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Il Gurgo di Andria: tra le doline di Puglia da salvaguardare

Il Gurgo di  Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che merita attenzione e salvaguardia.

L’Ordine dei Geologi della Puglia interviene sul Gurgo di Andria e lo fa per voce della sua Presidente Giovanna Amedei: “ Il Gurgo di  Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria e lo si vuole trasformare in vasca di laminazione! Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la SIGEA, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici”.


 

“Ma il patrimonio geologico in Puglia che valore ha? - sottolinea Amidei - Parto da questa domanda per fare una serie di considerazioni dopo aver visto gli elaborati del 'Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico' ex DPCM 14/07/2016 - IV Stralcio. Intervento di sistemazione idraulica del Lotto n. 4 - Comune di Andria - codice ReNDIS 16IR738/G1 Mitigazione del rischio idraulico canale Ciappetta-Camaggio - int 2 - Lama Lagnone che interessa il Gurgo di Andria. Per i 'non addetti ai lavori' il Gurgo di Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria”. 

“Lo stesso rappresenta un geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come 'altri contesti' dal PPTR della Regione Puglia e quindi soggetto all’Art. 56 delle relative NTA che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione della “Struttura idro-geo-morfologica. Orbene nell'ambito del progetto innanzi indicato il Gurgo diventerebbe il recapito di un’opera di sistemazione idraulica - aggiunge Amedei -  in sintesi una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato. Facciamo una premessa: la messa in sicurezza dell'abitato non è assolutamente in discussione e così come gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ma il problema è la scelta del Gurgo che, forse, gli studi di supporto al progetto non hanno adeguatamente considerato".


 

"Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la Società Italiana di Geologia Ambientale, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici. Studi rivelano che già oggi nella zona dell'alta Murgia sotto l’effetto di precipitazioni importanti vi è un trasferimento degli inquinanti attraverso le discontinuità maggiori e le forme carsiche endoreiche. Esse, quindi, rappresentano un inevitabile mezzo di comunicazione diretto con la falda di quanto accade in superficie; sottoponendo il Gurgo ad un'ulteriore pressione come luogo di immagazzinamento non si farebbero altro che trasferire, in maniera concentrata e più efficiente, inquinanti direttamente in falda, già sotto stress per emungimenti e crisi idrica". 

E tale rischio - conclude Amidei - è anche più reale se si considera che ad oggi non risultano eseguite indagini sul fondo del Gurgo. Quindi quali effetti avrebbe sul fondo e su tutto il sistema carsico un deflusso concentrato come quello previsto in progetto? Secondo punto:  l’acqua che si infiltrerebbe nel fondo della dolina potrebbe stravolgere la circolazione carsica ipogea, con il rischio, come dimostrato da recenti studi, di  innescare possibili  terremoti, come si è avuto modo di constatare a Bagni di Tivoli, a Fossa (AQ) e in altre zone dell’Abruzzo  dell’Appennino in genere”. 

(gelormini@gmail.com)