PugliaItalia
Il Sud
e le sue scuciture
Se Pino Daniele ricorreva alla metafora della "carta sporca", per denunciare il dramma di una città abbandonata a se stessa e incapace di trovare la forza per ragire a una sorta di decadenza soffocante e diffusa, con Michele Emiliano e l'intero Mezzogiorno il ricorso all'artifizio letterario non è necessario.
L'identificazione del Sud con il carattere e il modus operandi dell'ex Sindaco di Bari ed ora Sindaco di Puglia, il neo presidente della Regione, si direbbe che sia quasi e del tutto semplicemente "naturale". Niente, meglio dell'incosapevole giacca scucita di Michele Emiliano - rilevata e rivelata da una cronista durante un'intervista - racconta e fotografa lo status del Mezzogiorno, disvelando per certi aspetti anche le ragioni più nascoste che ne segnano la quotidiana fatica del 'vivere alla giornata'. Tutti travolti dalla comune predisposizione alla dedizione totale e ciascuno seguace convinto di un maledetto e accidioso pensiero collettivo, che si fa filosofia di vita meridiana, nelle piazze, davanti ai bar e nelle intime preghiere d'inizio giornata: "Poco, malededetto e subito!".
"Aver riportato al centro del dibattito politico nazionale il Mezzogiorno, con tutte le sue contraddizioni, è motivo di impegno per tutti per non perdere l'occasione che si presenta, finalmente, dopo vent'anni", segnala Michele Emiliano al termine del suo intervento in Direzione Nazionale PD.
"Il risultato elettorale delle regionali 2015 impone il Sud come unico mezzo per dare soluzione alla crisi economica italiana - aggiunge Emiliano - e il Partito Democratico, rimettendo al centro della politica la "Questione meridionale", dà corpo e testimonianza a questo risultato, che avevamo il dovere di raggiungere dopo le elezioni del 2015".
L'assise al Nazareno a Roma non ha stemperato - nonstante il caldo asfissiante - l'atmosfera ancora tesa tra Matteo Renzi e il Segretario regionale pugliese del PD, ma Emiliano preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: "Noi che siamo abituati ad essere mortificati e trattati freddamente ogni volta che non siamo funzionali ai disegni economici e politici del Nord, possiamo dire che è andata bene".
"Non perché Renzi abbia dichiarato di voler fare “a settembre” un “masterplan”, che diminuisca il divario economico, tra Nord e Sud. Ma solo perché finalmente adesso noi italiani del sud possiamo ricominciare parlare, ci siamo ripresi il diritto/dovere di parlare in nome delle nostre comunità e nel loro interesse".
"Questo diritto - ricorda Emiliano - lo avevamo perso da oltre vent’anni, per colpa anche nostra, perché avevamo consentito agli altri di attribuire a noi la causa di ogni male. Lo straordinario risultato elettorale 2015 dove abbiamo vinto ovunque nel sud, ci ha consentito di riprendere il nostro ruolo. Non solo perché è giusto, ma perché senza riequilibrare il divario Nord-Sud, la nostra economia e l'Italia stessa rischiano di diventare permanentemente non competitive".
Anche perche, si legge tra le righe, territori e comunità locali non possono essere coinvolti a intermittenza: invitandoli a "superare piagnistei e autoassoluzioni", stimolandoli a una maggiore determinazione nella costruzione del futuro, ma poi escludendoli da decisioni vitali come la realizzazione di infrastrutture, l'alta velocità o il semplice potenziamento della Bari-Napoli e della dorsale ferroviaria adriatica, o ancora la TAP, l'Ilva e le trivelle lungo le sue coste.
"Questa agenda adesso viene imposta al Governo non dallo Svimez, ma dall’evidenza dei fatti", aggiunge il Governatore pugliese, che precisa: "Siamo pronti a collaborare col Governo, e magari anche con una nuova maggioranza che includa, però, SEL e M5S, fuoriusciti e no".
Un fronte, quello col M5S, che resta nel mirino di Emiliano: "Almeno per ora, rifiutando deleghe assessorili importantissime nella giunta pugliese, gli amici del M5S hanno rinunciato alla concretezza del cambiamento. Credo che ci sarebbe voluto più coraggio. L'impressione data è che hanno paura di governare, temono di non essere all'altezza. Certo, tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare. Volevo farglielo attraversare, ma non se la sentono".
E tra una stoccata a Verdini ("Meglio di no") e un affondo sul caso Azzollini ("Meglio parlar chiaro. Non possiamo delegittimare le piccole Procure che lottano per ripristinare la legalità"), le scuciture del Sud come quella della sua giacca diventano metafora di antica e "paziente" saggezza meridiana: fa intuire di non essersi mai accontentato del poco, maledetto e subito, ma talvolta bisogna stringere i denti e armarsi di sano spirito di sopportazione. E in questo esercizio la gente del Sud è maestra: "Abbiamo incassato l’impegno a discutere di questione meridionale e a farlo prima di stabilire la spesa con la legge di stabilità. È molto. Andiamo avanti".
(gelormini@affaritaliani.it)