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Il Puccini a Bari di Gelormini-Vaccari: legami e passione
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Il Puccini a Bari di Gelormini-Vaccari: legami e passione

In occasione di una data ricordevole in genere si pubblicano commenti, memorie, biografie, mentre questo agile volumetto di Antonio V. Gelormini e Giandomenico Vaccari, se pure pubblicato in occasione di un centenario è la narrazione appassionata e vivace di un legame, anzi di più legami.

Il legame della passione per il melodramma e per uno dei giganti di questa forma d’arte: Giacomo Puccini (1858-1924) del quale quest’anno ricorrono i cento anni dalla morte.

Melodramma, un’arte, uno spettacolo che mette assieme musica, poesia, teatro e tanto altro e che ha contribuito nel sedimento culturale universale ad elevare e promuovere il “genio italico” in tutto il mondo.

Giacomo Puccini acclamato autore di veri e propri capolavori come La Bohème, Manon Lescaut, Turandot, Tosca, Madama Butterfly, solo per citare le opere più famose e celebrate, è parte integrale della più autentica e specifica tradizione musicale italiana.

Siamo sinceri, chi almeno una volta nella vita non ha mai provato, magari a bocca chiusa tra sé e sé a mugolare: Che gelida manina, Nessun dorma, E lucean le stelle, Un bel dì Vedremo o gridando a squarcia gola, chiuso nell’abitacolo della sua auto: All’alba vincerò (nel disperato e catastrofico tentativo di imitare l’immenso Luciano Pavarotti) o ancora che nell’abito di un argomentare come lessico comune non ha proferito le frasi famose delle suddette arie? Appunto: Che gelida manina se la lasci riscaldare o L’ora è fuggita e muoio disperato…

Il volume intitolato: "Giacomo Puccini - Dal Teatro Piccinni 1895 al Petruzzelli 2011" pubblicato per i tipi della ERF Edizioni di Bari, non ripercorre sentieri biografici usuali o encomiastiche considerazioni sulle partiture musicali delle opere pucciniane, non ripropone consunte narrazioni circa la nascita e creazione dei singoli capolavori, bensì narra la storia di un legame e di una passione.

Racconta, infatti, la storia del legame che la città di Bari, in occasione della prima al Teatro Piccinni della Manon Lescaut, istaurò con il musicista toscano. Un rapporto di amicizia e di reciproca empatica stima, peraltro documentata dalla stampa dell’epoca e dalla lettera che Puccini rivolse alla città e ai baresi prima di ripartire per la sua Torre del Lago.

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Antonio Gelormini in maniera magistrale descrive tale legame, intessendo il racconto di aneddoti e di collegamenti, intrecciando la cronaca dell’epoca con le emozioni vissute dal popolo degli appassionati pugliesi, che scoprivano per la prima volta l’armonia creata dalle note del maestro Puccini.

Intensa è la descrizione dell’amicizia tra Puccini e l’amico fraterno, Pietro Mascagni, che pare proprio in Puglia - precisamente a Cerignola (Fg) - completò la composizione del suo capolavoro: "Cavalleria Rusticana".

Legami che si intrecciano e che danno al lettore una sorta di coinvolgente partecipazione, l’amore per il melodramma e il bel canto, come quando gli amici appassionati, al bar come in tabaccheria si incontrano e in automatico iniziano a cantare assieme le arie più conosciute e “travolgenti”, lavorando di melodia e contrappunto. Il legame con la zia del cuore che suona il violino e avvia i nipoti all’amore per la musica; insomma, un misto di legami ed emozioni ispirato dagli acuti di soprani e tenori e dalle note sempre emozionanti e coinvolgenti di Giacomo Puccini.

La seconda parte del libro, invece ci propone un punto di vista anche questo molto originale, infatti, Giandomenico Vaccari, Dirigente e Direttore artistico di molti teatri prestigiosi, nonchè regista con rappresentazioni in tutto il mondo, prendendo a piene mani dal suo bagaglio esperienziale e soprattutto culturale non ci narra uno scontato “dietro le quinte”, ma ci apre ad uno sguardo, si potrebbe dire, “aereo”.

Vaccari come in una sceneggiatura ci descrive quello che accade nel mettere in scena un melodramma, della densità di significati che muove ed ispira gli autori della musica e del libretto alla complessità dell’intreccio tra recitazione, canto e musica… e costumi e scenografia e luci e…

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L’opera lirica, è un concentrato di storia, costume, letteratura, drammaturgia, recitazione, musica e Vaccari, proprio come un attento maestro d’orchestra, porta il lettore nel clima, nell’anima dell’evento artistico.

Giandomenico Vaccari ha il pregio, in questo volume, di descrivere attraverso l’interpretazione dell’opera di Giacomo Puccini, una visione dall’alto del mondo del melodramma lasciandoci intuire “l’incastro artistico” fatto di intuizioni e di emozioni ma anche tecnica, fantasia e creatività della intera e complessa forma d’arte che è il melodramma.

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Un libro scritto bene e che nel contempo, in maniera piacevole, interessa e diverte il lettore.

Un libro che esce in occasione del centenario della morte di Puccini, ma che celebra legami intensi e appassionati che in tempi di socialità liquida sono un auspicio per un’alba nella quale, se non si potrà proprio vincere, si potrà almeno sperarlo.









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