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Ipersessualizzazione dei mass media (di Pasquale Laselva)

di Pasquale Laselva *

Viene definita ipersessualizzazione dei media quella sorta di bombardamento di immagini e contenuti a sfondo sessuale trasmesso attraverso programmi televisivi, cinema, riviste e internet.

Ancora più diffusi sono gli stimoli ritenuti innocui ma che seguono le stesse logiche di quelli sessuali: la presenza di bei corpi femminili e maschili per lo più seminudi e seducenti.

Laselva
 

Sono troppe le immagini sessuali che investono le nostre menti, troppo distanti da quello che dovrebbe essere un rapporto d’amore fondato sull’intimità interpersonale, sulla progettualità, sulla passionalità all’interno di un rapporto stabile.

Quella che appare è una sessualità istintiva, trasgressiva, spettacolare, ricreativa e spesso violenta.   Accanto a questo vi è un aumento di visibilità, pubblicità e accessibilità di prodotti e servizi legati al consumo di sessualità (vedi per esempio le chat, le web-cam) con l’intenzione principale di fare soldi, catturando, coinvolgendo e stimolando lo spettatore.  E guarda caso i maggiori navigatori di internet sono loro: i bambini, gli adolescenti, nostri figli, sempre più lasciati soli, sempre più orientati e fruitori del cybersesso.

Si potrebbe pensare che tutto questo sia la massima espressione di un’evoluzione culturale, di una libertà da tabù tradizionali e oppressivi o di un ampliamento del repertorio di attività di informazione, svago, divertimento e persino di socializzazione; in realtà questa ipersessualizzazione mediatica viola il diritto del bambino e dell’adolescente ad una formazione sana ed equilibrata.

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L’esposizione sempre più precoce e intensa a stimoli sessuali non fa che incoraggiare, eccitare e rinforzare la pulsione sessuale quale pulsione primaria da soddisfare a prescindere dalla sua integrazione con le aree socio affettive, valoriali ed esistenziali. Quasi sempre, soprattutto nei bambini, tale influenza si innesta in modo disarmonico in una personalità ancora immatura sul piano dell’intelligenza emotiva e morale, compromettendone lo sviluppo sano.

Altre conseguenze sono l’impoverimento delle risorse personali e delle qualità delle relazioni umane come l’empatia e la tenerezza, sessismo, stili di vita incentrati sulla ricerca del piacere inteso in senso consumatorio, crescita della confusione tra sessualità reale e sessualità virtuale. La marcata attenzione al corpo e alla sessualità, inoltre, contribuisce all’aumento di patologie quali le dismofofobie e i disturbi alimentari e sessuali. Conseguenze, dunque, spesso profonde, capaci di diventare a distanza di anni vere ossessioni e devastanti dipendenze.

Cosa possiamo fare: l’appello va nella direzione di una nuova educazione che sappia raccogliere il potenziale erotico (della persona) e mediatico (della cultura), orientandoli verso una nuova riappropriazione di un’antropologia, identità e relazioni solide e sane (Cantelmi T., et al., 2011). Ma per far ciò c’è bisogno di un’alleanza importante fra le agenzie che sono deputate a promuovere, educare e gestire le comunicazioni. La prima assemblea nazionale Forum Bambini e Mass Media, che si terrà a Bari il 29 ottobre, va in questa direzione.

* Psicologo e psicoterapeuta - Presidente regionale Ass. Ita. Psicologi e Psichiatri Cattolici - Puglia