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La Gazzetta del Mezzogiorno dissequestrata torna a Ciancio Sanfilippo
La Corte d'Appello di Catania ribalta la sentenza di primo grado e dissequestra i beni a Mario Ciancio Sanfilippo, tra cui 'La Gazzetta del Mezzogiorno'.
Difficile da dire se la notizia sia una ‘buona nuova’, per La Gazzetta del Mezzogiorno, ma senza dubbio solleva il simulacro sulle controverse involuzioni, i tentennamenti e le pantomime relativi ai probabili acquirenti del giornale, che nei mesi scorsi hanno accompagnato la crisi del quotidiano pugliese. L’ipotesi che potesse verificarsi quanto si palesa con la sentenza odierna era più che fondata.
Secondo quanto riportato dal quotidiano catanese ‘La Sicilia’, la Corte d'appello di Catania ha disposto il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo, che era stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Tra le motivazioni dei giudici di secondo grado vi è la "mancanza di pericolosità sociale" dell'editore e imprenditore". Tra i beni dissequestrati anche le società che controllano i quotidiani La Sicilia e La Gazzetta del Mezzogiorno e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor.
Per la Corte d'appello di Catania il decreto impugnato "Va conseguentemente annullato" perché, scrivono i giudici nelle 117 pagine della sentenza motivata, "non può ritenersi provata l'esistenza di alcun fattivo e consapevole contributo arrecato da Ciancio Sanfilippo in favore di Cosa Nostra catanese".
Scrive ancora la Corte "Non può ritenersi provata alcuna forma di pericolosità sociale, né è risultata accertata e provata alcuna sproporzione tra i redditi di provenienza legittima, di cui il preposto e il suo nucleo familiare potevano disporre, e la liquidità utilizzata nel corso del tempo.
Contro il decreto della Corte d’appello di Catania la Procura generale potrebbe, comunque, presentare reclamo in Cassazione e chiedere, ad un altro collegio giudicante, il 'congelamento' dell’esecutività del dissequestro.
Tra i primi commenti quello del sindacato dei giornalisti, in una nota congiunta della Fnsi e delle Associazioni regionali della Stampa di Sicilia, Puglia e Basilicata: “Il dissequestro dei beni di Mario Ciancio Sanfilippo, fra cui rientrano anche i quotidiani La Gazzetta del Mezzogiorno di Bari e La Sicilia di Catania e le emittenti Telecolor e Antenna Sicilia, disposto dal tribunale di Catania, restituisce la gestione delle testate al loro editore”.
“Si chiude così il lungo periodo di amministrazione giudiziaria, cominciato il 24 settembre 2018 - spiega il sindacato - che ha acuito i problemi delle testate producendo gravi ripercussioni sull'organizzazione delle redazioni, sugli organici e sulle retribuzioni di giornalisti e maestranze. Adesso è necessario che l’editore riprenda in prima persona le redini delle aziende, avviando una politica di rilancio all’insegna di una profonda discontinuità gestionale e manageriale”.
“Nel quotidiano bollettino di notizie tragiche e drammatiche, una speranza di ripartenza - per i giornalisti, i poligrafici, i lavoratori tutti e le intere comunità pugliese e lucana - arriva dal dissequestro della Gazzetta del Mezzogiorno”, dichiara Peppino Longo Vice presidente del Consiglio Regionale pugliese, “Temo sia presto per cantare vittoria, ma uno dei più importanti quotidiani del Sud finalmente, dopo mesi di Purgatorio, può vedere una luce in fondo al tunnel. Paragonare la carta stampata, se di qualità, a quell’ingorgo di notizie che, soprattutto in questo drammatico momento, è ampiamente rappresentato in Rete, non solo è controproducente per la formazione del pensiero dei lettori-fruitori, ma è assolutamente dannoso”.
“Da qui la necessità e il dovere, per una Puglia che vuole guardare al futuro - continua Longo - di difendere con le unghie e senza remore, le migliaia di copie quotidiane che la Gazzetta del Mezzogiorno ci consegna regolarmente anche in questo momento complesso. La Gazzetta in quest’ambito deve restare baluardo della verità e sostegno a quella nuova ed essenziale visione di modernità, e tutti i pugliesi e i lucani hanno il diritto dovere di lottare affinché, anche in seguito alle notizie giunte da Catania, questo patrimonio comune possa ripartire verso ambiziosi traguardi”.
“Mi auguro che il dissequestro della Gazzetta del Mezzogiorno e degli altri beni dell’editore Ciancio disposta dalla Corte d’Appello di Catania possa consentire allo storico quotidiano pugliese di allontanare definitivamente il rischio di chiusura e di riprendere pienamente il proprio ruolo di guida dell’informazione regionale”, scrive in una nota il deputato barese del Pd, Alberto Losacco.
“Come non ci siamo mai stancati di ripetere in questi mesi, è impensabile un panorama informativo della Puglia e del Mezzogiorno senza la Gazzetta. Speriamo quindi - chiosa Losacco - che da qui possa ripartire, per continuare a scrivere nuove pagine della sua storia, sempre al servizio del territorio e della buona e libera informazione”.
(gelormini@affaritaliani.it)