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La prospectiva Poliseno nei
Miti e Leggende dell’Ellade
La prospettica surreale delle opere di Jack Poliseno tra miti, leggende e cinema
La prospettiva non come realtà della percezione, ma come ipotesi surreale di proiezione. Per Jack Poliseno, un modo di esprimere la propria vena artistica, mettendo insieme suggestione, impressione, visione e rapimento, ma anche disgusto, repulsione ed esasperazione degli effetti, per colpire l’attenzione dell’osservatore e provocarne una reazione. In altre parole, “lasciare un segno”.
In pratica, fissare sulla tela in un “fotogramma disegnato” quello che di solito scorre su uno schermo. Perché è evidente quanto la passione per il Cinema - la settima arte - animi l’espressione artistica di questo autore autodidatta, che riesce a dar corpo - nel non facile esercizio della sintesi - al racconto dell’immaginario e del fantastico, alle prese con l’estensione dello spazio nella dimensione del tempo: ovvero il fare cinema.
Un fuoco creativo che questa volta si espande tra alcuni dei protagonisti di quella forma ancestrale di cinematografia che è la mitologia e le leggende che ne hanno tramandato sequenze e gesta, a partire dal luogo principe dell’azione: la storica regione dell’Ellade, che vede dall’Olimpo in Grecia proiettare i riflessi della narrazione senza tempo sulla moderna Hollywood californiana.
Partendo dalla prospettiva sul disastro causato dall’uomo e dalla sua deturpazione del territorio, che in “Reign of Fire” esalta un baluardo di bellezza come la Cattedrale di Troia, l’occhio di bue passa dallo sguardo pietrificante di "Medusa", fino alla tradizione del “Tributo a Caronte”, che “vedeva” posizionare due monete sugli occhi del defunto, prima della sepoltura, dando corpo al Prologo della mostra “Miti e Leggende Elleniche”, di Jack Poliseno, nella Sala Azzurra del Museo Civico di Troia, che vuole essere un piccolo viaggio nell’Inferno dell’eterna inquietudine.
Riferimenti mitici e mitologici, immagini contemporanee e tecnica innovativa costituiscono il blend artistico dell’artista contemporaneo Poliseno (anche questo un nome che sembra ellenico), che ciascuno decide di bere alla sua maniera, per verificare l’effetto-pozione sui gusti artistici personali: sorseggiando e frammentando la ‘speculazione’ introspettiva o mandando giù in sequenza i fotogrammi, proprio come la pellicola di un cortometraggio.
Un film a ‘stazioni’, che si dipana dallo scoglio delle "Sirene", alla sfida socio-rivoluzionaria di "Prometeo": che ruba il fuoco agli Dei, per donarlo agli Uomini; dai simboli sacri di Athena, ai riverberi travolgenti del vaso di Pandora; da "Diana Prince-Wonder Woman" moderna eroina dei comics, alle stagioni contraddittorie di "Persefone", per arrivare agli omaggi-cult ‘a tema’ dell’autore per Suspiria e Opera di Dario Argento, e per il venerabile Nosferatu: il vampiro di Murnau, che con Werner Herzog diventa ‘Principe della notte’.
Un linguaggio, quello di Jack Poliseno, niente affatto distensivo e tranquillizzante, che trova un’ennesima e rappresentativa sintesi nella riproposta del “Trono di Spade”, la piccola scultura che riproduce il simbolo conteso nell’omonima saga televisiva, dove intrighi politici, economici e religiosi dei nobili lasciano la popolazione nella povertà e nel degrado, mentre il mondo viene minacciato dall'arrivo di un inverno diverso dai precedenti, che risveglia creature leggendarie dimenticate e fa emergere forze oscure e magiche.
Lo stesso contesto ossessivamente riproposto dall’artista troiano, in cui continuerà a stagliarsi quel maestoso baluardo di bellezza, a imperituro ‘monito di speranza’, quale unico appiglio di salvezza: maestoso e non colossal, concreto, resistente e nel contempo capace di sprigionare, costantemente, l’impercettibile e piacevole balsamo della spiritualità.
Giovanni Francesco Poliseno, o Gianfranco, in arte Jack è un cultore cinematografico, la sua più grande passione è la settima arte, e da li deriva tutta la sua conoscenza dell’arte in generale. Nato a Foggia il 17 Luglio 1980, si diploma da geometra presso l’I.T.G E. Masi di Foggia, continuando gli studi attraverso corsi di grafica, marketing ed informatica.
La sua conoscenza artistica deriva da studi autodidattici, dalla passione sfrenata per il cinema (è uno dei maggiori collezionisti italiani in materia di home video, la sua ricerca di edizioni rare e per soli collezionisti è alquanto conosciuta, vantando una collezione personale di circa 3000 titoli, provenienti da tutto il mondo) e per la musica in primis. Come spesso gli piace ricordare, il cinema racchiude tutte le arti, la fotografia, la scultura, la pittura, la grafica, la scrittura, ecc. e tutte queste arti, per funzionare, devono essere di altissimo livello. I suoi maggiori ispiratori sono i registi Quentin Tarantino, Fritz Lang, Stanley Kubrik, Tim Burton e Dario Argento.
La sua “mania”,il collezionismo cinematografico, lo ha portato ad espandere questa passione e a sfociare nella grafica minimalista (ultima in ordine cronologico) ricreando, secondo i suoi punti di vista, espressioni, linguaggi, significati delle pellicole che più lo hanno colpito. Anche creatore di diorami e plastici, passione che gli si èaccresciuta proprio durante gli studi da geometra,fondendo le tecniche di costruzione con le sue realizzazioniartistiche. Jack attualmente è anche grafico freelance,dove unisce la sua conoscenza del marketing pubblicitarioalla sua passione per la grafica. Maggiori informazioni http://jackpoliseno.webnode.it/
(gelormini@affaritaliani.it)