PugliaItalia

La diga Sagliocca
Inutile e costosa

Nino Sangerardi

Incompiuta e dimenticata. Porta il nome “Diga Saglioccia”.Correva l’anno 1973.

Lo Stato decide di elargire la prima struttura irrigua agli abitanti del territorio, sitibondo, della Murgia barese. Dove? Contrada Tempa Bianca, tra Altamura e Gravina: qui scorre il torrente Saglioccia. Bacino creato grazie a sbarramento alto 22,5 metri, un milione e 800 mila di metri cubi la capacità d’invaso.

Si disse, nelle riunioni indette da esponenti politici e governativi nazionali regionali e locali al cospetto di zappaterra e contadini e agitprop paesani: ”La diga potrà irrigare ottocento ettari, frenando così l’abbandono della terra, e assorbirà centinaia di disoccupati, trasformando la campagna arida in campi di ortofrutta e bieticoltura, e nascita di aziende zootecniche. Viva l’Italia!”.

 Progetto delegato al Consorzio bonifica Fossa premurgiana, in seguito Consorzio Bonifica Terre d’Apulia.

Appalto consegnato il 16 ottobre 1975 al vincitore Armando Torri spa di Milano. Quest’ultimo contesta il programma tecnico del Consorzio. Le ruspe muovono  terra e calcestruzzo a giugno 1977. Importo lavori pari a 1,7 miliardi di lire, a cui il Ministero dell’Agricoltura soggiunge 4,5 miliardi del vecchio conio italico, tramite la Cassa per il Mezzogiorno.

Dopo 33 anni, il 20 dicembre 2011  si  ha contezza che le opere principali della diga sono state ultimate nel 1933 da  Intercantieri spa .

Ma per il completamento funzionale e esercizio dello schema idrico occorre mettere in pratica quanto segue : “...collegare all’invaso la rete irrigua, fornitura e messa in opera degli idranti di consegna,completamento degli espropri e pagamento delle indennità”.

Nel frattempo la società Intercantieri chiama in giudizio il Consorzio. Pretende euro 3.837.950,65. Il Tribunale di Bari con sentenza del 2004, confermata in Appello, ne riconosce all’impresa euro 537.789,99, sborsati dal Ministero dell’Ambiente, con ulteriore aggravio finanziario, nel 2009.

Tocca al Governo di Roma rioccuparsi della Diga Saglioccia.

Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, pochi giorni fa, comunica che la stazione appaltate è sempre il Consorzio Bonifica Terre d’Apulia, che al 31.12.2014 sono stati spesi 30.290.197,00 euro, che  per ultimare i lavori (56,32% eseguiti) ci vogliono altri 15 milioni di euro.

Di fatto oggi, il Consorzio Terre d’Apulia  per la diga spende 200 mila euro all’anno in custodia, vigilanza, energia elettrica, telefono, manutenzioni.

Opera pubblica comunque inutile, visto che le aree circostanti, da troppi anni, risultano abbandonate e,b soprattutto, coldiretti, braccianti e agricoltori sono in via di estinzione.

A chi e a che cosa serve finanziare siffatta barriera idraulica?