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Il limbo dei Marò e la luce
dell'Aja in fondo al tunnel

Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, esprime “delusione” per la sentenza del Tribunale del mare, che ha deciso di non decidere sul caso dei Marò italiani, in attesa dell’arbitrato internazionale dell’Aja.

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“Guardavamo tutti con fiducia ad Amburgo e ci attendevano di più", dichiara Loizzo, "sento in questo di intrepretare il sentimento dell’intera Assemblea pugliese”, che ha più volte approvato ordini del giorno, chiedendo la liberazione del tarantino Massimiliano Latorre e del barese Salvatore Girone e soprattutto giustizia, rapida e obiettiva, per i fucilieri di Marina, soggetti in India a un procedimento penale che si è distinto per rinvii e prese di tempo interminabili.

Per Loizzo, la decisione “mancata”, a maggioranza, dei ventuno giudici del Tribunale internazionale del diritto del mare “riporta la vertenza giudiziaria allo stallo inaccettabile e al rimpallo di competenze tra la Corte federale e il governo di Dehli. L’auspicio è che in sede di arbitrato internazionale dell'Aja, entrando nel merito del caso la Corte internazionale di Giustizia voglia mettere finalmente un punto fermo alla vicenda, in maniera positiva per i nostri ‘ragazzi’”.   

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“Il Tribunale del Mare ordina a Roma e New Delhi di sospendere qualsiasi procedura in corso e di non avviarne altre in attesa delle decisioni della Corte arbitrale del Tribunale dell’Aja", segnala in una nota diffusa Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR), "ma, nel contempo, respinge le richieste italiane di revocare temporaneamente le restrizioni della libertà ai danni dei nostri due marò: è una decisione che suona come una beffa e rivela una contraddizione che non può dare luogo a nessun entusiasmo".
 
"Purtroppo, siamo di fronte al frutto della inadeguatezza dei governi Monti, Letta e Renzi - continua Lettieri - a gestire con fermezza, efficacia e autorevolezza una vicenda che si trascina ormai da più di tre anni, costellata di errori e omissioni. L’India dovrebbe conseguentemente restituire, subito, la libertà a Girone e Latorre. La diplomazia italiana lavori per il rispetto dei diritti, prima di tutto umani, dei nostri fucilieri di Marina”.
Damascelli bandiera Marò
 
 
Intanto, il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, in altra nota lamenta: “Proprio nel giorno in cui il tribunale di Amburgo omette di decidere, inferendo un ulteriore colpo all'Italia e ai nostri due militari, è sparita la bandiera dei Marò, che sventolava su mia proposta, dal palazzo del Consiglio regionale. Mi auguro che il presidente Loizzo non ne sia a conoscenza e provveda nell'immediato a restituire dignità al simbolo di due figli della nostra Puglia".

"Una bandiera – aggiunge - che oggi è stata disonorata perché è inopportunamente appesa ad un balcone in verticale nello stesso modo in cui si stendono i panni casalinghi. “Chiedo, dunque - conclude Damascelli - che si ripristini il decoro istituzionale e il rispetto per il dramma dei soldati e che quanto condiviso nel Consiglio trovi piena applicazione: siamo tutti con i nostri marò, specie in giorni così triste in cui l'Italia riceve l'ulteriore schiaffo dalle istituzioni internazionali”.
 
(gelormini@affaritaliani.it)