PugliaItalia
Il BIF&ST riscopra la vocazione mediterranea
Risorse pubbliche certe e crescenti per garantire al BIF&ST una platea di spettatori-cittadini sempre più larga e una prospettiva mediterranea della vocazione.
Tutti allenatori nella scia di una partita di calcio o di un Campionato del Mondo, poi con nonchalance tutti virologi nel vortice travolgente della pandemia. Ora tutti Direttori Artistici, una volta archiviata la XIV edizione (e mezza) del BIF&ST - Bari International Film Festival e dopo che il suo ideatore e fondatore, Felice Laudadio, ha fatto scoppiare le polemiche con la denuncia dei ritardi nella disponibilità delle risorse garantite, che mettono a rischio il futuro di una manifestazione che ha segnato - insieme a molto altro - l’interesse crescente verso il capoluogo pugliese.
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Il dibattito si è acceso proprio sulle prospettive ‘incerte’ del Festival costretto a far ricorso sempre di più al sostegno privato, a causa delle lungaggini amministrative per il concreto utilizzo dei fondi stanziati dalle istituzioni pubbliche. Innescando una piega poco piacevole, allorquando gli interventi rischiano di compromettere l’atmosfera entusiasta che dovrebbe avvolgere, accompagnare e caratterizzare un appuntamento come questo.
“Leggo su alcuni organi di stampa pugliesi - ha dichiarato qualche giorno fa il direttore del Bif&st, Felice Laudadio - notizie totalmente infondate circa la mia retribuzione annuale quale ideatore e direttore del Festival di Bari diffuse da un consigliere regionale, Paolo Pagliaro, in una interrogazione alla Regione Puglia. Costui mi attribuisce uno stipendio annuo di 300.000 euro, infinitamente superiore a quello da me percepito. Dalla mia busta da co.co.co. ho ricevuto nel 2022 € 50.388,21, incluse le mie spese per viaggi e trasferimenti legati al mio lavoro, e altrettanto è previsto per il 2023 nel mio contratto con il soggetto attuatore del Bif&st, l'Apulia Film Commission”.
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“Questa fake news - ha aggiunto Laudadio - discende direttamente da una affermazione pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno del 6 aprile scorso da tale Nancy Dell'Olio, e già smentita su quel giornale. Sto valutando, con i miei legali, gli estremi per una querela per diffamazione nei confronti di questa signora, che si definisce "ambasciatrice" della Puglia nel mondo, e nei confronti di chiunque diffonde o diffonderà questa solenne menzogna”.
Ora, fermo restando che una deriva dei rapporti minerebbe alla base prospettive e consolidamento di un evento sempre più identitario per Bari e per la stessa regione Puglia - non si dimentichi che Laudadio è stato, nella sua lunga carriera, amministratore delegato dell'Istituto Luce, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, presidente di Cinecittà e del Centro Sperimentale di Cinematografia, ideatore e direttore della Casa del Cinema di Roma e del Premio Solinas, candidato nel 2020 alla presidenza della Biennale di Venezia - ritengo che analisi e auspici vadano indirizzati su due aspetti della vicenda molto più fondamentali: la natura stessa del BIF&ST e la sua vocazione.
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Il Festival, che dopo la Mostra del Cinema di Venezia e la Festa del Cinema di Roma si consolida come terzo evento internazionale in Italia, non può che conservare il piglio divulgativo e partecipato dalle migliaia di spettatori d’ogni genere ed età. Per questo, la natura pubblica del sostegno resta indispensabile a garanzia proprio di quegli interessi.
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Quale il rischio emerso già dalle crepe di quest’anno? Che se il fronte pubblico non riesce a garantire le risorse necessarie - che dovrebbero crescere nel tempo con l’affermarsi dell’appuntamento - si lascia il passo o addirittura si spinge al coinvolgimento sempre più largo di privati/sponsor, col risultato di una considerevole riduzione dei posti a disposizione al botteghino (spesso i contributi avvengono attraverso l’acquisto di stock di biglietti) e un BIF&ST riservato a fasce speciali di fruitori, almeno negli eventi più gettonati.
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Nel contempo, la corposa partecipazione e l’unanime indice di soddisfazione - ovvero successo ed entusiasmo - per i film iraniani proposti dal BIF&ST 2023 ci indicano una prospettiva e ci dicono che va prestata più attenzione alla vocazione mediterranea del Festival, senza naturalmente trascurare le connessioni internazionali della stessa produzione cinematografica.
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Questa la rotta che la dinamica degli eventi suggerisce, una rotta che avrà bisogno di due venti, a cui affidare le sorti di una navigazione avvincente e coinvolgente per il futuro del BIF&ST: l’allargamento fondamentale del pubblico dei fruitori - e in tal senso le intuizioni di spazi e rassegne riservati a segmenti come la Scienza, l’Economia, la Storia o la Legalità si dimostrano vincenti - e l’identità mediterranea da sviluppare e consolidare, perché è in questo contesto che da sempre le sorti della Puglia si sono giocate. E’ tempo di dare più valore all’impegno finora profuso. Il futuro e nelle radici!
(gelormini@gmail.com)