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L'autunno dorato per la Puglia di Emiliano

La Puglia saluta la voce critica della Sinistra italiana, Peppino Caldarola, con un risultato elettorale di quelli che lo avrebbero reso orgoglioso, rivendicando i natali baresi, e felice di poterne analizzare risvolti e prospettive, anche in funzione dell’influenza nazionale ricoperta dall’esito di un voto regionale fino all’ultimo dagli esiti incerti e dall’ipotesi di un avvicendamento alla presidenza della Regione Puglia.

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Michele Emiliano mette a segno una vittoria sul suo avversario di centrodestra, Raffele Fitto, con un distacco di circa otto punti, che sembra incredibile se solo qualche giorno fa i sondaggi registravano addirittura il vantaggio di due o tre punti di Fitto su Emiliano. E questa cosa apre le porte ad alcune inevitabili considerazioni: un divario del genere e un discostamento di tale entità dalle previsioni mettono in evidenza due cose: l’inaffidabilità dei metodi usati dai sondaggi sotto scacco e l’inconcludenza di analisti, opinionisti e commentatori, che hanno adagiato le loro riflessioni su quelle ipotesi, senza provare a mettere in funzione intuito e capacità critiche, derivanti dal sentire quotidiano e dalla lettura degli eventi.

A meno che non si voglia dar credito all’ipotesi - da più parti avanzata - di un fronte comune nella galassia dell’informazione, in particolare i grandi organi di stampa e i colossi televisivi, con gli interessi economici e finanziari più avversi alle sorti del governo in carica.

Doveva essere la fine della ‘Primavera pugliese’, a favore di un’estate politica preparata con cura dal centrodestra, tanto che il candidato presidente aveva scelto un profilo giovanile in maniche di camicia, rigorosamente bianca. Ma la natura ha ribadito che il 21 settembre inizia l’autunno - anche se per ragioni di opportunità Emiliano ripete che la primavera continua - ed ogni speranza è caduta come le prime foglie sui viali alberati.

E siccome le cattive notizie non arrivano mai sole, l’esito di questa tornata elettorale - per l’imponderabile casualità degli eventi - arriva a rovinare la festa proprio nel giorno di San Matteo alle due forze che più altre avevano preso di mira il Governatore pugliese: la Lega di Matteo Salvini e Italia Viva di Matteo Renzi.

Emiliano vittoria

Fitto programma

Tre i fattori che hanno determinato la svolta nell’ultima parte della campagna elettorale: 1) la sordina messa da Luigi Di Maio alle rigidità a prescindere nel M5S locale, anche in sostegno al Governo, inutilmente avversata dalle esortazioni finali a Bari di Alessandro Di Battista e Barbara Lezzi; 2) la corsa in solitario della Lega, che ha avversato e depotenziato sin dall’inizio l’ipotesi candidatura di Raffaele Fitto - fortemente voluta da Fratelli d’Italia e sostenuta da Forza Italia - salvo poi a dare l’impressione di subirla, puntando su una campagna elettorale tutta tesa al risultato di lista e a un’improbabile e ostentata insistenza sul “vicepresidente designato” più che sul candidato presidente; 3) la trascinante e coinvolgente azione di Michele Emiliano, testimoniata dal consistente divario tra i due contendenti principali e accentuata dalla centralità avuta dai Presidenti di Regione nella gestione dell’emergenza pandemia da Coronavirus.

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Restiamo comunque del parere che un risultato di tale portata, in particolare se raffrontato ai dati previsti e diffusi fino alla chiusura delle urne - con gli exit poll che indicavano un ‘testa a testa’ sia in Puglia che in Toscana - non è il frutto solo di un cambiamento di rotta degli ultimi giorni, ma ha radici ben più lunghe. Gli ultimi eventi lo hanno reso più “rotondo”, dandogli le forme del numero 8, ma il lavoro partiva da lontano, ma avremo modo di riparlarne con i risultati per le elezioni dei Sindaci.

(gelormini@gmail.com)

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