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Agricoltura pugliese nella bufera
Di Gioia è fuori, tocca a Abaterusso?
L'Assessore regionale, Leo di Gioia, si è dimesso: "Sosterrò Emiliano, ma l'Agricoltura torni strategica per la Puglia". L'ipotesi Abaterusso per la successione
L’assessore della Regione Puglia all’Agricoltura, Leo Di Gioia, annuncia le sue dimissioni, ma il presidente Michele Emiliano, a stretto giro, le respinge: “Caro Leo sono costretto a scrivere su Facebook avendo tu scelto questa platea. Stasera non ho avocato nulla, ci mancherebbe – ha scritto Emiliano – La registrazione te lo confermerà. D’altra parte il Presidente, come tu dici bene, non ha bisogno di avocare nulla, disponendo insieme alla giunta, totalmente della funzione di indirizzo politico. Ho ricevuto i manifestanti nonostante la mia grave indisposizione di salute e con molte ore di anticipo Ti ho chiesto di essere con me nel corso dell’incontro. Ma un grave lutto di famiglia te lo ha impedito. Nel corso dell’incontro si è deciso – come avviene ogni giorno in Regione – un tavolo di lavoro esclusivamente sulle materie oggetto della manifestazione".
"Tutto qui. Per queste ragioni le tue dimissioni sono ingiustificate e per questa ragione è mio dovere respingerle prima ancora che tu me le offra", scrive Emiliano, "Stai sopportando in questi anni un peso assai gravoso in un mondo agricolo sempre più diviso e conflittuale. Ma bisogna comprendere anche le loro ansie, non farsi prendere dallo sconforto. Bisogna combattere non solo andando a Roma venerdì, ma portando a termine il nostro compito fino all’ultimo giorno del nostro mandato. Se le mie condizioni di salute me lo consentiranno ti accompagnerò a Roma dal Ministro Centinaio, speriamo per festeggiare un risultato positivo del tuo lavoro. Dormici su e svegliati con nuova energia”.
Questo ieri sera, ma stamattina l'Assessore Di Gioia ha confermasto la decisione: “Ho appena firmato le mie dimissioni da assessore regionale. Il 'conflitto con se stesso' è durato anche troppo. L’atto 'plateale' delle dimissioni era necessario. Per uno stimolo per cambiare e per allineare quello che facciamo a quello che diciamo'"
E poi ha aggiunto: "La struttura che mantiene una pressione da un lato, e la politica del presidente che incontra i gilet dall’altro. Al centro delle criticità e della debolezza tecnica dell’assessorato la decisione non condivisa ad inizio legislatura di sostituire il dirigente Gabriele Pagliardini, per mostrare un segnale di cambiamento e la concentrazione delle due materie, Psr e assessorato, nella mani del solo Gianluca Nardone, un galantuomo, uno dei migliori professionisti d’Italia sulla materia".
“L’esuberanza caratteriale di Michele Emiliano - ha puntualizzato Di Gioia - non gli consente di vedere il particolare, io sono il particolare che ha trascurato, chi lavora qui su sua delega è legittimato, è l’attore preferenziale, può essere contestato politicamente, ma non può essere delegittimato, abbiamo lavorato con onore. Non mi sarei dimesso, non sono le problematiche e politiche agricole a preoccuparmi. Quello che mi spaventa è non avere la copertura politica necessaria per essere autorevole, se c’è sempre un tavolo più alto del nostro al quale potersi appellare, questo destabilizza non poco”.
"Consegno la delega all'Agricoltura al presidente Emiliano - ha dichiarato Di Gioia - insieme con un piccolo testamento di quello che è assolutamente irrealizzabile se non adottando strumenti straordinari: potenziare il personale, chiarire se ci sono risorse, nominare nuovi dirigenti che abbiano la forza di formare atti complicati, far partire subito nuovi bandi".
"Non voglio mascherare dimissioni politiche in una sorta di rimando di responsabilità ad altri - ha aggiunto Di Gioia - io mi assumo la responsabilità di quello che abbiamo fatto e in alcuni casi ne sono orgoglioso, però c'è da dire che per fare l'assessore all'agricoltura c'è bisogno di una totale copertura politica”.
“La Regione Puglia - ha proseguito Di Gioia - è al vertice di tutte le graduatorie nazionali in campo agricolo. Errori sono stati fatti. Errori dovuti " un po' " all'inesperienza, avevamo infatti bisogno di imparare, un po' perché la materia è realmente complicata. Con tanta umiltà si sono dovute assumere decisioni che hanno avuto un impatto ed un effetto e che non sempre hanno avuto gli effetti desiderati. Gli errori sono rimasti come un segno indelebile, in molti casi, nel giudizio su quello che è stato fatto. Penso alla vicenda dei ricorsi al Tar, quella più eclatante di tutte, che ha segnato in maniera profonda il rapporto tra noi e i beneficiari del Psr (Piano di sviluppo rurale). Una situazione nella quale spesso i colpevoli sono diventate le vittime e le vittime sono diventati i carnefici. C'è stata una riorganizzazione del racconto spesso a uso e consumo ora politico ora propagandistico”.
La situazione non dà credito a ipotesi di ritorno sui propri passi, per cui nel quadro di un recupero a sinistra degli storici compagni di viaggio - già avviato con l'ingresso in giunta di Cosimo Borraccino - prende corpo l'ipotesi di un fine legislatura, per l'Agricoltura pugliese, affidato al salentino Ernesto Abaterusso.
(gelormini@affaritaliani.it)
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