PugliaItalia
Il limbo dei Marò e la luce
dell'Aja in fondo al tunnel
Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, esprime “delusione” per la sentenza del Tribunale del mare, che ha deciso di non decidere sul caso dei Marò italiani, in attesa dell’arbitrato internazionale dell’Aja.
“Guardavamo tutti con fiducia ad Amburgo e ci attendevano di più", dichiara Loizzo, "sento in questo di intrepretare il sentimento dell’intera Assemblea pugliese”, che ha più volte approvato ordini del giorno, chiedendo la liberazione del tarantino Massimiliano Latorre e del barese Salvatore Girone e soprattutto giustizia, rapida e obiettiva, per i fucilieri di Marina, soggetti in India a un procedimento penale che si è distinto per rinvii e prese di tempo interminabili.
Per Loizzo, la decisione “mancata”, a maggioranza, dei ventuno giudici del Tribunale internazionale del diritto del mare “riporta la vertenza giudiziaria allo stallo inaccettabile e al rimpallo di competenze tra la Corte federale e il governo di Dehli. L’auspicio è che in sede di arbitrato internazionale dell'Aja, entrando nel merito del caso la Corte internazionale di Giustizia voglia mettere finalmente un punto fermo alla vicenda, in maniera positiva per i nostri ‘ragazzi’”.
"Una bandiera – aggiunge - che oggi è stata disonorata perché è inopportunamente appesa ad un balcone in verticale nello stesso modo in cui si stendono i panni casalinghi. “Chiedo, dunque - conclude Damascelli - che si ripristini il decoro istituzionale e il rispetto per il dramma dei soldati e che quanto condiviso nel Consiglio trovi piena applicazione: siamo tutti con i nostri marò, specie in giorni così triste in cui l'Italia riceve l'ulteriore schiaffo dalle istituzioni internazionali”.