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Ilva, Commissari in Consiglio Reg.
Allarme sindacati: 5.800 esuberi

Allarme dei consiglieri regionali Mazzarano (PD), Perrini (DIt) e dei sindacati per i silenzi e l'ipotesi esuberi all'Ilva nei piani di rilancio.

Allarme dei sindacati per l'ipotesi di 5.800 esuberi che sarebbero previsti dal piano di rilancio dell'Ilva della cordata Arcelor Mittal/Marcegaglia e 6.400 in quello Jindal/Acciai Italia. Ma anche i consiglieri regionali tarantini Michele Mazzarano, presidente del gruppo del Partito Democratico, e Renato Perrini, del gruppo Direzione Italia, hanno deciso di reagire, formalizzando al presidente della commissione Ambiente del Consiglio regionale una richiesta di audizione dei tre commissari dell'Ilva.

Taranto wind Ilva
 

“É necessario che il Consiglio regionale pugliese sia opportunamente informato della procedura di vendita dell'Ilva", sostengono i due consiglieri tarantini, "É giusto che la massima istituzione pugliese conosca i dettagli del piano ambientale e industriale e delle possibili ricadute occupazionali di tutte le offerte sottoposte all'analisi del Governo italiano. Pertanto chiediamo ai commissari dell'Ilva Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, di voler accettare l'invito ad illustrare al Consiglio i criteri e le modalità per la vendita dello stabilimento siderurgico”.

“É sgradevole dover apprendere solo da indiscrezioni giornalistiche - scrivono i due consiglieri di maggioranza e opposizione - notizie relative all'acquisto dell'Ilva di Taranto. Riteniamo inappropriato che i commissari, nella loro qualità di rappresentanti del governo, lascino trapelare particolari sensibili o confidino le proprie preferenze su una cordata di imprenditori piuttosto che su un'altra a chiunque e dovunque, tranne che nelle sedi istituzionali competenti”.

“La evidente e grave assenza di confronto con la Regione Puglia, - continuano Mazzarano e Perrini - se confermata dalla persistente volontà di sottrarsi al dialogo con le istituzioni anche in questa delicata fase per il futuro di Taranto e della Puglia, getterebbe un'ombra sull'operato dei commissari e sulla trasparenza del loro lavoro”.

“Parliamo di una vicenda - concludono i consiglieri tarantini - così tanto drammatica sotto l'aspetto ambientale e sanitario, e talmente delicata sotto il profilo occupazionale ed economico, che nessuno può permettersi di sfuggire al confronto con le Istituzioni del territorio”.

Intanto, il Ministro dello Sviluppo economico Calenda incontra i sidancati nell'ambito della vertenza Ilva, alla vigilia della scelta che il Ministero deve fare tra le due cordate che vogliono acquistare l'azienda e all'uscita Palombella (Uilm) dichiara: "Il piano è inaccettabile, prevede 5.800 esuberi".

Stessa lunghezza d'onda per Maurizio Landini (Fiom), che ribadisce: "Incontro deludente. In entrambi i piani ci sono esuberi inaccettabili, e poi non si può scaricare su sindacati esito trattativa".

Marco Bentivogli (Film - Cisl) parla di chiarezza sugli investimenti ambientali e produttivi, sottolineando che la questione prezzo - anche alla luce di quanto preannunciato - diventa secondario: "Si parte male, molto male".

"Ci si rivede tutti il 1 giugno - ha aggiunto poi Bentivogli - ma ci sarà bisogno di un significativo cambiamento di rotta, altrimenti andremo a sbattere".

CNI ilva 5
 

I segretari provinciali di FIM, FIOM, UILM e USB si incontreranno per discutere sulla imminente decisione di passare l’azienda tarantina nelle mani del colosso ArcelorMittal in pool per questa operazione col Gruppo Marcegaglia. E il consiglio di fabbrica straordinario di tutti i delegati fa sapere: “Calenda e Bellanova hanno illustrato in dettaglio il piano di ArcelorMittal. A parte la promessa di investimenti milionari, il primo elemento negativo che balza agli occhi sono i numeri dei lavoratori", spiega Franco Rizzo, coordinatore provinciale USB.

"Il piano industriale presentato per l'acquisizione di Ilva è condizionato al licenziamento di circa 5000 lavoratori del gruppo", precisa Rizzo, "il magnate dell'acciaio prevede l'assunzione nel 2018, all'atto del subentro nella proprietà, di 9400 lavoratori dei circa 14.200 attualmente in organico. Per poi licenziarne altri 1000 nei due anni successivi (per un totale di dipendenti in attivo di 8.900 nel 2019, 8.400 nel 2020). Per poi aumentare nel 2024 fino a 10.800 unità. E il costo del lavoro resterà immutato per i prossimi sette anni".

USB Rizzo
 

"USB ha subito espresso la sua opinione: una proposta che non regge e che non prevede, all’interno dei decreti, una sorta di risarcimento per tutto quello che i cittadini e i lavoratori hanno subito, stanno subendo e subiranno rispetto all’inquinamento Ilva. Non siamo d’accordo a portare avanti una discussione come per Piombino e Alitalia, dove si continua a chiedere ai lavoratori di fare sacrifici e pagare i danni prodotti da altri”.

"Un altro atto di violenza contro i lavoratori e la città di Taranto - afferma Sergio Bellavita, USB nazionale -. Escludendo un intervento diretto dello Stato, in un segmento così rilevante del patrimonio industriale, il governo si rende responsabile della svendita dello stabilimento siderurgico più grande d'Europa. Si tratta di un piano industriale inaccettabile. Ci prepariamo a lottare per difendere il lavoro, la salute e la dignità stessa”.

(gelormini@affaritaliani.it)