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L'asse Emiliano - Boeri: 'Con l'INPS
politiche regionali contro la povertà'
"È una grande soddisfazione, per il Governo regionale della Puglia, che #ReD sia diventato un modello nazionale di contrasto alla povertà", ha dichiarato Titti Caterina De Simone, in occasione delle ultime decisioni del Governo. "Oggi infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl che introduce una misura nazionale - ha precisato - che ricalca il modello disegnato con #ReD qui in Puglia e approvato a novembre dalla Giunta".
"È un bel segnale per il Paese - aggiunge De Simone - che fissa nell'agenda politica un impegno importante. Abbiamo dato un contributo, che premia il lavoro e l'impegno della Puglia. Da oggi #ReD è un modello nazionale. Apriamo in questa regione un nuovo processo di innovazione e giustizia sociale, confermando che abbiamo costruito una misura universalistica che integra anche risorse europee per l'inclusione attiva e risorse del bilancio regionale".
Solo qualche giorno fa, l'incontro tra il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e quello dell'Inps, Tito Boeri, aveva riportato il tema al centro dei commenti e delle attenzioni della politica.
Aula Magna dell'Ateneo affollata e grande partecipazione a Bari all’evento in programma sulle politiche di contrasto alla povertà, tra quadro nazionale e proposta del Reddito di dignità (ReD), promosso dalla Regione Puglia e dall’Università degli Studi di Bari. L'incontro moderato da Titti De Simone, consigliera per l’attuazione del programma regionale, ha registratio gli interventi di Vito Peragine (Università di Bari), Elena Granaglia (Università di Roma Tre), Chiara Saraceno (Collegio Carlo Alberto di Torino), Tito Boeri (presidente dell'INPS) e Michele Emiliano (presidente Regione Puglia).
Un incontro fortemente voluto dal governatore, quale naturale e istituzionale occasione di confronto, con Tito Boeri, sulla proposta del cosiddetto Reddito di Dignità (ReD), che è uno dei punti più rilevanti del programma di governo pugliese.
“Col Reddito di Dignità in Puglia - ha detto Emiliano - stiamo fondando una nuova era. Confrontarci su questo tema con persone esperte come Tito Boeri è fondamentale, per limitare al massimo gli errori da nuova sperimentazione. La Regione Puglia sta per introdurre questa misura universale di contrasto alla povertà, non assistenziale, che promuove il l’entrata nel mondo del lavoro delle persone che ne sono fuoriuscite o non vi sono mai entrate. È una sfida potentissima che mi auguro serva anche all’Italia come sperimentazione, visto che siamo l’unico Paese d’Europa a non avere un reddito di reinserimento lavorativo di questo tipo”.
“Ci sono tante cose che possiamo fare insieme - gli ha risposto Tito Boeri - e sono contento di essere qui a Bari per due ragioni. La prima, perché in assenza di uno strumento nazionale di contrasto alla povertà oggi le uniche esperienze che si trovano a livello sistematico sono solo a livello locale, dove si è accumulato un patrimonio di conoscenze e di know how. Quello che state facendo qui con il ReD è molto importante e sicuramente si possono trarre lezioni su scala nazionale. La seconda ragione è che ho speranza che il 2016 sia l’anno in cui verrà introdotto un sistema nazionale di contrasto alla povertà”.
Per il presidente dell’INPS c’è un nuovo protagonismo delle regioni e la Puglia è all’avanguardia in questo ambito: “Ci sarebbe davvero bisogno di introdurre questa misura di contrasto alla povertà e siamo in grave ritardo. Se lo avessimo fatto prima della crisi non avremmo vissuto situazioni di drammatico incremento della povertà. Non c’è nulla di inevitabile in questa forte crescita della povertà"
Emiliano ha quindi ricordato che il Reddito di dignità è frutto di quel percorso partecipato durante la campagna elettorale, che ha coinvolto oltre 3500 pugliesi: “Un gigantesco focus-group che ha redatto per la Puglia il migliore programma possibile e che oggi è nelle mani dei nostri dirigenti. Intorno al ReD – ha detto Emiliano – si è creata una bella sinergia dell’apparato burocratico. Ed è una particolare emozione, questa sera, sottoporre il nostro lavoro a una persona che consideriamo tra le più autorevoli, con il desiderio di sottoscrivere un accordo Regione Puglia - INPS”.
“L’INPS è perfetta - ha aggiunto - per mettere insieme le informazioni e tutti quegli elementi che, incrociando le banche dati di cui dispone, possono favorire la corretta attuazione di queste misure. Il nostro problema è capire come, al minor costo possibile, gestire la complessità strutturale di una misura che – applicata alla realtà regionale - rischia di sovraccaricarci. Come accaduto ad esempio con Garanzia giovani che, almeno in Puglia non ha funzionato a dovere”.
L'intesa tra i due protagonisti dell'appuntamento barese è evidente: "Ho provato a guardare cosa succede alla povertà in paesi diversi, quando cala il Pil o aumenta la disoccupazione". ha proseguito Boeri, agganciandosi all'introduzione del professor Vito Peragine. "Ebbene, non è affatto detto che a un calo del reddito nazionale o del Pil sia associato un aumento di povertà. Da noi invece appena cresce la disoccupazione, sistematicamente, la povertà tende ad aumentare in maniera più forte che in altri paesi. In Italia la povertà è cresciuta soprattutto al di sotto dei 65 anni, perché al di sopra esistono delle forme di sostegno base, seppur parziali e limitate, che non esistono al di sotto di quella fascia di età”.
“Ho visitato le sedi del Mezzogiorno dell’INPS e non è facile trovarsi nella situazione dei miei colleghi quando, ad esempio, devono dire ad una persona che ha 55 anni e che ha perso il lavoro che lo stato non è più al suo fianco. Se ci fosse stato quello strumento di contrasto alla povertà un aiuto avremmo potuto darlo. Non è troppo tardi e dobbiamo certamente fare questa operazione”.
Le puntualizzazioni sintetiche ed efficaci di Elena Granaglia e Chiara Saraceno sono state riprese da Michele Emiliano, per ribadire: “Partiamo da una convinzione: i diritti, a prescindere dal loro ruolo nell’economia, hanno comunque una priorità. La cultura prevalente spesso va in direzione contraria. Noi siamo qui per fare di questa misura non un intervento da campagna elettorale, ma uno strumento di coesione sociale e - sotto l’aspetto economico - anche di sostegno della domanda in caso di crisi ciclica. Sebbene la Regione Puglia abbia reagito bene alla crisi dal punto di vista dell’aiuto alle imprese, dello stimolo della cultura imprenditoriale, della spesa dei fondi a disposizione, tutto questo non è bastato a contrastare la povertà. Anzi, abbiamo trovato come ulteriore difficoltà nel riprendere il normale ciclo economico il fatto che c’era una quantità di gente che non aveva denaro sufficiente per vivere. Essere qui stasera significa sottoporre a una verifica la nostra legge regionale”.
Emiliano ha anche ricordato che il programma di governo ha un titolo particolarmente evocativo “Una lunga vita felice”, nel senso la politica deve servire a costruire un sistema - nel suo complesso - che tenga in termini di qualità umana e non solo dal punto di vista economico. L’economia da sola, infatti, non è sufficiente a garantire il benessere e la coesione sociale di una comunità.
“Io l’ho sempre chiamata lotta alla diseguaglianza - ha sottolineato il presidente della Puglia - mentre al Sud sono ancora centinaia di migliaia i giovani che vanno via e non riescono più a tornare, persino in una regione considerata virtuosa come la Puglia. Mi piacerebbe legare al ReD anche un’altra norma, la legge sull’esdebitamento, che promuove una cultura finanziaria all’interno delle familglia troppo spesso esposte al rischio di perdere tutto a causa dei debiti”.
“L’Inps è quel soggetto che ha dentro di sé una cultura in grado di sostenere il welfare e dare una base scientifica e organizzativa tale da rendere queste misure efficaci. Il sogno di non avere più interventi legati al favore del politico di turno, ma un meccanismo automatico per uscire dalla trappola della povertà, ovviamente con adeguati meccanismi di controllo”.
“L’Inps - ha spiegato Boeri - ha cercato di dare il suo contributo sviluppando una sua proposta per il sostegno e l’inclusione. Abbiamo agito nell’ambito delle politiche che noi amministriamo, trovando le risorse, per una fascia di età critica, sopra i 55 anni. La nostra proposta va a integrare il reddito di una famiglia, garantendo una soglia di reddito di 500 euro mensili e colmando la differenza. Una integrazione che avviene a livello familiare, dove ci sono delle economie di scala".
"Lo facciamo guardando alle condizioni di reddito e patrimoniali. Sappiamo che in Italia è diffusa la proprietà di una casa anche per persone che non hanno reddito o problemi di liquidità. Guardiamo più attentamente al patrimonio mobiliare, con soglie più strette (tre volte quella del reddito) e prevediamo politiche di riattivazione, per coloro che sono ancora in età lavorativa, che comportano quel patto di servizio che è fondamentale: noi ti aiutiamo a uscire dalla povertà, ma in cambio ti devi dare da fare".
"Dare questo reddito toglie le persone da un incubo e consente loro di cercare un lavoro: non è assistenzialismo ma un modo per spingerle a reagire”, anche per questo Boeri ha voluto mettere in evidenza molte similitudini tra la proposta dell’INPS e il ReD.
“L’universalismo selettivo, cioè guardare unicamente al reddito Isee delle persone, per stabilire se devono ricevere il trasferimento; prevedere un percorso di inclusione attiva; fare riferimento all’insieme del nucleo familiare nel suo complesso; guardare al patrimonio. E infine, caratteristica non di poco conto, visto che la condizione di povertà tende a essere persistente, non c’è una durata determinata in partenza”.
Ci sono anche delle differenze: “La più importante è che ReD non è uno sistema che integra, ma dà una somma fissa. Noi vogliamo invece integrare il livello di reddito sino ai 500 euro. Ma sono aspetti, questi, che si possono analizzare meglio in sede di regolamento attuativo.
"Ho sempre pensato al rapporto tra politiche nazionali e locali di contrasto alla povertà - ha detto Boeri - come ad un rapporto in cui, a livello nazionale, avviene l’identificazione dei beneficiari su basi informative comuni e sulla base che ci sono risorse che possono essere allocate anche nelle realtà più difficili, le stesse dove c’è maggiore concentrazione di povertà. Il sostegno è principalmente qualcosa di nazionale. La parte invece di inclusione attiva è più legata alla realtà locale, dove si cerca di trovare il coordinamento tra questo finanziamento e tutte le altre politiche di inclusione sociale”.
“In queste misure contano tantissimo i dettagli, che dovranno essere approfonditi. Quello dei controlli, ad esempio, per capire cosa succede quando si rientra dalla soglia di povertà se il reddito sale, o se si verifica un abuso, ecc. L’esperienza accumulata in questi anni ci potrà essere di grande aiuto”.
Boeri ha quindi sollecitato Emiliano su una criticità: “L’aspetto su cui dobbiamo concentrare l’attenzione è quello della raccolta sistematica di informazioni su beneficiari e potenziali beneficiari. Dobbiamo ulteriormente migliorare la strada intrapresa che ha due strumenti nuovi: il primo è l’Isee, che sta funzionando bene e sarà di grande aiuto; il secondo è il casellario dell’assistenza che deve andare a censire tutti i trasferimenti che vengono dati alle persone in stato di bisogno, ma su questo c’è ancora molto da fare. Senza queste informazioni non possiamo identificare i beneficiari".
"Inps è pronto a dare il suo contributo - ha precisato - non soltanto come ente erogatore di paga, ma come ente che può aiutare nella fase istruttoria, forte di una competenza accumulata negli anni, e che è in grado di incrociare tutte queste banche dati. Mi illudo che un giorno in Italia ci potrà essere un sistema di contrasto alla povertà che possa andare automaticamente a dare i soldi a chi ha bisogno, senza che siano le persone a chiedere aiuto, dobbiamo essere in grado di identificarle prima".
"Concepire in questo modo il rapporto tra lo Stato, le Amministrazioni pubbliche e i cittadini, come un rapporto diretto, è fondamentale", ha concluso Boeri, "È ancora troppo forte in Italia l’idea che per avere qualcosa che corrisponde ai tuoi diritti bisogna andare a chiedere aiuto alle rappresentanze o ai partiti. I cittadini devono sapere invece di avere al loro fianco un’amministrazione amica, pronta a sostenerli in caso di bisogno”.
Nel ringraziare i tantissimi intervenuti all’evento, Emiliano ha concluso con un chiaro riferimento alle notizie che arrivavano da Roma e dal Palazzo della Consulta: “All'intenso impegno profuso nello Sblocca Italia, dovrebbere corrisponderne altrettanto per uno Sblocca-welfare, per un decreto che semplifichi le procedure e le renda universali. Le erogazioni ci sono da sempre, ma il loro ritorno in termini di abbattimento della povertà è stato scarso. Forse perché troppo spesso sono state utilizzate per assoggettare le persone a chi aveva il potere di erogarle. Con il ReD vogliamo scrivere una pagina nuova”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sull'argomento: Vito Peragine: "Politiche di contrasto alla povertà e ReD in Puglia"
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