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La foresta eolica in Capitanata e la resistenza di Volturino

di Tangrosso Ennio

L'assessore regionale Piemontese contrario a due nuovi campi eolici a Volturino: “I Monti Dauni hanno già dato moltissimo allo sviluppo dell’industria eolica".

Si dice meglio tardi che mai, ma quando il “tardi” ha ormai oltrepassato il “troppo” perdendolo di vista, il luogo comune - pronunciato per cercare conforto in un intervento, che pur se tardivo ridimensiona la questione - è improponibile, soprattutto se il danno ha sforato di gran lunga i confini dell'irrimedialbile, oltre ogni possibile mai.

roseto pale eoliche 2

Vengo e mi spiego, è notizia di questi giorni la pubblica dichiarazione dell’Assessore Regionale, Raffaele Piemontese, di ferma opposizione alla installazione di ulteriori due nuovi campi eolici, per un totale di 24 “giganteschi aereo generatori” nell’agro di Volturino (Fg).

E’ vero che la competenza sulla istallazioni di impianti, che producono energia, è di rango governativo. Tuttavia, ci sono regioni che sono riuscite ad impedirne l’istallazione; come abbiano fatto e con quali motivazioni e strumenti non è argomento di questo scritto, è comunque corretto annotarlo (Toscana e Umbria su tutte), poiché qualche motivo certamente sussisterà. E’ evidente che una sorta di opposizione e di ostacolo a una tale politica governativa deve essere riuscita a funzionare.

Raffaele Piemontese 22

Non si sbaglia, sostenendo che forse tutto parte dalle visioni politiche e da come una compagine amministrativa regionale intende organizzare e far cresce il proprio territorio; o semplicemente dal rispetto che tale compagine amministrativa ha per la propria terra.

Oggi che la Puglia è diventata la meta più ambita dai vacanzieri nazionali ed internazionali, non ci si spiega come una parte non marginale di questo territorio - quale l’Alta Daunia - sia potuta essere stata ridotta, nel volgere di una quindicina di anni, ad un luogo anonimo, brutto, per alcuni alcuni tratti addirittura inquietante, e per molti altri alquanto raccapricciante.

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Tutte le colline daune, non solo quelle più alte, ma anche i piccoli rilievi e persino le dolcissime valli sono agitate da pale continuamente in movimento, sono centinaia e di tutte le dimensioni, svettanti a infrangere il profilo del paesaggio o diffuse nella campagna a rompere la geometria dei campi coltivati a colpo d’occhio: sono ormai una foresta.

Il comune che ne ha “piantate” più di tutti è Troia (Fg): il conto ormai credo si sia perso, ma tra grandi, piccole e medie ritengo assommino a circa 200, alle quali si aggiungono 400 (quattrocento) ettari circa di fotovoltaico, oltre a vari impianti di sollevamento e stoccaggio dell’energia da immettere nei viadotti della rete elettrica nazionale. Un comune assai virtuoso, un vero esempio, una sorta di paese dei record da annoverare nei guinness dei primati, che i tanti comuni limitrofi tentano di imitare con l’eccezione del comune di Bovino, che non a caso è inserito nella esclusiva graduatoria dei 50 Borghi più belli d’Italia.

Eni eolico Italia

Ormai l’Alta Daunia ha più pale che alberi, una vera “tragedia paesaggistica ed ambientale” che parte dalla bassissima considerazione che amministratori regionali e locali - nel tempo - hanno avuto di questo lembo di Puglia, perché c’è una sola ragione che può spiegare una tale scelta: considerare questo territorio privo di ogni pregio, di ogni valore e di ogni bellezza.

Un posto insignificante e marginale senza nessuna specifica prerogativa, senza bellezza o particolarità di sorta, oltre la sua destinazione agricola; solo una simile considerazione può essere alla base di una pianificata “trasfigurazione” dello stesso. Se pensate che si stia esagerando, provate a partire da Foggia e andate verso qualsiasi meta del Subappennino dauno, vi basteranno pochi chilometri per trovarvi immersi in un paesaggio surreale, che niente ha a che vedere con le belle e suggestive vedute della Puglia turistica o con ”l’unicità del patrimonio naturale e del suo paesaggio”.

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“I Monti Dauni hanno già dato moltissimo allo sviluppo dell’industria eolica, è arrivato il momento che alle comunità locali sia restituita la prospettiva di uno sviluppo economico equilibrato che sappia proteggere il valore più grande che questo pezzo di Puglia ha: l’unicità del patrimonio naturale e del suo paesaggio”, ha affermato con convinzione l’assessore Piemontese ai cittadini di Volturino, capeggiati dal loro Sindaco, che si oppongono alla istallazione di nuovi campi eolici.

Certo, l’Assessore è nel governo della Regione Puglia da soli cinque anni, ma questa storia ha radici ben salde nelle giunte regionali di centrosinistra degli anni precedenti, oltre che nelle diverse Amministrazioni locali anche di centrodestra. Si direbbe una presa d’atto alquanto tardiva “della unicità del patrimonio naturale e del suo paesaggio”, però guardando il bicchiere mezzo pieno: “Meglio tardi che mai”.

eolico parco fotovoltaico

L’augurio è che una volta preso coscienza di tale unicità, ci si renda conto anche della relativa dismisura del fenomeno in atto, su tutti i territori dell’Alta Daunia, richiamando anche i sindaci e gli amministratori locali a mitigare questa “frenesia green” che ha distrutto letteralmente l’ambiente naturale e stravolto il paesaggio della Capitanata. Invitandoli, magari, a smettere di prostituire le “ex belle colline daune” agli interessi delle multinazionali. Che inseguendo una pseudo green economyda una parte asservono al profitto purché sia e dall’altra si preoccupano e si mortificano delle evidenti conseguenze di tali pratiche distruttive sul territorio. 

Insomma, un vero peccato, ma guai a non rimanere fiduciosi e perdere gli ultimi barlumi di speranza. Ogni ravvedimento, beninteso, va accolto con benevole indulgenza, anche se la vigilia elettorale accende la difesa spontanea del dubbio, che scava come un tarlo nel legno di un antico comò. Ancor più se arriva quando ormai non resta quasi più spazio per allocare altre foreste eoliche e gli stessi cittadini, dopo tutto, si rendono conto dell’evidente “scempio”.

Nel contempo, il ravvedimento regionale non solleva sindaci e amministratori locali dalle loro manifeste responsabilità, per cui Dio non voglia che la contrapposizione tra le autonomie di enti territoriali si trasformi - ancora una volta - in "una presa per le pale". Contiamo su lei Assessore?

(ennio.tangrosso@virgilio.it)