In particolare sulla appropriatezza dell’utilizzo di limiti convenzionali per i vari tipi di emissioni, anche in costanza di un effetto cumulativo come dimostrato dagli studi epidemiologici su Taranto.  

Di Gregorio PDDi Gregorio PDGuarda la gallery

Tra gli interventi, il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD), presidente II Commissione consiliare Regione Puglia, ha dichiarato: “Un approccio conservativo, fermo a dodici anni fa. Dall’audizione in V Commissione Ambiente della Regione Puglia, è emersa l’immagine di una fabbrica, l’ex Ilva, che presenta il resoconto degli interventi realizzati, ma che non accenna a voler cambiare passo in direzione della decarbonizzazione, di impianti alimentati a idrogeno verde".

“Oggi lo stabilimento siderurgico di Taranto produce poco più di due milioni di tonnellate e conta quasi 5000 addetti in cassa integrazione. E’ questa la strategicità di uno stabilimento che, come ha ribadito più volte il presidente Michele Emiliano, deve considerare di più Taranto e i tarantini? Il processo di risanamento ambientale non è ultimato. Qualcosa è accaduto, ha detto l’ing. Giancarlo Quaranta, ma il punto è proprio questo: a dodici anni dal 26 luglio 2012 non abbiamo ancora uno stabilimento risanato. Proroghe, deroghe, scudi penali, hanno annacquato i tempi delle prescrizioni."

"Acciaierie d’Italia vive una fase molto delicata, Taranto è il cuore di questo Gruppo industriale. Per tutelare la salute umana come sollecitato dalla Corte di Giustizia Europea, ma anche per rilanciare l’attività, serve un radicale cambio di prospettiva. Il compito delle istituzioni, delle parti sociali, delle forze politiche, deve essere quello di accompagnare questo cambiamento. La Regione Puglia lo sostiene da anni e continuerà a farlo tutelando la salute dei cittadini e degli operai come diritto primario e assoluto”.

A seguire, il consigliere regionale di Forza Italia, Massimiliano Di Cuia, ha sottolineato: “Da troppi anni Taranto è dilaniata dalla questione dell’ex Ilva e chiede, giustamente, risposte celeri alla politica: anche su questo punto, il governo nazionale c’è e sta dimostrando con i fatti quanto il futuro del siderurgico ionico e di tutto il territorio sia centrale all’interno della sua programmazione. E lo sta facendo con atti concreti sia sul fronte della tutela della salute sia con gli stanziamenti che stanno garantendo il proseguo dell’attività".

"Oggi, in Commissione Ambiente, abbiamo avviato un’interlocuzione proficua con il commissario Quaranta e i sindacati, in un clima disteso dopo un lungo periodo di buio che ha caratterizzato la precedente gestione. Come consiglieri regionali faremo la nostra parte, nella consapevolezza che si debba remare tutti nella stessa direzione per trovare un punto di equilibrio per tutelare la salute e, allo stesso tempo, sostenere i lavoratori e le aziende dell’indotto. Ci sono le condizioni per farlo e un governo che è deciso a segnare una svolta nella vicenda”.

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Anche il neo-capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, è intervenuto durante l’audizione in Commissione del commissario Acciaierie d’Italia, Quaranta: “Possiamo dire che per la prima volta c’è davvero una fattiva collaborazione fra ex-Ilva e Consiglio regionale? Bene ha fatto il collega e presidente della Commissione Ambiente, Mazzarano, a convocare tutti i protagonisti, a cominciare da Quaranta, commissario straordinario, nominato solo da poco più di quattro mesi dal Governo Meloni, che oggi ci ha messo la faccia ed è venuto a confrontarsi con noi, politica regionale, e i rappresentanti sindacali".

“Un intervento, quello del commissario, che avrebbe potuto prendere le distanze da decisioni, molte sbagliate (a cominciare dalla vendita a Mittal), di altri Governi che si sono succeduti negli ultimi 12 anni, ma, invece, ho apprezzato la serietà e la competenza con la quale ha affrontato ad ampio raggio tutte le problematiche sulle quali è apparso evidente che ci sono diversi approcci: lo stabilimento inquina ancora, oppure no? Se ci sono posizioni e analisi differenti si convochino tavoli permanenti che mettano insieme le varie parti, ma senza fare populismo sulla pelle dei tarantini.“Fatta questa premessa, ritengo che il Governo Meloni abbia fatto una serie di passi importanti, dai quali conseguono azioni e risultati che si stanno ottenendo, specie negli ultimi tempi. Perché sia chiaro: i commissari hanno ereditato una situazione disastrata, come ha più volte sottolineato il ministro Urso, a un passo dal baratro".

"Di fronte a questa situazione il Governo, pur con tante resistenze e ostacoli posti dall’azionista privato Mittal, che era maggioranza in Acciaierie d’Italia, ha deciso con coraggio e determinazione di intraprendere la strada dell’amministrazione straordinaria: di qui il decreto legge di gennaio scorso che, poi, è diventato legge a marzo.“Una legge che non ha solo avviato l’azienda verso l’amministrazione straordinaria (che è scattata il 20 febbraio con la nomina dei commissari), ma ha delineato un percorso per una ripresa e rilancio dell’ex Ilva, perché ha stabilito che il Ministero dell’Economia e Finanze avrebbe erogato un prestito ponte da 320 milioni di euro che si è sbloccato proprio in questi ultimi giorni con il via libera della Commissione Europea".

"In questo senso non possono non essere lette positivamente anche le misure che sono state predisposte perché Mediocredito centrale, attraverso il Fondo di Garanzia, sostenesse il bisogno di liquidità e SACE con due linee di factoring per 220 milioni (di cui 120 dedicate all’indotto) sostenesse i crediti delle aziende prima che l’ex Ilva andasse in amministrazione straordinaria. In questi giorni, infatti, diverse imprese dell'indotto tarantino stanno ricevendo, proprio in relazione all’intervento di SACE sui crediti pregressi, una missiva da parte di Acciaierie d'Italia con la quale viene formulata una proposta pagamento del credito maturato nella misura del 70%. Le imprese interessate (oltre un centinaio) potranno accettare o meno tale offerta. In caso di accettazione, le liquidazioni avranno luogo in tempi relativamente brevi".

“Quindi il governo non solo ha messo l’azienda in amministrazione straordinaria, ma ha fornito anche le risorse per avviare un nuovo percorso perché l’azienda torni sul mercato: il bando dovrà porre dei paletti a cominciare da quello occupazionale, poi quello del Piano industriale che deve guardare alla decarbonizzazione e quindi a una produzione sostenibile e compatibile con l’ambiente, rispettosa dei tarantini e in linea con gli indirizzi strategici dell’Europa.”

Il  consigliere Antonio Scalera (La Puglia Domani), intervenuto  nel dibattito in V Commissione ha precisato: “Il provvedimento giurisdizionale emesso dalla Corte di Giustizia Europea sull’ex Ilva di Taranto è sicuramente di grande portata per il suo carattere “propulsivo” e “propositivo” nei riguardi della politica a tutti i livelli, chiamata ad affrontare con serietà e decisione il problema dell’ambiente e della salute connessi allo Stabilimento ILVA di Taranto.Il Collegio, investito della controversia, ha chiarito un principio importantissimo: il collegamento imprescindibile tra la tutela della qualità dell’ambiente e la tutela della salute umana".

"La “Valutazione di Impatto Sanitario” (VAS) rappresenta, a detta della Corte, un passaggio necessario ed imprescindibile ai fini del rilascio della valutazione di impatto Ambientale (VIA).“La linea tracciata dalla Corte Europea deve rappresentare un faro guida anche per la politica del territorio. Questo significa che è giunto il momento di superare la dicotomia lavoro - salute, che ha causato morti e sofferenze ad un intero territorio, oltre a conflitti tra le parti sociali.Sono stati questi i temi che oggi sono stati oggetto di discussione nella audizione in V Commissione Ambiente di cui sono Vice Presidente - ha dichiarato Scalera - e, pertanto, prima ancora che si parli di riconversione dello stabilimento dobbiamo esigere il rispetto delle prescrizioni ambientali, sempre disattese,  da parte dei gestori". 

“Le Istituzioni devono farsi da garante e, se del caso, sostituirsi a inadempienze e/o negligenze da chiunque provengano, per far sì che una produzione industriale che rispetti la qualità della vita e dell’ambiente sia possibile anche a Taranto". 

“Naturalmente tutti ci auguriamo che non si giunga alla sospensione definitiva dell’attività, ma dobbiamo anche aver il coraggio di pretendere da chi di dovere che vengano rispettate le prescrizioni delle leggi vigenti.Taranto e la sua provincia hanno il diritto ad un ambiente salubre e vivibile, senza “barattare” questo diritto, riconosciuto e garantito dalla Carta Costituzionale, con quello del diritto al Lavoro".

“Ad oggi, però, il quadro che si presenta è ancora preoccupante per i cittadini e per le migliaia di lavoratori in cassa integrazione tanto da spingere l’Onu, attraverso un’indagine a definire Taranto nel gennaio del 2022 come una "zona di sacrificio". Una delle più inquinate e vessate dall’ingiustizia ambientale dell’intero pianeta Terra".  

“Noi politici non abbiamo più tempo da perdere. Dobbiamo dare un segnale forte e trasversale. Non possono esserci più divisioni ideologiche e/o interessi di parte su temi così importanti come quello che riguarda la salute e il lavoro.“Taranto è una città ferita, rassegnata, ma al contempo viva e ribelle.“Il destino di Taranto e della sua gente possiamo crearlo noi, con le nostre scelte, con le nostre decisioni. “E, parafrasando Alfa, giovane cantante italiano possiamo dire, senza paura di essere smentiti che: 'Non sappiamo chi ha creato Taranto, ma sappiamo che era innamorato'."

“Innamorato di questa città come lo sono io, come lo è la sua gente - ha concluso Scalera - per quella gente, per quelle donne, per quegli uomini, per quei giovani e per quei bambini che sono pronto a combattere e a fare la mia parte.“E vorrei che si pensasse e si parlasse solo per il bene di questi. “Diversamente se, come dice Alfa, non sappiamo chi ha creato Taranto saremo costretti a ripetere a lungo di sapere i nomi di chi la sta distruggendo”.

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“Ci  troviamo di fronte - dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante - a una sentenza storica della Corte di Giustizia Europea, che per la prima volta parla della salute dei cittadini. La Corte ha stabilito che per il rilascio o il riesame dell’AIA non si possa prescindere dalla Valutazione di Impatto Sanitario e nell’iter autorizzativo del provvedimento si debbano considerare tutte le sostanze inquinanti, oltre al loro effetto cumulativo. Non possiamo puntare a limitare i danni, ma dobbiamo lavorare per garantire un futuro diverso a Taranto".

"Il fatto che i tetti emissivi delle polveri sottili siano rispettati non può e non deve bastare, visti i dati epidemiologici che non possono assolutamente farci stare tranquilli. Se il tribunale di Milano, chiamato a decidere sulla sospensione delle attività del siderurgico, deciderà in questo senso dobbiamo impegnarci insieme, per identificare il percorso di riqualificazione condivisa non solo di un territorio, ma di una intera regione. Un percorso che deve tutelare i lavoratori, con il coinvolgimento delle parti sociali passando anche dall'attivazione di Patti sociali e territoriali".

"Forse la giustizia sarà in grado di fare quello in cui fino ad oggi la politica ha fallito. Se ci troviamo ancora con livelli di benzene troppo alti, fenomeni di slopping, diossine e polveri inquinanti sul quartiere Tamburi dobbiamo sentirci tutti responsabili. È necessario garantire nuovi strumenti per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica".

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: Ex Ilva va sospesa se pericolosa, vittoria del piccolo Andrea malato di tumore









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